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Il partito dei parafulmini

"A Bergamo delinquenza organizzata. Salvini si dissoci", Parla Mattia Palazzi

Carmelo Caruso

"Sindaci troppo soli. La Lombardia da chiudere prima. L'episodio di Bergamo è qualcosa che andrebbe studiato. Misure diverse per province. Basta al centralismo regionale". Intervista al sindaco Pd di Mantova

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Roma. Dopo Giorgio Gori “verranno a prendere” anche Mattia Palazzi, il sindaco di Mantova? “Quanto è accaduto a Bergamo, a Giorgio, a un amico, a un uomo del Pd, merita di essere raccontato e studiato. Non è solo grave. Lì c’è qualcosa di più”. In trecento, e di notte, si sono presentati sotto l’abitazione di Gori e gli hanno urlato che lo “avrebbero preso”, “vieni giù, vieni giù”. E intendevano che volevano afferrarlo con la forza, gli rimproveravano la chiusura della regione e dunque tutte le colpe del mondo. La zona rossa era il loro lacrimogeno. Non chiamatela disperazione. Era squadrismo organizzato. “Lo so anche io che nel paese c’è angoscia e che ci sono categorie che stanno soffrendo questa chiusura. La seconda. Ma quella, credetemi, era solo delinquenza”.

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Roma. Dopo Giorgio Gori “verranno a prendere” anche Mattia Palazzi, il sindaco di Mantova? “Quanto è accaduto a Bergamo, a Giorgio, a un amico, a un uomo del Pd, merita di essere raccontato e studiato. Non è solo grave. Lì c’è qualcosa di più”. In trecento, e di notte, si sono presentati sotto l’abitazione di Gori e gli hanno urlato che lo “avrebbero preso”, “vieni giù, vieni giù”. E intendevano che volevano afferrarlo con la forza, gli rimproveravano la chiusura della regione e dunque tutte le colpe del mondo. La zona rossa era il loro lacrimogeno. Non chiamatela disperazione. Era squadrismo organizzato. “Lo so anche io che nel paese c’è angoscia e che ci sono categorie che stanno soffrendo questa chiusura. La seconda. Ma quella, credetemi, era solo delinquenza”.

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In Lombardia si sta creando una bella intesa fra sindaci Pd. A Milano c’è Beppe Sala, a Bergamo Gori, a Brescia Emilio Del Bono, a Varese Davide Galimberti. E a Mantova c’è poi lei. “Il partito dei parafulmini? Alla fine siamo questo. Siamo noi che teniamo unite le comunità”. Finirete per essere scortati? “Sia chiaro, io non ho paura. Ma i sindaci non possono essere lasciati tanto soli sia dallo stato che dalle regioni”. Lo sono? “Sì. E c’è un clima bruttissimo. Nella giusta protesta si stanno già infiltrando i professionisti del disordine”.

 

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Palazzi che è stato da poco rieletto con il 70 per cento dei voti avvisa che Bergamo non è solo Bergamo e che in quella schiuma, che è una schiuma fatta di ultras, della solita destra guasta, c’è anche la Lega di Matteo Salvini. Lo dimostrano i video. Si filmano pure. “Salvini ha il dovere di parlare ai suoi militanti, di prendere le distanze. Lo deve fare subito. Lo deve fare bene”.

 

E dice che Bergamo è solo un altro grano di un rosario dopo Napoli, Milano, Torino. Inizieranno ad assaltare le case dei sindaci? “C’è la necessità di avere ristori veloci. Non c’è dubbio che il governo debba fare di più. I sindaci sono simbolicamente lo stato a pochi metri da casa”. E’ vero che voi sindaci lombardi avete protestato contro il governatore Attilio Fontana? “Non è così”. E allora com’è? “Abbiamo chiesto di sapere se a province come Mantova, Bergamo, Varese, province dove l’aumento dei contagi è più basso rispetto a Milano, si possano applicare restrizioni diverse così come prevede il dpcm”.

 

Fontana ha dichiarato che si tratta di un’invenzione e che non è possibile derogare. E Palazzi risponde che l’invenzione è un’altra. “Dire che abbiamo chiesto trattamenti diversi non corrisponde a verità. Abbiamo innanzitutto chiesto di avere i dati. So benissimo che il tema è complesso. Ma solo conoscendo i numeri è possibile spiegare alle nostre comunità la ragione per cui si chiude”. E Fontana? “Non si è detto contrario”. E come si capisce esistono già diverse tonalità di Fontana così come possono esistere più sfumature di rosso anche all’interno della Lombardia. E infatti, per Palazzi un altro argomento non meno importante, e che è destinato a incidere, è il numero dei ricoveri in provincia. “Faccio l’esempio Mantova una provincia che giustamente ricovera pazienti provenienti da Milano. Non si discute la solidarietà, ma i numeri “solidali” non devono fare aumentare quelli della provincia e di conseguenza fare scattare misure ancora più severe”.

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E aggiunge che la Lega, e dunque la regione, deve smetterla di ripetere che “non era giusto chiudere la Lombardia”. Negano a Milano quello che chiedono a Roma. “Mi sembra che sia stato lo stesso direttore dell’Ats lombardo a dire che era necessario chiudere prima. La Lombardia doveva chiudere. E’ evidente”. Cosa serve allora per la Lombardia? “Parole chiare, dire, come spiega la cancelliera tedesca, che sarà lunga anziché illudere, o esorcizzare la pandemia”. E’ stato fatto? “Certo, che è stato fatto. E’ scattata la gara a riaprire, si sono allentati i buoni comportamenti”. E a differenza di chi ancora polemizza sulla necessità di allestire un ospedale covid alla fiera di Milano, Palazzi ne invoca un altro nell’area della Brianza. “Penso ad ospedali dedicati. Questo permetterebbe di lasciare ospedali puliti e che continuerebbero a garantire la sanità per altre patologie”. E pure lui è convinto, come molti nel Pd (ma attenzione, il testo base non può essere quello di Paola Taverna) che modificare il titolo V sarà una necessità. Dice che non è un discorso fuori tempo ma che andrà prestissimo fatto. Ora invece? “Ora andrebbero affidati ai sindaci più competenze. Anche io dispongo chiusure, ma senza i mezzi, e le risorse che hanno le regioni”. Non era stato contro regioni? “E non è forse il momento di parlare e di rivedere il centralismo regionale?”.

 

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