Il best seller dei mattoidi italiani

Ecco il manifesto delirio di Alessandro Di Battista. Così si candida alla guida del M5s

Carmelo Caruso

Chiudere i centri commerciali, cannabis, reati ambientali paragonati all'omicidio preterintenzionale. Pubblicata l'agenda-piattaforma del Dibba in ticket con Casaleggio

Vuole nientemeno che affrontare il mondo post covid, fermare l’edilizia del paese (stop a tutte le infrastrutture pubbliche), decarbonizzare l’Italia, chiudere tutti (e si dice tutti) i centri commerciali di domenica, creare una grande casa farmaceutica pubblica, presentare una legge per la prevenzione del suicidio, promuovere la cannabis. E’ l’agenda politica più sconclusionata degli ultimi cinquant’anni. E’ la piattaforma politica con la quale Alessandro Di Battista tenta la scalata al M5s.

 

Pubblicata su Facebook e prodotto di lunghe riflessioni, addirittura sarebbe il risultato di un lavoro dove “hanno partecipato parlamentari nazionali, europei, attivisti”. Nel gergo politico si chiamerebbe documento. Ed è quanto spera di presentare, lo scrive, agli Stati Generali del M5s. E’ divisa in tre parti. La prima ha come titolo: “Affrontare il mondo post covid”. La seconda: “Altre battaglie”. La terza, che è insomma la voce “varie ed eventuali” ha come obiettivo: “Rafforzamento del M5s”. Non è la meno importante. Obbligo di due mandati per gli iscritti del M5s che scelgono di candidarsi (il tabù che è stato smontato) ma soprattutto tornare a Casaleggio perché “la piattaforma Rousseau è il cuore del M5s”.  

 

Significa che si muovono in ticket: Di Battista è Casaleggio. E il programma è decennale: dal 2020 al 2030. Pensierini in pillole, ma la sola prima parte è composta da 31 di questi punti destinati a scompaginare il prossimo futuro. Ci sono idee vertiginose. Una è questa: lasciare la grande città per andare a ripopolare la campagna. Un classico: incrementare il reddito di cittadinanza. La più insana è però un’altra: equiparare i reati ambientali all’omicidio preterintenzionale.

 

Il resto è cosa da poco: bloccare il Mes, modificare lo statuto della Bce. Paragrafo tagli: anche i consigli regionali devono essere tagliati del 30 per cento. C’è una sforbiciata netta del 40 per cento dell’indennità dei parlamentari. Reparto politica estera: ritiro del contingente italiano dall’Afghanistan. E’ tutto scritto come si può scrivere un testo da assemblea di istituto, ma da quanto annuncia saranno le prossime idee che Di Battista diffonderà online.

 

Non ha mai nascosto la sua intenzione di candidarsi e prendere la guida del M5s. In una fase da post esaltazione ha anche paragonato la sua parabola a quella di Matteo Salvini: “Prenderò un M5s cadente e lo riporterò al 30 per cento”. E il problema è che va preso sul serio. Da poche ore c’è un testo di inestimabile valore, uno dei manifesti più alticci di sempre. Potrebbe diventare presto una linea politica o rimanere quello che gia è: il nuovo best seller dei mattoidi italiani.

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