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Matteo Renzi che retwitta Pippo Civati che condivide un post di Lodo Guenzi

David Allegranti
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Matteo Renzi che retwitta Pippo Civati che condivide un post di Lodo Guenzi. Le conseguenze dell’emergenza sanitaria rendono possibili anche incontri diventati impossibili. Probabilmente Renzi non retwittava Civati dal 2010 (scherziamo, sarà capitato di sicuro di nuovo nel 2011), quando insieme lanciarono l’assalto al cielo per provare a prendersi il Pd. Uno ci riuscì, l’altro se ne andò. Alla fine, però, se ne sono andati tutti e due. Altri tempi, comunque, quando Renzi era così trasversale che la prima Leopolda nel 2010 la fece con Civati. Ne uscì fuori una “Carta di Firenze”, oggi dimenticata, che terminava con la proposta di un Parlamento dimezzato, a metà prezzo, per un Paese dalla parte dei “promettenti” e non dei conoscenti, un sì alle unioni civili e un sì allo ius soli. Non una novità; era già nel programma del Pd del 2008 e in una proposta di modifica dello Statuto del Pd Veneto, mentre le unioni civili erano già a pagina 72 delle famigerate 281 del programma dell’Unione del professor Prodi. Il sodalizio con Civati durò poco, giusto una Leopolda. La rottura arrivò dopo la visita di Renzi ad Arcore da Berlusconi. Civati disse che non ne sapeva nulla e non gradì. A riunirli, ma solo su Twitter, non è stato il Lodo Mondadori.

 

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