PUBBLICITÁ

Il retroscena

Covid, Mattarella in campo con regioni e centrodestra: diventa il supplente di Conte

Il capo dello stato a tutto campo per favorire una cabina di regia con i governatori in rivolta. E domani vedrà Fico e Casellati. L'appello del Quirinale all'unità

Simone Canettieri

Il Quirinale soccorre il premier e apre i canali diplomatici con i territori che non digeriscono il dpcm. Primo segnale alla Camera dalle  opposizioni  

PUBBLICITÁ

 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


 

PUBBLICITÁ

 L’immagine che filtra dalle vetrate del Quirinale è quella del padre di famiglia che cerca di far andare d’accordo, per quanto possibile, un gruppetto di fratelli litigiosi: il governo e le opposizioni, il governo e le regioni.

La moral suasion di Sergio Mattarella è a tutto campo. Evidente. Una tela che si allarga giorno dopo giorno, seguendo l’emergenza, con parole, azioni e telefonate. Un pressing che nelle ultime ventiquattro ore è uscito dal cono d’ombra degli arazzi del Quirinale per essere visibile a tutti. E se il premier Giuseppe Conte si presenta alle Camere – sicuramente grazie anche alle premure del Capo dello stato – per invitare (con poca fortuna, per ora) le minoranze a una cabina di regia, contemporaneamente Mattarella si muove in prima persona con i governatori, confusi e ancora ignari del dpcm. Ieri mattina, infatti, il presidente della Repubblica si è collegato su Zoom per raccomandare a Stefano Bonaccini, presidente della conferenza stato-regioni, e a Giovanni Toti (che è il vicepresidente dell’organismo) di “lavorare uniti e di mettere da parte le appartenenze politiche e geografiche per il bene del paese”, come poi racconterà il presidente dell’Emilia Romagna. Una missione non semplice, visto il caos di queste ore, come ha rimarcato anche Toti. Il quale, però, si è sentito rispondere con una formula chiara: il Quirinale non entra nei singoli provvedimenti e nemmeno sostituisce il ruolo dell’esecutivo perché tiene ben a mente cosa dice la Costituzione. Mattarella c’è. Spinge, tesse e propizia e tiene ben saldi i rapporti con le regioni, cosa che non riesce bene a Conte. E così in un certo senso la cabina di regia con i governatori (quattordici sono di centrodestra) passa proprio dal Colle. Una supplenza? Di sicuro una presenza, ma solo per non essere troppo maliziosi.  

 

PUBBLICITÁ

 Ieri alla Camera, seppur con molta fatica, un segnale di unità nazionale è arrivato. Il ministro Federico D’Incà si è fatto promotore di una trattativa con il centrodestra che ha portato il governo a dare parere favorevole ad alcuni punti della loro risoluzione (i punti 12, 13, 14 e 17). “Questo nell’ottica di dare un segnale importante di collaborazione al paese, come chiesto da Mattarella”, ha detto D’Incà dopo aver portato a casa il primo, seppur piccolo, risultato. Il centrodestra si è così astenuto successivamente sulla risoluzione di maggioranza votando contro solo a un punto. “Un importante segnale di collaborazione”, ha subito sottolineato il segretario del Pd Nicola Zingaretti a proposito di “questa prima convergenza politica che da tempo auspichiamo”. Una sfida, quella dell’unità nazionale almeno sulle decisioni più importanti, che vede in prima linea Zingaretti e Dario Franceschini, capo delegazione del Pd al governo.

 

E sempre su questo solco di “massima collaborazione” oggi pomeriggio Elisabetta Casellati e Roberto Fico saranno ricevuti dal Capo dello stato. Sul tavolo: un modus operandi da trovare in Parlamento, alla Camera e al Senato, sui provvedimenti che l’esecutivo dovrà prendere nei prossimi giorni e forse settimane. Il vero nodo rimane quello delle regioni, soprattutto alla luce del fatto che il centrodestra ne governa la stragrande maggioranza. Per una volta – “e anche stranamente, aggiungono con un sorriso da Via Bellerio – i governatori della Lega sono concordi nel denunciare “il blackout” di informazioni da parte dell’esecutivo. Anche se alla fine, i grandi fautori del federalismo sembrano aver fatto più di un passo indietro, lasciando l’iniziativa a Roma. Una tensione che, sempre senza entrare nel merito, il Quirinale sta cercando di stemperare attraverso messaggi chiari. Come quello di domenica scorsa, durante la visita a sorpresa al cimitero di Castegnato, nel Bresciano, dove era stata trafugata la lapide in memoria delle vittime del Covid. Un’occasione per dire basta con gli “egoismi”. Mettendo da parte “i protagonismi e per unire le forze di tutti e di ciascuno, quale che siano il suo ruolo e le sue convinzioni”.

Nasce da qui, e dai rapporti frequenti con Luca Zaia e Attilio Fontana, la cabina di regia parallela di Mattarella con i governatori, e chissà presto magari anche con Salvini-Meloni-Berlusconi. Per molti una supplenza a Conte, di sicuro una presenza che si nota.

 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ