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Emergenza Covid

Umbria, Abruzzo, Basilicata, Liguria e Toscana in zona arancione. Campania nel mirino

Speranza firma le ordinanze per cinque regioni. E manda gli ispettori a Napoli: domani la decisione

Simone Canettieri

Bolzano si è messa da sola in zona rossa. Attesa per il territorio governato da De Luca, pronto alla scontro. Rezza: "Rt a 1,7, la situazione peggiora"

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L’Italia cambia colore poco dopo le 18, appena i bar chiudono i battenti. Con un giro di telefonate e call su Zoom il ministro della Salute Roberto Speranza comunica ai cinque governatori interessati che, da mercoledì, da gialle le loro regioni diventeranno arancioni. L’ultimo dpcm d’altronde, quello contestato proprio dai governatori, parla chiaro: “Sentiti i presidenti”. E così la notizia la dà Marco Marsilio a nome dell’Abruzzo: “Il ministro Speranza mi ha anticipato poco fa l’esito della riunione che ha stabilito il passaggio dell'Abruzzo, insieme ad altre quattro regioni – Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana – nella zona arancione”. Tempo qualche minuto e tocca a  Giovanni Toti. Che non si limita alla cronaca, ma si lascia andare anche a un commento: “Pur rimanendo perplesso sulla differenza di trattamento rispetto alla scorsa settimana, a fronte di numeri più o meno simili, ritengo sia doveroso non entrare in polemica con il governo e prendere atto di questa decisione”. Indubbiamente, conclude il presidente della Liguria, “i nostri ospedali sono sotto forte pressione, il mondo medico chiede interventi e in queste situazioni riteniamo che il criterio di prudenza debba sempre prevalere”. Abruzzo, Umbria,  Basilicata, Toscana e Liguria sono arancioni. E vanno a far compagnia alla Puglia e alla Sicilia. A sorpresa, la Campania rimane gialla. Per ora, però.
    
E si capisce così, o forse non si capisce abbastanza, il senso di questo sistema utilizzato per catalogare il paese alle prese con il virus in base a un algoritmo che tiene conto di ventuno (21) parametri. Un’enorme mole di dati che però stentano ad arrivare. 

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L’Italia cambia colore poco dopo le 18, appena i bar chiudono i battenti. Con un giro di telefonate e call su Zoom il ministro della Salute Roberto Speranza comunica ai cinque governatori interessati che, da mercoledì, da gialle le loro regioni diventeranno arancioni. L’ultimo dpcm d’altronde, quello contestato proprio dai governatori, parla chiaro: “Sentiti i presidenti”. E così la notizia la dà Marco Marsilio a nome dell’Abruzzo: “Il ministro Speranza mi ha anticipato poco fa l’esito della riunione che ha stabilito il passaggio dell'Abruzzo, insieme ad altre quattro regioni – Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana – nella zona arancione”. Tempo qualche minuto e tocca a  Giovanni Toti. Che non si limita alla cronaca, ma si lascia andare anche a un commento: “Pur rimanendo perplesso sulla differenza di trattamento rispetto alla scorsa settimana, a fronte di numeri più o meno simili, ritengo sia doveroso non entrare in polemica con il governo e prendere atto di questa decisione”. Indubbiamente, conclude il presidente della Liguria, “i nostri ospedali sono sotto forte pressione, il mondo medico chiede interventi e in queste situazioni riteniamo che il criterio di prudenza debba sempre prevalere”. Abruzzo, Umbria,  Basilicata, Toscana e Liguria sono arancioni. E vanno a far compagnia alla Puglia e alla Sicilia. A sorpresa, la Campania rimane gialla. Per ora, però.
    
E si capisce così, o forse non si capisce abbastanza, il senso di questo sistema utilizzato per catalogare il paese alle prese con il virus in base a un algoritmo che tiene conto di ventuno (21) parametri. Un’enorme mole di dati che però stentano ad arrivare. 

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Basti pensare che fino a domenica scorsa nove regioni, quindi quasi mezza Italia, non aveva inviato a Roma i rispettivi report. Mandando così in tilt la macchina. Che però oggi alla fine si è riunita, prima attraverso la cabina di regia poi con il Cts per stilare le famose pagelle. Che da mercoledì cambieranno la vita di tanti cittadini. 


Come si sa: non si può uscire dalla regione arancione, se non per comprovati motivi di esigenza-salute-lavoro, e non è permessa nemmeno la mobilità tra comuni. Inoltre, sono sono “sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), a esclusione delle mense e del catering continuativo”.


L’incertezza però imperversa ovunque. Perché se da Palazzo Santa Lucia, dove il viceré Vincenzo De Luca fa e disfà, dicono alle 18.30 che hanno saputo che rimarranno gialli (tramite Enrico Coscioni, medico salernitano a capo dell’Agenas, l’Agenzia nazionale sanità) dopo poco da Roma arriva una notizia stringata che rimette tutto in gioco:  si discuterà domani della Campania. 
Sicché il giallo potrebbe diventare arancione se non direttamente, attraverso un doppio salto mortale, rosso. E quindi lockdown.

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Una soluzione che però non piace a De Luca, da sempre a favore di una linea dura durissima, ma a livello nazionale. Rosso per tutti. Anche perché “noi siamo gialli – dicono dalla regione Campania con un notevole rischio confusione o ammuina – ma in verità siamo già arancioni: basti pensare alle scuole chiuse o allo stop alla mobilità tra province”. 
E quindi è tutto un colorare e colorarsi, darsi un tono e una sfumatura nella tavolozza dell’emergenza. Racconta Marsilio al Foglio: “Prima che la notizia diventasse di dominio pubblico mi ha telefonato Speranza per comunicarmi la sua decisione. Al momento – dice il governatore dell’Abruzzo  in quota Fratelli d’Italia intorno alle 19.30 – non esiste nemmeno ancora un report aggiornato e dettagliato da confutare o ratificare. Di sicuro so che il mio territorio è molto frastagliato: ci sono zone gialle e altre che dovrebbero diventare rosse. Ci sono province e province, insomma. Adesso siamo arancioni. Vedremo. Speriamo che funzioni, almeno. Cosa cambierà da mercoledì? Proveremo ad andare avanti e non ci saranno pranzi della domenica né scampagnate. Aspetto di leggere comunque i dati”. 

 

E sono proprio i dati, contestati e misteriosi, a volte assenti e (forse) falsati a mancare. In attesa di un nuovo quadro – annunciato in serata – sempre prima di cena spunta il video di Giovanni Rezza, direttore del dipartimento prevenzione del ministero della Salute. In meno di un minuto dà numeri allarmanti. Spiega con chiarezza da divulgatore scientifico quale ormai è diventato: “La situazione epidemiologica da Covid-19 continua a peggiorare e si registra un Rt di circa un 1,7. Abbiamo oltre 500 casi per 100mila abitanti e quasi tutte le regioni italiane sono pesantemente colpite”.   Speranza intanto ha firmato le cinque ordinanze che entreranno in vigore in altrettante regioni.

 

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Domani si decide per la Campania, osservata speciale: Speranza ha inviato a Napoli una truppa di ispettori che domani tirerà una linea dopo aver vagliato i dati, senza aspettare di riceverli. Manca la fiducia del ministero.  Bolzano, intanto, si è già messo in zona rossa da sola. Da più parti, nel frattempo, medici e infermieri rilanciano: “Serve il lockdown totale”.

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