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Intervista

De Magistris: "La Campania è oltre la zona rossa. Prima si chiude meglio è"

Carmelo Caruso

"De Luca mi da dell'imbecille per nascondere il suo fallimento. I numeri in Campania non corrispondono alla realtà. Mi piacerebbe accertarli. Se si chiude solo io posso controllare la città". Parla il sindaco di Napoli

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Vincenzo De Luca ha detto che lei è un imbecille. Sindaco De Magistris, Napoli è guidata da un imbecille? “Non mi ha dato solo dell’‘imbecille’. Mi ha definito ‘scemo del villaggio’ e poi “sedicente sindaco”. E potrei continuare con gli insulti. Come vede ho perso il conto delle contumelie, ma non ho perso la pazienza. De Luca crede di offendere me e invece non fa altro che offendere i napoletani e Napoli. E sa perché lo fa? Perché ha fallito. Il modello Campania non esiste”.

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Vincenzo De Luca ha detto che lei è un imbecille. Sindaco De Magistris, Napoli è guidata da un imbecille? “Non mi ha dato solo dell’‘imbecille’. Mi ha definito ‘scemo del villaggio’ e poi “sedicente sindaco”. E potrei continuare con gli insulti. Come vede ho perso il conto delle contumelie, ma non ho perso la pazienza. De Luca crede di offendere me e invece non fa altro che offendere i napoletani e Napoli. E sa perché lo fa? Perché ha fallito. Il modello Campania non esiste”.

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Esiste una città, Napoli, una regione, la Campania, che è zona gialla e che però ha i numeri della zona rossa, esiste un sindaco che dicono non riesca a chiudere delle strade, un presidente che è contro il sindaco e un sindaco che manda lettere al ministro della Sanita, Roberto Speranza, senza ricevere risposte: “Al momento sono a due. Una l’ho spedita quindici giorni fa. Un’altra ieri. Non risponde nessuno”. Lo sa che l’Italia non vi comprende? “Se vuole provo io a spiegare. C’è un presidente di regione che da almeno un mese ripete che la Campania va chiusa, ma che in realtà non vuole chiuderla. C’è un presidente, e si tratta di De Luca, che non vuole assumersi le responsabilità e che prova a scaricarle sui sindaci. C’è poi un tema che è politico. Perché la Campania gode di un trattamento diverso? Forse perché la amministra De Luca? Siamo di fronte a un intoccabile? La zona gialla qui è diventata un giallo”.

 

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De Luca dice che spetta a lei controllare la circolazione di Napoli, evitare gli assembramenti. Luigi de Magistris vuole la zona rossa? “Mi sembra che a Napoli, in Campania, siamo ben oltre la zona rossa. E’ tardiva. Prima si fa e meglio è. La sanità è in tilt. Non funziona la rete sanitaria regionale, mancano medici. Le Usca, l’assistenza domiciliare è stata attivata solo a fine ottobre. La zona rossa è superata dai numeri”. Se si dovesse chiudere si metterà a capo della rivolta? “E perché? Io accetto le decisioni che verranno prese, ma solo se contestualmente una mano toglie e una mano dà. La accetto se si immetterà denaro, liquidità. Napoli è fatta anche di un’economia sommersa. C’è solo una misura che può scongiurare la rabbia sociale. Bonus spesa distribuiti dal comune. Solo noi possiamo calmierare, fare sbollire la collera”. Sta in pratica chiedendo soldi? “Chiedo che la mia città non sia messa di fronte al bivio morire di covid o morire di fame”. A

 

Napoli sta accadendo qualcosa che non è solo l’emergenza. “So che la regione sta esercitando una pressione per non fare cambiare colore alla regione”. Sta dicendo che De Luca vuole chiudere ma che in verità non vuole chiudere? “Sto dicendo che evidentemente ha preso paura, che si è reso conto che non è possibile mettere in atto un lockdown per una città come Napoli”. E lei perché non chiude il Lungomare, perché permette la circolazione? Perché? “Voglio dire bene come stanno le cose. Solo il governo e le regioni possono varare zone rosse. Non vogliono farlo e si criminalizzano i cittadini che camminano. Io lo trovo indecente. La Asl e le forze di polizia mi hanno indicato 40 strade a rischio assembramenti. Ma io sono pronto a indicarne altre 50. A Napoli le strade sono strette. Cosa dovrebbe fare un agente? E poi non lo dicono anche i virologi che bisogna stare all’aperto? Non posso tollerare questo attacco alla mia città. Il fiume di persone in una grande metropoli è una cosa normale soprattutto se – come in una zona gialla – è concesso loro  di uscire. Vogliono descriverci come degli irresponsabili, metterci alla gogna di fronte al mondo”.

 

Chi vi sta sabotando? “Sicuramente le dichiarazioni del governatore ci stanno danneggiando agli occhi del mondo”. Dicono che invece lei strizzi l’occhio alla rivolta e che c’è sempre lei dietro alle proteste. Vuole preparare i nuovi vespri? “Governo questa città da nove anni. Io questa città la conosco. Ho un rapporto diretto. Se Napoli non è esplosa è anche merito delle sue istituzioni che riescono a controllare i conflitti sociali. Dovrebbero ringraziarmi”. E allora cosa è accaduto quello sciagurato venerdì 23 ottobre? “Quella notte la protesta è scoppiata anche a causa di chi ha parlato di lockdown, con una violenza verbale che purtroppo ormai conosciamo”. Si riferisce ancora a De Luca? “Sì. Napoli è un vulcano, è una polveriera e basta poco a infiammarla. Quel linguaggio imprudente, un blocco senza parlare di ristori, ha scatenato la piazza”. Dunque si candida a recitare la parte dell’antisceriffo? “Non abbiamo bisogno di sceriffi. Durante la prima ondata con abilità, del governatore, è passata l’idea che la Campania si sia salvata grazie al lanciafiamme. Non è così”. Chi ha salvato la Campania? “I campani. Un lockdown, una chiusura con il lucchetto. Abbiamo retto perché abbiamo rispettato le misure. E’ stato umiliante dover ascoltare le minacce in diretta televisiva, su Facebook. Napoli non si meritava quel processo”.

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I numeri della Campania sono autentici? “I numeri comunicati, e non lo dico io, ma i fatti, non corrispondono al reale. In Campania si conteggiano fra i posti disponibili anche i posti attivabili. Le cliniche private sono state costrette a trasformarsi in reparti covid”. Vorrebbe tornare a fare il magistrato? “In questo caso non mi dispiacerebbe fare qualche accertamento. De Luca non può continuare con la sua campagna elettorale permanente”. E lui risponde che lei non sta al comune ma solo in televisione. “E io replico che ho il dovere di starci, di portare la voce di Napoli”. Insomma, è rimasto un magistrato. “Un combattente per la giustizia”. 

 

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