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Regioni in rivolta/2

"Impugnerò l'ordinanza, la Calabria non merita la zona rossa". Parla Spirlì

Carmelo Caruso

"Chiudere la Calabria significa la fame. Mi opporrò al governo. Non è vero che trucchiamo i dati". Parla il governatore leghista della Calabria, il "facente funzioni", Nino Spirlì. "E' una misura sproporzionata"

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La Calabria chiude. Lei cosa farà? “Mi ha chiamato il ministro Speranza e mi ha confermato che la regione da venerdì sarà zona rossa. Impugnerò la decisione del governo. Utilizzeremo tutti gli strumenti legali  e la vera sorpresa sarà questa. Dimostreremo che la Calabria non lo merita, ma lo faremo in maniera civile, composta. Lo prometto”. Come dobbiamo presentarla? Come il poeta leghista, l’omosessuale, Nino Spirlì o come il presidente che non voleva fare il presidente? “La Calabria ha perso Jole Santelli, una donna insostituibile, ma io ho perso l’amica, la sorella. Mi chiedete adesso: cosa farà? Ma io rispetto a Jole sono un uomo piccolo piccolo”.

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La Calabria chiude. Lei cosa farà? “Mi ha chiamato il ministro Speranza e mi ha confermato che la regione da venerdì sarà zona rossa. Impugnerò la decisione del governo. Utilizzeremo tutti gli strumenti legali  e la vera sorpresa sarà questa. Dimostreremo che la Calabria non lo merita, ma lo faremo in maniera civile, composta. Lo prometto”. Come dobbiamo presentarla? Come il poeta leghista, l’omosessuale, Nino Spirlì o come il presidente che non voleva fare il presidente? “La Calabria ha perso Jole Santelli, una donna insostituibile, ma io ho perso l’amica, la sorella. Mi chiedete adesso: cosa farà? Ma io rispetto a Jole sono un uomo piccolo piccolo”.

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Insomma, Spirlì, chi è? “Tutti mi chiamano presidente. Ed è vero. Parlo con Giuseppe Conte, con il commissario Domenico Arcuri, ma secondo lei può mai nascere una presidenza dopo un dolore tanto grande? Avrei preferito non essere nulla che essere ‘questo’ qualcosa”. Lo chiamano il “facente funzione”, da assessore alla Cultura a presidente della Calabria che si scopre adesso “rossa”: “Che mi creda, non può essere il nostro colore. I nostri contagi non giustificano quella misura così estrema. La Calabria chiude, ma così la Calabria muore”.

 

Porta al collo una catenina con il cuore di Gesù, ha studiato Arte drammatica all’accademia di Palmi. Il padre era democristiano. Riuscirà a fare il moderato? “Lo farò riuscendo a spiegare che l’indirizzo, non solo è ingiustificato, ma non si motiva neppure secondo i 21 parametri che il governo ha individuato. Non si può punire una regione che nella prima fase ha rispettato correttamente le misure. Chiudere è doloroso, ma chiedere la Calabria significa la fame. Non so dirlo in un altro modo, ma sono sicuro che è il miglior modo per dirlo”.

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E dice che in Calabria i posti occupati in terapia intensiva sono al momento il 6 per cento (“e la soglia che fa scattare la chiusura è il 30 per cento”), quelli di area medica il 16 per cento (“anche qui siamo al di sotto”). E’ vero che avete provato a truccare i numeri per evitare la chiusura? “Non abbiamo truccato nulla e sarei folle se lo facessi. Io non voglio perdere nessun calabrese. Nessuno sottovaluta la pandemia. La Calabria ha una sanità commissariata e commissariate sono le Asp. Le guidano emissari spediti dal ministero della Sanità. Il ‘decreto Calabria’, firmato ieri, riconosce, e lo mette nero su bianco, il fallimento dell’ultimo commissariamento. Lo ha scritto sempre ieri l’esecutivo: nel nostro fallimento c’è anche il fallimento del governo”.

 

Raccontano che solo in questa regione i dati sui contagi vengano trasmessi al ministero attraverso un foglio “A4”. In pratica, sono scritti a mano. Potete ingannare. Lo avete già fatto? “E io le rispondo che i dati li posso inviare anche con un piccione viaggiatore. Ciò che conta è che siano reali, che siano comunicati velocemente. Lo ripeto. Niente giustifica questa chiusura immotivata. Non si può stabilire la chiusura di una regione con un sistema tanto macchinoso. Serve un sistema meno farraginoso dei 21 parametri. Si doveva fare”.

 

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Non urla che vi chiudono perché siete governatori di destra? La Lombardia, il Piemonte e la Calabria... “Vuole farmi dire che chiudono la mia regione perché sono leghista? Non ci riuscirà. Ma le differenze fra regioni esistono e anche una certa differenza di trattamento. Ma voglio credere che siano dovute alla difficoltà di interpretare i dati. No, io non farò la vittima, non lascerò al governo questo alibi”.

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Potete però abbandonare, per protesta, la Conferenza Stato-regioni. Lo ha suggerito il presidente del suo Consiglio regionale. “Capisco la sua angoscia. Ma noi non abbandoniamo la Conferenza Stato-regioni. Non chiudiamo la porta semmai sfondiamo una porta per sederci e per ragionare. Daremo battaglia, ci opporremo, questo lo garantisco”. Vuole insultare Speranza? “Ho imparato a conoscerlo ad ascoltarlo, ed è piacevole. Io non  insulto. Ma gli chiedo di riflettere, di rivedere le sue posizioni rigide, di continuare a confrontarsi. Non voglio credere che il suo colore politico condizioni le sue scelte. Non lo voglio credere. Ma questa decisione è sbagliata e ci porta a confliggere”. La chiusura farà di lei un politico? Sta preparando la sua candidatura come prossimo presidente della regione? “Candidarmi? Ma io sono già  candido”.

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