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L'intervista

"Troppi ritardi da parte delle regioni. Non sarà lockdown". Parla Sandra Zampa

Carmelo Caruso

"Non tutte le regioni hanno fatto la loro parte. Alcuni ventilatori non si sa dove siano finiti. Eviteremo il lockdown. Modello tedesco e medici di base per effettuare tamponi". La versione di Sandra Zampa, sottosegretario alla Sanità

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Ci dice quando ci chiuderete tutti in casa? Insomma, ci comunica la data del lockdown? “E io le rispondo che siamo nelle condizioni di non chiudere tutto, che siamo sì in sofferenza ma che la crescita dei contagi non è esponenziale”. E se invece è solamente un modo per non dirci la verità? “La verità è che possiamo mettere in pratica delle chiusure mirate, direi chirurgiche, insomma zone rosse, ed evitare un altro lockdown”. E per la sottosegretaria alla Sanità, Sandra Zampa, non è vero che il vantaggio dell’Italia  è andato perduto e che nessuno aveva previsto il salto dei contagi che crescono ogni giorno ma sempre meno di “Francia, Spagna”. E non vuole dire che va benissimo, ma che alle misure adottate, da domani, se ne aggiungono altre tre: “Tamponi rapidi in farmacia. E poi c’è l’accordo con i medici di base. Potranno anche loro effettuare tamponi. Il massimo sarebbe avere degli ambucovid. Strutture dove effettuare tamponi il pomeriggio. E’ il modello tedesco. Ed entreranno a regime altri 2000 nuovi tracciatori che accompagneranno Immuni, un’app demonizzata e, mi dispiace dirlo, scarsamente utilizzata anche dalle aziende sanitarie”. Spiega infatti che non c’è solo l’ostilità di chi non vuole scaricarla ma che non tutte le Ats hanno attivato la piattaforma che incamera i dati “perché è vero che la app spedisce l’alert ma anche l’azienda sanitaria deve poi fare la sua parte”. 

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Ci dice quando ci chiuderete tutti in casa? Insomma, ci comunica la data del lockdown? “E io le rispondo che siamo nelle condizioni di non chiudere tutto, che siamo sì in sofferenza ma che la crescita dei contagi non è esponenziale”. E se invece è solamente un modo per non dirci la verità? “La verità è che possiamo mettere in pratica delle chiusure mirate, direi chirurgiche, insomma zone rosse, ed evitare un altro lockdown”. E per la sottosegretaria alla Sanità, Sandra Zampa, non è vero che il vantaggio dell’Italia  è andato perduto e che nessuno aveva previsto il salto dei contagi che crescono ogni giorno ma sempre meno di “Francia, Spagna”. E non vuole dire che va benissimo, ma che alle misure adottate, da domani, se ne aggiungono altre tre: “Tamponi rapidi in farmacia. E poi c’è l’accordo con i medici di base. Potranno anche loro effettuare tamponi. Il massimo sarebbe avere degli ambucovid. Strutture dove effettuare tamponi il pomeriggio. E’ il modello tedesco. Ed entreranno a regime altri 2000 nuovi tracciatori che accompagneranno Immuni, un’app demonizzata e, mi dispiace dirlo, scarsamente utilizzata anche dalle aziende sanitarie”. Spiega infatti che non c’è solo l’ostilità di chi non vuole scaricarla ma che non tutte le Ats hanno attivato la piattaforma che incamera i dati “perché è vero che la app spedisce l’alert ma anche l’azienda sanitaria deve poi fare la sua parte”. 

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Il ministero ha fatto la sua parte o sta scaricando la sua parte (di responsabilità) alle regioni e  ai sindaci? “Io non ci sto. Nessuno, e intendo il governo, il ministero della Sanità, ha mai detto che il virus non sarebbe tornato e ricordo che abbiamo dovuto sopportare le ironie che sono state fatte sulla distanza dei tavoli, sul distanziamento degli ombrelloni. Ecco, se mi chiedete se è mancato il controllo dico che in parte è mancato, ma non sono mancate le raccomandazioni”. E pensa pure che di molte regioni non si possa dire che abbiano lavorato con diligenza e che i ventilatori, che sono stati consegnati, non sempre si sa dove siano finiti. E questo per dire che è “forse è arrivato il momento di ripensare il  titolo V e che un coordinamento maggiore, nazionale, è inevitabile”. Dice che in questo momento ci troviamo a un livello due di emergenza “e i livelli sono quattro”. Cosa accade quando scatta il terzo? “Si procederà ad ulteriori restrizioni”.

 

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Dunque il lockdown. “No. Si interverrà ancora sul movimento”. E  quando si satureranno le terapie intensive? E qui vuole precisare: “Due terzi dei contagiati sono asintomatici e sono di età media. Si fa confusione fra terapia intensiva e subintensiva”. Quanti sono attualmente? “Su otto mila ricoveri siamo a 992 posti occupati. Ma le terapie intensive devono tornare a essere messe a disposizione non solo per i malati di covid. Mancano invece anestesisti, quelle figure capaci di stabilire con tempestività quale intervento adottare. Nella lotta al virus, le figure decisive sono loro”. Anticipa che dopo le mascherine, che sono entrate nella nostra vita, potrebbero entrare in casa, i misuratori di ossigenazione: “Il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri si è detto disponibile ad aprire il dossier”. Calmierare i prezzi, renderli popolari. E si riaprirà (“lo farà il Cts”) il dossier dei trasporti pubblici che riguarda le grandi città.

 

“E pure qui occorre precisare che il problema rimane il controllo. Non esistono sistemi che segnalano la capienza”. Restringerete anche quelli dato che è impossibile misurare il numero dei passeggeri? “Ma non è vero che è impossibile trovare soluzioni. In Emilia-Romagna, il presidente ha aggiunto altri 120 autobus. E credo si possa pensare a delle convenzioni con privati, ncc”. E’ vero che volete che siano i governatori a chiudere perché non avete il coraggio di chiudere voi? “Se fosse stato così il ministro Speranza non avrebbe dato la disponibilità a condividere qualsiasi ulteriore restrizione. Mi sembra che non ci sia modo migliore per condividere le responsabilità”.

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