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Chi c'è dietro le proteste di piazza contro il lockdown

Valerio Valentini

Covid, furbacchioni e complottisti. I blogger neoborbonici a Napoli, il finto agente di scorta di Saviano a Roma. L'associazione xenofoba a Trieste e una commistione di mondi paracriminali a Torino. Volti e storie di chi fomenta la rabbia sociale in giro per l'Italia

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C'è il blogger neoborbonico a Napoli e l'imprenditore famoso per i "video fake news" a Roma. C'è il "sito di controinformazione" d'estrema destra a Trieste, mentre a Torino c'è l'ex latitante valsusino arrestato durante un'operazione antidroga a Ibiza. Ci sono anche loro, nel guazzabuglio di opposti estremistici furori, in una nebulosa di proteste che non disdegna neppure la partecipazione di Forza Nuova e dei centri sociali d'ispirazione anarcoide, a sobillare le angosce e le inquietudini di tanti commercianti italiani preoccupati per la sorte delle loro attività in queste settimane di quasi lockdown

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C'è il blogger neoborbonico a Napoli e l'imprenditore famoso per i "video fake news" a Roma. C'è il "sito di controinformazione" d'estrema destra a Trieste, mentre a Torino c'è l'ex latitante valsusino arrestato durante un'operazione antidroga a Ibiza. Ci sono anche loro, nel guazzabuglio di opposti estremistici furori, in una nebulosa di proteste che non disdegna neppure la partecipazione di Forza Nuova e dei centri sociali d'ispirazione anarcoide, a sobillare le angosce e le inquietudini di tanti commercianti italiani preoccupati per la sorte delle loro attività in queste settimane di quasi lockdown

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Napoli, i neoborbonici insorgenti

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Nel capoluogo partenopeo, dove tutto è partito venerdì scorso, la mobilitazione sui social andava avanti da giorni. Tra i gruppi più attivi c'era sicuramente quello chiamato "Gli Insorgenti", creato il 17 ottobre scorso. Ad amministrarlo è una coppia di nostalgici neoborbonici, grandi cantori dell'orgoglio napoletano, che animano anche un sito di "informazione libera" chiamato "Ischia Press", che, dice, "vuole fare 'press-ione' al pensiero unico e contro il monopolio dell’informazione di massa". L'ideatore è Gigi Lista, istrionico giornalista ischitano che in passato ha anche accarezzato l'idea di darsi alla politica, prima di trovare la sua strada nell'attivismo più sbracato a Napoli e dintorni (mesi fa incitava i suoi concittadini ad aggredire Giulio Golia, l'inviato delle Iene, tirandogli frutta marcia a vista, per via di un suo servizio che avrebbe screditato l'onore e la dignità del popolo campano). E' stato proprio Lista ad apparire davanti alle telecamere di varie tv nazionali come rappresentante dei contestatori; è stato lui, insieme ai suoi amici, a convocare il presidio permanente (che poi tanto permanente non è) a Piazzetta Orientale, fomentando la folla con comizi improvvisati in cui esponeva la sua teoria del complotto: "Stanno facendo questo esperimento del lockdown su noi campani per primi perché sanno che, se noi non insorgiamo, vuol dire che possono estenderlo a tutt'Italia senza che nessuno dica niente".

 

Accanto a lui, c'è Ylenia Petrillo, insegnante di inglese alle scuole medie e collaboratrice dello stesso giornale online. Anche lei è molto attiva nel convocare gli iscritti al gruppo Facebook in strada, "perché non ne possiamo più dei leoni da tastiera", o di mobilitare la claque in vista delle dirette televisive a cui partecipa Lista. 

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Torino, l'iniziativa di FdI e commercianti infiltrata da mondi paracriminali

Se a Napoli non vogliono chiudere, e anzi annunciano serate con saracinesche aperte ben oltre le 18, a Torino invece l'istanza è opposta: "Chiudeteci pure, ma a patto che ci siano ristori immediati e adeguati". Nel capoluogo sabaudo la mobilitazione è stata lanciata da Marco Liccione, militante di Fratelli d'Italia a Settimo torinese. Una protesta che è stata subito condivisa e rilanciata da commercianti e imprenditori della città, e da vari conosciuti ristorati come Fulvio Castellaro. E però, nella bolla di indignazione che si gonfiava sui social, nei giorni precedenti alla manifestazione di lunedì, le istanze più o meno agitate ma di certo legittime di tanti cittadini sono state cavalcate e deformate da gruppi organizzati. Quelli, insomma, che lunedì sera si sono distaccati dal presidio pacifico di Piazza Vittorio Veneto e hanno alimentato gli scontri belluini di Piazza Castello. Il problema, però, è che la divisione fisica della protesta in strada era assai più sfumata sui social. E così lo stesso Castellaro, ad esempio, che davanti alle telecamere dei tg nazionali predicava ordine e disciplina nella protesta, alla vigilia della manifestazione aveva condiviso e rilanciato i post di chi convocava il sit-in di Piazza Castello scrivendo che "non sarà una manifestazione di categoria, ma la protesta del popolo".

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Gente come Hermes Gori, noto dj e proprietario di rinomati locali notturni a Sauze d'Oulx, nell'alta Valle di Susa, che nel novembre del 2017 venne arrestato dalla polizia spagnola, nell'ambito di un'indagine internazionale contro il traffico di droga, a Ibizia, dove aveva aperto un ristorante. Riportato in Italia, è stato condannato a tre anni e dieci mesi di reclusione nel marzo del 2018. A rilanciare il post di Gori, condiviso da quasi trecento persone, è stato anche Davide Virano, 50enne torinese che nel 2003 venne arrestato nell'ambito di un'operazione antidroga della Guardia di Finanza in quanto ritenuto tra gli organizzatori di un pianificato blitz di un gruppo di ultras granata contro le forze dell'ordine. 

 

Trieste, la macchia della xenofobia sulle proteste di piazza

A Trieste, invece, la protesta contro le misure restrittive ha animato una piazza che era già stata convocata in precedenza. A Piazza della Libertà, davanti la stazione centrale, era infatti già stata indetta una manifestazione "contro il business dell'immigrazione clandestina" e "per riprenderci il controllo dei nostri quartieri". A indirla era stata un'associazione di estrema destra e di chiara e dichiarata ispirazione nazionalista, Son Giusto (il riferimento è al santo patrono della città, San Giusto). Quando in piazza, durante il presidio contro i migranti, si sono radunati anche dei militanti "antifascisti" e manifestanti vicini a comitati e associazioni di segno opposto, impegnate in programmi di accoglienza dei migranti,  la tensione è deflagrata. 

 

A Roma c'è la finta scorta di Roberto Saviano

A convocare la manifestazione di lunedì pomeriggio in Piazza dei Mirti, a Centocelle, è stato un gruppo di autoproclamatesi "Vittime dello stato e dei suoi dpcm", poi ribattezzatosi Movimento unitario dei lavortaotori italiani (Muli). A fondarlo è stato Gian Marco Saolini, imprenditore romano, classe '88, che gestisce una birreria nel quartiere. E che è diventato famoso come troll del web per i suoi videofake sui social in cui recitava i ruoli più vari, a metà tra la satira complotttista e la propaganda sovranista. Tra i più famosi, quello in cui si spaccia per uno dei 42 agenti di scorta di Roberto Saviano che decide di dimettersi perché è stufo di accompagnare lo scrittore napoletano in giro per gelaterie, ristornati e luna park. Insieme a Saolini c'è Davide Di Clemente, uno dei fondatori della catena di palestra "Il Cavaliere nero", presenti in varie zone della Capitale. 

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