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Una newco tra Acea ed Ama? Gli occhi sui rifiuti di Roma

Gianluca De Rosa

Orecchie dritte alla presentazione del nuovo piano industriale della multiutility. Il capogruppo Pd Pelonzi: "Ad Ama il Campidoglio vuole lasciare solo la raccolta dei rifiuti". Gli equilibrismi dell'ad Gola

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Quasi mezzo miliardo per consolidare il frammentato mercato dei rifiuti e chiudere finalmente il ciclo della gestione della monnezza in Centro-Italia. Dei 4,7 miliardi di investimenti previsti nel piano industriale 2020-2024 di Acea, presentato questo pomeriggio dall’amministratore delegato della multiutility, Giuseppe Gola, ben 445 milioni riguardano il settore dei rifiuti. Una cifra consistente per un obiettivo notevole: più che raddoppiare entro il 2024 le quantità di rifiuti trattate.

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Quasi mezzo miliardo per consolidare il frammentato mercato dei rifiuti e chiudere finalmente il ciclo della gestione della monnezza in Centro-Italia. Dei 4,7 miliardi di investimenti previsti nel piano industriale 2020-2024 di Acea, presentato questo pomeriggio dall’amministratore delegato della multiutility, Giuseppe Gola, ben 445 milioni riguardano il settore dei rifiuti. Una cifra consistente per un obiettivo notevole: più che raddoppiare entro il 2024 le quantità di rifiuti trattate.

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Oltre 2,9 milioni di tonnellate da destinare agli impianti dell’azienda controllata al 51 per cento da Roma Capitale, una crescita del 120 per cento – nel 2019 le tonnellate lavorate erano 1,3 milioni – con aumenti nel trattamento di rifiuti urbani indifferenziato e organico, del materiale secco (plastica, carta, etc) e pure dei rifiuti speciali. Già negli ultimi due anni, ha ricordato l’ad Gola, Acea è stata attiva nel settore con le acquisizioni di Demap (trattamento plastiche), Berg (trattamento rifiuti liquidi), Ferrocart (recupero carta), Cavallari (selezione e cernita rifiuti) e Multigreen e la realizzazione di un impianto di compostaggio a Monterotondo marittimo.

  

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“Con le acquisizioni la nostra capacità di trattamento è cresciuta già nel 2020 a 1,7 milioni di tonnellate”, ha riferito Gola. Senza dimenticare che Acea è proprietaria dell’unico termovalorizzatore attivo nel Lazio, quello di San Vittore, in provincia di Frosinone, proprio al confine con la Campania. Al termine della presentazione del piano industriale di Acea, a tanti esponenti della politica capitolina devono essersi drizzate le orecchie. Le mosse della multiutility sui rifiuti, infatti, sono monitorate con costante attenzione. Sarà lei a chiudere il ciclo dei rifiuti anche in Lazio? Che cosa rimarrà ad Ama, ancora senza bilanci, della gestione dei rifiuti (oggi tratta solo il 15 per cento di quello che raccoglie)?

 

Il capogruppo del Pd Giulio Pelonzi lo ripete da anni: “Ad Ama il Campidoglio vuole lasciare solo la parte più povera della gestione del ciclo dei rifiuti: la raccolta, dando il resto in mano ad Acea”. “C’è un piano pre-ordinato per indurre Ama al fallimento”, è invece ormai un leitmotiv ripetuto in ogni occasione da Stefano Fassina. Manovre oscure, pseudo-complotti, alimentati anche dalle sempre più assurda vicenda dei bilanci di Ama, con il consuntivo 2017 ancora non approvato e da un piano industriale ancora in versione bozza, dove sono elencati 12 impianti da realizzare, ma non le aree per costruirli. Insomma, si fa sempre più realistica l’idea che ai rifiuti della Capitale ci penserà Acea.

 

Come raccontato dal Foglio anche nel Pd, a partire dall’assessore ai Rifiuti della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, nessuno esclude un ruolo da protagonista della multiutility, ma da quelle parti si vorrebbe che la cosa accadesse in cooperazione con Ama. “Lo dico senza paura: secondo me a questo punto è utile realizzare una newco tra Acea ed Ama: sta nelle cose che si mettano a sistema due aziende con focus diversi ma che possono costruire sul tema dei rifiuti una sinergia importante, ma non può essere un soggetto in cui Ama porta solo manodopera”, disse alcune settimane fa Valeriani. Il piano di investimenti nel settore rifiuti di Acea prevede che dei 445 milioni, ben 206 vadano in operazione di Mergers & Acquisition.

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Gola nel corso della presentazione del piano industriale ha parlato di 15 interventi, tra acquisizioni e fusioni. A chi gli chiedeva se ci fosse l’ipotesi di un’operazione su Ama però ha risposto così: “Non c'è nessuna forma di contatto con società di raccolta rifiuti a Roma. Nel piano industriale proseguiamo un percorso già iniziato, l’obiettivo è la chiusura del ciclo dei rifiuti in centro Italia, principalmente i nostri investimenti riguarderanno impianti di taglia piccola e media locati in centro Italia, sia per i rifiuti indifferenziati e l’organico, sia per il riciclo di carta e plastica, sia per i rifiuti speciali, in particolare i fanghi”. La definizione di “società di raccolta” a tanti potrebbe non piacere.

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