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Il report dell'Istituto superiore di sanità

"Contagio in lieve riduzione, ma è allarme terapie intensive in 11 regioni"

Speranza firma nuove ordinanze: Toscana e Campania diventano rosse. Zona arancione per Friuli, Emilia-Romagna e Marche

Simone Canettieri

L'indice Rt scende da 1,7 a 1,4. Il governo punta a raggiungere il plateau della curva per salvare il Natale

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L’indice Rt scende da 1,7 a 1,4. Tuttavia altre tre regioni diventano arancioni (Emilia-Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia) e due rosse: la Campania e la Toscana. In bilico – tra la speranza di arrivare presto al plateau della curva del virus e le nuove restrizioni – c’è tutto il resto: un paese sospeso. Con il governo, e il premier Giuseppe Conte in testa, che prova a salvare il Natale, tirandolo fuori dal lockdown.

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L’indice Rt scende da 1,7 a 1,4. Tuttavia altre tre regioni diventano arancioni (Emilia-Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia) e due rosse: la Campania e la Toscana. In bilico – tra la speranza di arrivare presto al plateau della curva del virus e le nuove restrizioni – c’è tutto il resto: un paese sospeso. Con il governo, e il premier Giuseppe Conte in testa, che prova a salvare il Natale, tirandolo fuori dal lockdown.

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Purché sia senza cenoni perché, sostiene, “il Natale non viene troppo bene se trascorso con troppe persone”. Visto che, aggiunge, “è un momento di raccoglimento spirituale”.  E quindi: state a casa tra di voi, senza troppi cugini, fidanzati e amici intorno alla stessa tavola. Un’altra letterina, questa volta rivolta a tutti gli italiani, dopo quella di risposta al piccolo Tommaso Z.? Può darsi. Il governo lavora proprio a questo: a salvare il Natale a non bruciare i consumi delle feste. Nel consueto e riservato report di venerdì dell’Istituto superiore di sanità, quello che fa scattare il semaforo nei territori per intenderci,  si cercano con il lanternino le buone notizie.

 

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Oltre all’indice Rt in calo, c’è scritto che si registra “una lieve riduzione” nella trasmissibilità del virus e che lo scenario tre sta prendendo il posto, in gran parte dei territori, del quattro. Ma nonostante questi zuccherini di buon umore, “nel prossimo mese  si configura di fatto su tutto il territorio nazionale un rischio elevato di epidemia non controllata e non gestibile”. Anche perché dodici regioni, lo scorso 11 novembre “hanno già superato la soglia critica in area medica o di terapie intensive”.  In poche parole: il virus frena, ma in questa fase gli ospedali sono comunque in forte affanno. Ecco perché, morale della favola, l’Iss conferma che “è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari”.


Fatte queste premesse si può dunque arrivare all’ultima stretta, alle nuove ordinanze che il ministro Roberto Speranza scoccherà  per farle entrare in vigore domenica.

 

Gli ultimi a entrare nel club delle zone arancioni (il più numeroso, a quota nove) sono Marche, Emilia Romagna e Friuli. Queste ultime due regioni, dopo il varo di ordinanze locali, pensavano forse di evitare la nuova classificazione che di fatto, tra le norme previste dall’ultimo dpcm, chiude bar e ristoranti.  Si salva invece il Veneto di Luca Zaia, che rimane giallo così come il Lazio di Nicola Zingaretti (con l’Rt all’1,04). La decisione tanto attesa riguarda però la Campania: sarà zona rossa. Come era prevedibile anche dalla diretta Facebook (di 40 minuti) organizzata dopo pranzo da Vincenzo De Luca. Una serie di crozzane contumelie contro tutti. Da Luigi Di Maio,  il cui solo nome “gli provoca reazioni”, a Vincenzo Spadafora che sfida a un duello pubblico, passando per De Magistris e tutto il governo che si deve dimettere. Il finale non cambia: Campania rossa, con il governatore che dice: “Lo chiedeva da ottobre”. 


A sorpresa, c’è però anche la Toscana di Eugenio Giani, fine di un modello felix. 

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In questo caos, che calmo non è, c’è la scuola che “deve rimanere aperta”, come continua a dire Lucia Azzolina che di venerdì pomeriggio, appena usciti i report settimanali, si è presentata al Cts per dare forza alla sua battaglia. Con i sindaci e i governatori in campo a suon di ordinanze, il timore della grillina è che in qualche modo si possa arrivare a nuove chiusure unilaterali del primo ciclo (infanzia, elementari e medie). Da qui il blitz chez Agostino Miozzo per far mettere agli atti che quando si parla di virus “la fascia più a rischio è quella tra i 14 e i 18 anni”. E intanto anche questa settimana è passata. Così. 

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