PUBBLICITÁ

L'intervista

“Il governo non butti i soldi a caso”, ci dice Vescovi (Confindustria Vicenza)

David Allegranti

"Basta con le risorse sprecate in monopattini e navigator", dice il capo degli industriali vicentini

PUBBLICITÁ

“All’inizio della pandemia il governo fondamentalmente si è comportato bene, affrontando in maniera seria le cose”, dice al Foglio Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza, preoccupato per le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria. “Ha fatto due interventi, il decreto ‘Cura Italia’ e il decreto ‘Liquidità’. Sono state due manovre efficaci e centrate per la logica con cui sono state fatte. Le aziende hanno fatto ricorso alla possibilità della moratoria sui crediti e gli interventi per la cassa integrazione in deroga sono stati meritori”. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


“All’inizio della pandemia il governo fondamentalmente si è comportato bene, affrontando in maniera seria le cose”, dice al Foglio Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza, preoccupato per le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria. “Ha fatto due interventi, il decreto ‘Cura Italia’ e il decreto ‘Liquidità’. Sono state due manovre efficaci e centrate per la logica con cui sono state fatte. Le aziende hanno fatto ricorso alla possibilità della moratoria sui crediti e gli interventi per la cassa integrazione in deroga sono stati meritori”. 

PUBBLICITÁ

 

Detto questo, spiega Vescovi, “quando è iniziata la stagione del decreto ‘Rilancio’ ci si è voluto inserire di tutto e di più. Basta vedere la storia del bonus per i monopattini o dei contributi alle colf, sia che avessero lavorato o non lavorato, o ancora dei soldi per i navigator, elargiti senza senso. C’è stato poi il capolavoro: 3 miliardi ad Alitalia. Se avessimo comprato Lufthansa avremmo investito meglio i nostri soldi. Ma la cosa che ci preoccupa maggiormente è l’atteggiamento strano nei confronti del Recovery fund, o Next Generation Eu, come preferiamo chiamarlo noi”. 

  
Il fatto che l’Italia in Europa, osserva Vescovi, “stia diventando un prenditore netto anziché un contributore netto, e cioè che riceva più soldi di quelli che dà, dovrebbe farci preoccupare. Se prendiamo più soldi di quelli che diamo siamo diventati più poveri? D’altronde, sono i paesi più ricchi che danno soldi ai paesi più poveri. Se siamo diventati più poveri allora dobbiamo avere un atteggiamento super responsabile e super critico. Cosa che mediamente non si nota nel governo. Tutti parlano di come spendere i famosi 209 miliardi, noi invece ci chiediamo in cosa investirli, con che percorsi. Dobbiamo passare dalla logica della spesa alla logica dell’investimento”. 

PUBBLICITÁ

 
Certo, sottolinea il presidente di Confindustria Vicenza, “dobbiamo anche avere buon senso. Non dobbiamo solo lamentarci ma essere concreti sul lato delle proposte. Io ne faccio due: una per le imprese manifatturiere del Nord -Est, con corridoi sanitari certi, cosa che in questo momento non abbiamo, per i tecnici, installatori e commerciali che mantengono vivi i rapporti con i nostri partner esteri e che ci permettono di avere una bilancia positiva e dare ossigeno vero alle imprese, ai lavoratori e al paese. Ed è importantissimo, perché il nostro è un paese super indebitato. Poi, e qui vengo alla seconda proposta, siamo un po’ stupiti dal nuovo tormentone della riforma fiscale: il governo, siccome non sa di cosa parlare, parla della riforma fiscale, che in Italia è irrealizzabile. Non c’è il tempo per farlo in questo momento. L’attenzione dovrebbe essere spostata su altro. Il focus deve essere su dove investire le risorse europee. Soldi che non vanno dispersi a pioggia ma investiti in progetti importanti. Per questo non possiamo che essere seriamente preoccupati. Dire la verità serve, non serve raccontarci che andrà tutto bene e che vinceremo. Vinceremo cosa, il biglietto della lotteria?”. Vescovi lo ripete due volte, per farsi intendere: “La riforma fiscale è una materia impossibile da affrontare, non è una materia che si improvvisa. Serve molto consenso e condivisione tra maggioranza e opposizione”. 

  
E le cose nella Vicenza di Vescovi come vanno? “Nella provincia di Vicenza vanno a macchia di leopardo. Ci sono delle filiere che stanno andando bene, c’è un forte recupero in questo momento. Negli ultimi sei mesi l’automotive – settore da cui dipendiamo molto – ha sofferto molto, adesso c’è una ripresa perché le case automobilistiche stanno facendo scorta. Ora dunque è un momento buono, perché c’è maggiore domanda. Ma abbiamo passato mesi tremendi. C’è grande dinamismo nel settore delle macchine utensili. Ma ci sono settori in profonda difficoltà, come il lusso. Per definizione il lusso si basa sull’esibizione, se uno non può esibire una macchina o un orologio, non  compra. Perché non ha l’occasione di godere di questo bene che ha comprato. Per questo tutto il settore moda è in difficoltà”.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ