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L'intervista

Covid, la danza delle destre su Palazzo Chigi. Durigon: "Sì a una cabina di regia"

Dopo la mossa della Meloni, anche la Lega prova a circondare Conte: "Pronti a collaborare, ma con pari dignità". E poi c'è Forza Italia

Simone Canettieri

Il braccio destro di Salvini al Foglio: "Non ci interessano le poltrone, ma i processi decisionali. Vogliamo vedere le carte e prendere parte ai vertici che contano"

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“Penso che sia inutile tampinare una ragazza che non ti vuole o no?”. Prego, onorevole? “Mi spiego meglio: se in questa fase Conte vuole davvero coinvolgerci, perché si è reso conto di aver sbagliato tutto, deve chiamarci, farci vedere le carte del Cts e decidere insieme a noi”. Claudio Durigon, braccio destro di Matteo Salvini ed ex sottosegretario al Lavoro del governo gialloverde, tiene a specificare al Foglio: “Attenzione, non ci interessano le poltrone, potremmo però far parte di una cabina di regia per il bene del paese. Ma non dipende da noi. E’ come la storia della ragazza, appunto”.  

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“Penso che sia inutile tampinare una ragazza che non ti vuole o no?”. Prego, onorevole? “Mi spiego meglio: se in questa fase Conte vuole davvero coinvolgerci, perché si è reso conto di aver sbagliato tutto, deve chiamarci, farci vedere le carte del Cts e decidere insieme a noi”. Claudio Durigon, braccio destro di Matteo Salvini ed ex sottosegretario al Lavoro del governo gialloverde, tiene a specificare al Foglio: “Attenzione, non ci interessano le poltrone, potremmo però far parte di una cabina di regia per il bene del paese. Ma non dipende da noi. E’ come la storia della ragazza, appunto”.  

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Se questo sia solo un modo per mettere ancora di più in difficoltà il governo o un’intenzione reale lo diranno il tempo, la curva dei contagi e l’andamento dell’economia. Di sicuro, tra accelerazioni e frenate, qualcosa nel centrodestra inizia a muoversi. Nell’aria ruotano, e ricadono a terra, espressioni come “governo di salute pubblica” o “governo di unità nazionale”.  Scenari smentiti dalla Lega, ma che da Forza Italia e Fratelli d’Italia vengono in qualche modo solleticati. Seppur senza mai essere esplicitati. Seppur senza che queste formule antiche vengano snocciolate. Siamo ai paletti e alle condizioni, per ora. D’altronde, è stata proprio Giorgia Meloni, ieri mattina con un’intervista al Corriere, a parlare di “patti chiari e urne a fine emergenza”.  Ma solo se Palazzo Chigi ammetterà “gli errori e ritirerà le misure sbagliate”. 

 

Anche Forza Italia si dice  pronta a collaborare, salvo poi denunciare il mancato coinvolgimento prima di prendere le decisioni che contano. Rumori di fondo che accompagnano il trambusto delle piazze. Che alla fine potrebbero non distinguere la destra dalla sinistra. “Già, c’è il rischio che tutti i politici siano uguali”, sospira Durigon.  
 

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Si muove qualcosa, dunque, intorno a Conte. Se è vero che anche Nicola Zingaretti durante la direzione del Pd ha indirizzato al premier un appello affinché ci sia “un nuovo metodo di lavoro” con le minoranze che non possono  “solo sottoscrivere le decisioni che prende la maggioranza”.

 

E questo lo dice anche Durigon, in maniera più diretta: “Come può Conte telefonare a Salvini quattro minuti prima di andare in conferenza stampa per dirgli allora ti comunico che ho deciso questo? E’ un metodo che può portare da qualche parte?”. 

 

Nel giorno in cui Salvini prova a fare sponda con Renzi sul cambio del dpcm, alimentando così la narrazione dei “due Mattei”, Durigon lancia l’idea di una cabina di regia. Consapevole del fatto che in questa situazione sono impensabili cambi di governo e tanto più nuove elezioni. “Vi immaginate le consultazioni con una pandemia in corso? Ma siamo seri”.

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E allora? “Questa seconda ondata mette a repentaglio sistemi sanitari da sempre in sofferenza e rischia di dare il colpo mortale a tutte le imprese che fino a oggi avevano investito un sacco di soldi per mettersi in regola con il distanziamento. Vogliamo esserci, ma da protagonisti. Perché il premier non riunisce insieme con i capi di delegazione anche i tre leader del centrodestra? Perché non si potenzia il trasporto privato? Perché non ci stanno a sentire sui ristori e sulla cassa integrazione? Si sapeva che ci sarebbe stato un problema con la mobilità, ma si è pensato a lanciare il bonus per i monopattini”.

 

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D’accordo, Durigon, ma questo è il passato, anche voi della Lega avete negato la possibilità di seconda ondata questa estate. Il problema è il presente, per non parlare del futuro prossimo. “Noi ci siamo, Matteo lo dice da mesi e lo ripete in queste ore. Ma se vogliamo fare una cabina di regia deve essere costruita in modo che tutti i componenti abbiano pari dignità. Non ci interessano le poltrone, ma i processi decisionali sì”.

 

Parole importanti, quelle del braccio destro del Capitano in materia di lavoro e pensioni, che piovono nel giorno in cui anche il M5s, per la prima volta, rumoreggia contro Conte. Non solo Matteo Renzi, dunque. Pure i grillini nelle chat  sono costernati davanti alle chiusure alle 18. Un malessere generalizzato e reale. Che trasforma Palazzo Chigi in un bunker. E dà forza, allo stesso tempo, alle danze delle destre. 

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