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Il caso

Covid, lunedì le nuove ordinanze di Speranza: quattro regioni nel mirino

Attesi i nuovi dati dai territori poi la cabina di regia: Liguria, Campania, Abruzzo e Umbria. Dubbi sul Veneto

Simone Canettieri

Situazione critica anche in Campania, allerta del Viiminale. Anche il Veneto sott'osservazione. Conte: il virus è un treno che va rallentato

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Le regioni attenzionate sono due: Campania e Liguria. Ma possono rientrare anche l’Abruzzo e l’Umbria, così come il Veneto. La cabina di regia, che dispensa pagelle ai territori sulla base dei cervellotici 21 parametri predisposti dal ministero,  tra oggi e domenica  elaborerà  i nuovi dati sull’andamento del coronavirus in Italia e sulla risposta sanitaria dei singoli territori. Una volta che il cervellone avrà fatto ordine nello scacchiere italiano, le regioni più critiche cambieranno di colore.

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Le regioni attenzionate sono due: Campania e Liguria. Ma possono rientrare anche l’Abruzzo e l’Umbria, così come il Veneto. La cabina di regia, che dispensa pagelle ai territori sulla base dei cervellotici 21 parametri predisposti dal ministero,  tra oggi e domenica  elaborerà  i nuovi dati sull’andamento del coronavirus in Italia e sulla risposta sanitaria dei singoli territori. Una volta che il cervellone avrà fatto ordine nello scacchiere italiano, le regioni più critiche cambieranno di colore.

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E così partiranno le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza. Quando accadrà tutto questo? Lunedì. O, al massimo, il giorno dopo, martedì. Il meccanismo, si sa, è molto cervellotico. E c’è comunque una serie di variabili non banali, come ad esempio l’ordine pubblico. Al Viminale non si sono dimenticati della rivolta di Napoli del 24 ottobre. 

 

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A rigor di  numeri Campania e Liguria sono destinate a salutare le fascia gialla per entrare in quella arancione. Anche, se ammettono dal ministero della Sanità, se i valori fossero molto alti nessuno può escludere un doppio salto: la zona rossa. Un caso che riguarda, per esempio, la Campania. Dove Vincenzo De Luca ha già attuato una serie di provvedimenti molto restrittivi: dalle scuole chiuse allo stop della mobilità tra una provincia e l’altra. Anche se da Palazzo Santa Lucia sono molto critici rispetto a un lockdown campano: “Come si fa a chiudere solo tre milioni di persone?”.

 

La situazione è monitorata anche dal ministero dell’Interno dove però sottolineano che alla fine saranno i dati sanitari a guidare i provvedimenti.  Si cerca un equilibrio, che è fragile. Perché le prime ordinanze hanno riacceso lo scontro tra regioni e governo, perché vengono contestati i dati sulla scorta dei quali sono partite le ordinanze. “Erano vecchi”, dice da giorni Alberto Cirio, presidente del Piemonte (che adesso, davanti al boom di contagi, cambia linea e chiede misure per tutta l’Italia).  
Gli attuali “colori” sono stati scelti in base alla rilevazione del 16-25 ottobre. Ed è scontato che i prossimi dati siano peggiori. Ma c’è anche un tema politico che agita i protagonisti e non aiuta a dipanare la matassa. 

 

Si cerca dunque di condividere un metodo tra i diversi livelli istituzionali. Le forze di maggioranza che sostengono Giuseppe Conte, alla luce di questo conflitto, hanno alzato in aria la palla della revisione del Titolo V.

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Speranza ha di nuovo incontrato – su Zoom – i governatori per mandare messaggi distensivi. “Anche alla luce di certe spinte centraliste di queste ore”, ha ammesso Stefano Bonaccini, che è presidente della Conferenza stato-regioni. Ma intanto il virus si moltiplica (oggi 37.809 nuovi positivi) e da nord a sud la situazione inizia a essere molto allarmante.

 

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Peggio: “La situazione degli ospedali è drammatica più o meno in tutta Italia, in certi casi è addirittura tragica. Non riusciamo più a ricoverare i pazienti, quelli che arrivano in ospedale sono un’altra volta quelli gravi o gravissimi e molti devono restare a casa”, spiega  Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.  Lo stesso che ha auspicato un lockdown per la città metropolitana di Napoli, quindi comune e provincia.

 

Uno scenario talmente critico che proprio Speranza, in audizione alla Camera, ha tenuto a sottolineare mandando una serie di messaggi incontrovertibili. Il primo: “Le ordinanze non si contrattano”.

 

Quindi non ci saranno alternative o giochi al ribasso. Secondo messaggio questa volta indirizzato ai governatori: “I criteri di monitoraggio su 21 parametri sono stati condivisi con le regioni in due incontri, e da 24 settimane i parametri di riferimento vengono utilizzati senza che mai le regioni abbiano portato obiezioni”.  Dunque una nuova stretta sta per arrivare. E lo sa anche Conte che ha usato una metafora ferroviaria: “Il virus è come un treno che corre, oggi c’è bisogno di ulteriori riduttori della velocità”.

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