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Chiudere Milano?

Majorino: "A Milano non si può aspettare. Fare class action contro Fontana"

Carmelo Caruso

L'europarlamentare Pd, Pierfrancesco Majorino: "A Milano serve agire presto. Fontana si assuma le responsabilità e non la scarichi su Sala. I milanesi dovrebbero fare una class action contro la giunta leghista"

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A Milano si può ancora aspettare? “Temo che non si possa aspettare ancora dieci giorni”. Per il ministro della Sanita, Roberto Speranza, Milano è “la sorvegliata speciale”. Per il sindaco, Beppe Sala, la città è pronta a un ulteriore sacrificio “anche se non credo sia giusto in questo momento”. E invece secondo Pierfrancesco Majorino, europarlamentare del Pd, assessore sia nella giunta di Giuliano Pisapia sia in quella Sala, bisogna fare di tutto per evitare un lockdown totale, rigido e dunque anche “agire prima, se necessario”.

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A Milano si può ancora aspettare? “Temo che non si possa aspettare ancora dieci giorni”. Per il ministro della Sanita, Roberto Speranza, Milano è “la sorvegliata speciale”. Per il sindaco, Beppe Sala, la città è pronta a un ulteriore sacrificio “anche se non credo sia giusto in questo momento”. E invece secondo Pierfrancesco Majorino, europarlamentare del Pd, assessore sia nella giunta di Giuliano Pisapia sia in quella Sala, bisogna fare di tutto per evitare un lockdown totale, rigido e dunque anche “agire prima, se necessario”.

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Parla di responsabilità di chiusura, compito che dovrebbe esercitare la regione anziché allontanarla. “Non c’è dubbio che Milano stia pagando, anche simbolicamente, un governo regionale che definisco pazzesco e non lo dico perché sono di sinistra. Il Veneto ha lavorato bene. So riconoscere i meriti. La Lombardia arriva alla seconda ondata nelle stesse condizioni della prima. Parliamo di Fontana, il politico italiano che ha più fallito”. “Processare” la giunta Fontana, una class action? “I milanesi, dovrebbero fare una class action contro la peggiore giunta di sempre. Stiamo pagando errori. Troppi errori”.

 

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E dice che Milano non può diventare una contesa fra rilassati e isterici: “Chiudiamo tutto o lasciamo tutto aperto”, non può essere Sala il solo a farsi carico del peso. Lei che farebbe? “Penserei ad altre forme di lockdown anche anagrafico”. Si è parlato  di Milano “zona rossa”, Milano come Wuhan. Insomma, come in Cina. Risponde: “Io non vorrei arrivare a Milano zona rossa, una misura che mi sembra anche difficile da applicare in una città di vaste dimensioni. E’ vero invece che si può ragionare su limitazioni alternative. Nuove. Mi sembra di averlo detto chiaramente. Milano sa sopportare se serve. Chiaramente si devono avere tutti gli strumenti prima di decidere”. Proposte? “Ci possono essere limitazioni per gli over 65, capire se incentivare economicamente lo smart working, rimodulare gli orari degli uffici. Non mi sembra tuttavia possibile attendere. Rimanere fermi allo status quo. E non è un pensiero in libertà, ma suffragato dai numeri che registro”.

 

Diciamo la verità: è nelle cose che Milano, così come Napoli e Genova, altre città italiane dove il virus circola con intensità, possa essere la prima a sperimentare un lockdown comunale. “Ed è per questa ragione che io sposterei adesso l’attenzione sulle garanzie, sulle risorse che non possono che essere speciali. Se si deciderà di chiudere, la chiusura dovrà essere accompagnata da investimenti massicci. Il Recovery Fund dovrà avere Milano al centro”. Perché ancora Milano, perché ancora i contagi incontrollati? “Perché sono stati gettati otto mesi. Mancano assistenza sanitaria, tamponi, tracciamenti. E quelli che si fanno, si fanno grazie ai privati. Ho come l’impressione che ci si concentri su una città che è stata gestita nel migliore di modi. Si vuole lasciare a Milano il cerino. Fontana si nasconde e allontana la decisione di chiudere”. E Majorino rifiuta la caricatura che si continua a fare. “Non posso sopportare chi continua a descrivere questa comunità come una comunità assetata di denaro, pronta a sacrificare la salute. Non è cosi”. Insomma, vuole fare polemica? “Sì. Non è vero che questo sia il tempo delle polemiche. Io credo che lo sia. Eccome. Non esiste un sentimento antilombardo. Esiste chi ha sbagliato”. Sala (forse) non si candiderà. Lo farà lei al suo posto? “Ho apprezzato la decisione di non parlare della sua ricandidatura e non posso che augurarmi che alla fine sia nuovamente Sala a ricandidarsi sindaco. E’ la soluzione migliore”.

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