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L'intervista

"Scontri in piazza, non serve l'esercito. Ora da Salvini e Meloni serve buonsenso"

Il viceministro dell'Interno Matteo Mauri: "Non c'è una regia nazionale dietro ai disordini, ma non sottovalutiamo la situazione"

Simone Canettieri

"Sotto la cenere non si è mai spenta la fiamma delle tante realtà della destra estrema, che spesso si salda con le curve degli stadi. Ai leader dell'opposizione dico: basta dichiarazioni ambigue".

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Serve l’esercito per placare le piazze in rivolta?

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Serve l’esercito per placare le piazze in rivolta?

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"No, siamo nelle condizioni di gestire la situazione con efficacia  attraverso le forze dell'ordine, che anzi ringrazio”.

Da Torino a Napoli, passando per Trieste, Milano e Roma: c’è una regia dietro ai disordini? Si sta cercando di destabilizzare il paese?

“Non c’è una regia più ampia e non c'è un disegno più organico, se questa è la domanda. Ma ciò non significa che si debba sottovalutare la situazione. Perché sotto la cenere non si è mai spenta la fiamma  delle tante realtà della destra estrema, che spesso si salda con le curve degli stadi”.  

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Matteo Mauri, viceministro dell’Interno in quota Pd, è realista. 

“Sono consapevole del disagio reale dei cittadini e come governo stiamo facendo il massimo per intervenire con tempestività per sostenerli, ma serve il buonsenso di tutti”.

Di chi?

“Anche di Meloni e Salvini”. 

Al viceministro dell’Interno non sono piaciute, davanti ai tafferugli di questi ultimi giorni, le dichiarazioni dei leader di Fratelli d’Italia e Lega.

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“Faccio appello al buonsenso,  primo comandamento di chi fa politica. Ma se facciamo gli appelli, evidentemente questo buonsenso sta mancando”. Mauri, si spieghi meglio. “Rimango sempre più colpito da queste  finte dichiarazioni di condanna davanti agli scontri nelle strade perché finiscono sempre con un ma, una frase avversativa”.

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Salvini e Meloni nello stigmatizzare i fatti alla fine dicono sempre, infatti, “ma la gente è esasperata”. Si riferisce forse a questo, Mauri?

“Esatto. E poi c’è un’altra anomalia da sottolineare: da una parte c’è quello che si dice a Roma da parte della la politica nazionale, dall’altra ci sono le azioni degli amministratori che sono costretti a nuove restrizioni perché la situazione è grave. Mi spiego meglio: da un lato ci sono Salvini e Meloni che gridano contro le chiusure, dopo aver negato la seconda ondata, strizzando l’occhio alla protesta, dall’altro lato ci sono le regioni e i comuni  guidati dal centrodestra che invece emanano ordinanze ancora più stringenti. Mentre parliamo il sindaco di Genova ha  bloccato anche la circolazione, non solo delle auto, di notte”.

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Bisogna però fare un passo indietro e tornare nel cuore delle proteste notturne che si stanno trasformando in violenza, guerriglia urbana, assalti alle forze dell’ordine, lanci di bombe carta.

“Allora, in generale c’è la congiunzione di tifosi organizzati e frange di estrema destra. Nel caso di Torino, poi, c’è stato anche il coinvolgimento attivo di forze antagoniste”.

Tutto qui? Non ci sono anche cittadini esasperati per la crisi economica?

“Nel caso di Torino, poi, c’è stato un disagio urbano che si è saldato con la protesta violenta”.

Al Viminale state pensando di vietare le manifestazioni?

“Le manifestazioni non si autorizzano, chi le organizza le comunica ufficialmente alla Questura, che può vietarle o condizionarle, ma solo per evidenti motivi di ordine pubblico. Ovviamente nei casi degli scontri nessuno era andato in questura a dire che sarebbe sceso in piazza per provocare tafferugli. Il tam tam ormai è sui social o su Whatsapp. Sono dinamiche che monitoriamo e di cui eravamo perfettamente a conoscenza”. 

Questo per dire che non siete stati presi in contropiede?

“Il Viminale, già durante la prima ondata, ha sollevato il rischio della tensione sociale.  E la nostra intelligence si è subito attivata”.

Tende a escludere dunque che questo magma violento possa gonfiarsi sempre di più con gli italiani in crisi?

“Voglio distinguere tra chi, in maniera lecita, ha ansie per il proprio futuro e chi invece devasta le vetrine come è successo a Torino o nella mia Milano con i dehors dei locali.  Anche a Napoli, la camorra, seppur in maniera frammentaria, ha avuto un ruolo. Bisogna isolare e reprimere i violenti e bloccare le infiltrazioni criminali”.

Davanti a un possibile lockdown la situazione potrebbe precipitare: sarebbe un dramma.

“Il dramma lo misuro con il numero dei morti, e  stiamo facendo di tutto per evitare un nuovo lockdown. La mia preoccupazione? Fare in modo che si ammalino meno persone possibili”.

Da rappresentante del governo fa autocritica sulla gestione di questa seconda ondata?

“Trovare la giusta misura non è semplice, tutto è perfettibile. Rispetto agli altri paesi, finora, non abbiamo fatto errori macroscopici. E trovo ingiusti gli attacchi di chi, fino a poche settimane fa, si faceva i selfie con i militanti senza mascherina”.

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