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La giornata

Covid, il semaforo di Speranza va in tilt. Ed è ancora buio sulla Campania

L'Iss chiede nuove ordinanze per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Campania. Ma il ministro frena

Simone Canettieri

Continua l'ispezione a Napoli, dopo 48 ore non è stata ancora presa una decisione. Intanto, Conte telefona a Gino Strada per la Calabria

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Il semaforo va in tilt nel pomeriggio e spara colori all’impazzata: giallo, arancione, rosso. Perché l’istituto superiore di Sanità dice che non solo la Campania, ma anche il Friuli, il Veneto e l’Emilia Romagna cambieranno classificazione. Ma il ministro Roberto Speranza frena: non è vero. Intanto, il premier Giuseppe Conte telefona a Gino Strada per la questione Calabria. Covid e regioni: che traffico, che caos.  

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Il semaforo va in tilt nel pomeriggio e spara colori all’impazzata: giallo, arancione, rosso. Perché l’istituto superiore di Sanità dice che non solo la Campania, ma anche il Friuli, il Veneto e l’Emilia Romagna cambieranno classificazione. Ma il ministro Roberto Speranza frena: non è vero. Intanto, il premier Giuseppe Conte telefona a Gino Strada per la questione Calabria. Covid e regioni: che traffico, che caos.  

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Nel giorno in cui in Italia si contano 35.098 positivi e soprattutto 580 morti, il sistema elaborato dal governo per suddividere e sfumare le limitazioni nel paese in base ai 21 parametri (con tanto di algoritmo finale) genera ancora più confusione. Si sa che all’ordine del giorno ci sarebbe da analizzare la situazione della Campania, sub iudice  con tanto di ispettori inviati a Napoli da Speranza. In mattinata Speranza telefona al governatore Vincenzo De Luca, da sempre a favore di un lockdown generalizzato in tutta Italia. Il presidente della Campania dice al ministro due cose: qui nessuno fa gli inghippi con i dati e soprattutto non li farei io visto che sono il primo a chiedere una serrata generale, e lo chiedo da sempre. I due si aggiornano al pomeriggio. Poi altro giro di telefonate. Questa volta il ministro della Salute viene contattato da Stefano Bonaccini, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. I tre presidenti, uno del Pd e gli altri due delle Lega, annunciano e concordano per oggi il varo di nuove ordinanze più restrittive (il dpcm lo consente) per evitare assembramenti nelle piazze e nei centri storici, sulle spiagge e nei laghi. La risposta è positiva. Poi accade il cortocircuito. 

Nel corso di una conferenza non programmata, il presidente dell’Iss  Silvio Brusaferro nel commentare i dati della cabina di regia dice: “Sulla base dell’ultimo monitoraggio ci sono 4 regioni che vanno verso rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive”.  Ovvero: Campania, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. E così scoppia il più classico dei cortocircuiti: i siti iniziano a rilanciare questa ipotesi. Che per ore non viene smentita. E così sembra che, come successo in altre occasioni, la scienza stia dettando la linea alla politica che non si assume le proprie responsabilità.

 

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Bonaccini, che è ancora a casa alle prese con il coronavirus, manifesta sconforto con chi lo chiama: ma come si fa? “Ma così creiamo solo caos. A me non risultano nuove ordinanze”. In effetti sono state annunciate lunedì, firmate ieri da Speranza ed entreranno in vigore da oggi. Ma riguardano le nuove regioni arancioni: Abruzzo, Basilicata, Umbria, Liguria e Toscana. Per le altre non c’è questa ipotesi. Almeno non adesso. In ballo c’è, questo sì, la Campania che non ci sta a diventare arancione: non solo per una questione di dati, ma anche per i ristori che arrivano solo alle zone rosse. E poi, come ragionano dalle parti del presidente De Luca, come facciamo a creare lockdown solo a Napoli e a Caserta? Come controlliamo quattro milioni di persone: servirebbero sette eserciti, altro che. Di fatto alle 20 ancora ancora non c’è una decisione. Intanto, però, Speranza, dopo la pressione di Zaia, Fedriga e Bonaccini, è costretto a smentire Brusaferro: nessuna ordinanza all’orizzonte. Le parole dell’Iss sono riferite a quelle regioni “entrate in scenario 4  e a rischio moderato con alta probabilità di progressione”. Ma questo è un altro modo di catalogare l’emergenza adesso che ci sono i colori. In questo caravanserraglio, con il virus che avanza beato, c’è il caso Calabria. I grillini vogliono a tutti i costi come commissario Gino Strada, perché sempre di Emergency in un modo o nell’altro qui si tratta. C’è da sostituire il dimissionario Saverio Cotticelli e da affiancare Giuseppe Zuccatelli, arrivato ieri sera dopo essersi negativizzato, ma con addosso una serie di uscite sull’uso delle mascherine abbastanza imbarazzanti. Si viene a sapere che Conte ha telefonato a Strada per chiedergli una mano. Ma è notte, ormai. Il traffico scorre veloce, nulla funziona. Compresi i semafori. 

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