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editoriali

Il trucismo semplicemente non funziona

Redazione

Più irregolari e rimpatri fermi. Ecco il vero fallimento dei decreti “Sicurezza”

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Sfatiamo un falso mito: la recente modifica dei decreti “Sicurezza” voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini non si imponeva solamente per motivi umanitari. L’accoglienza indiscriminata, quella intrisa talvolta di ideologia, non può essere considerata l’antidoto per disinnescare le fandonie del segretario della Lega in tema di immigrazione. I “porti chiusi”, le discriminazioni anticostituzionali, le guerre preordinate alle ong, la criminalizzazione dei salvataggi in mare: tutto questo calpestio dello stato di diritto e – talvolta – della dignità umana racchiuso nei decreti “Sicurezza” è solo una parte della propaganda salviniana. A sancirlo sono stati i giudici, quelli penali e quelli amministrativi, fino a salire la piramide giurisdizionale per arrivare alla Consulta. L’applicazione concreta dei decreti “Sicurezza” è sempre stata smontata, pezzo dopo pezzo dalla magistratura, a riprova del fatto che le leggi di Salvini altro non erano che scatole vuote.

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Sfatiamo un falso mito: la recente modifica dei decreti “Sicurezza” voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini non si imponeva solamente per motivi umanitari. L’accoglienza indiscriminata, quella intrisa talvolta di ideologia, non può essere considerata l’antidoto per disinnescare le fandonie del segretario della Lega in tema di immigrazione. I “porti chiusi”, le discriminazioni anticostituzionali, le guerre preordinate alle ong, la criminalizzazione dei salvataggi in mare: tutto questo calpestio dello stato di diritto e – talvolta – della dignità umana racchiuso nei decreti “Sicurezza” è solo una parte della propaganda salviniana. A sancirlo sono stati i giudici, quelli penali e quelli amministrativi, fino a salire la piramide giurisdizionale per arrivare alla Consulta. L’applicazione concreta dei decreti “Sicurezza” è sempre stata smontata, pezzo dopo pezzo dalla magistratura, a riprova del fatto che le leggi di Salvini altro non erano che scatole vuote.

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Ma l’urgenza con cui si imponeva la modifica dei decreti era motivata anche da una considerazione più squisitamente politica: quelle leggi semplicemente non hanno mai funzionato. Di più: sono state dannose. Prendiamo degli esempi concreti. Il nuovo decreto del Conte 2 prevede il ritorno della protezione umanitaria: non si tratta di un orpello, né di una trovata dei centri sociali. Con la reintroduzione di questo status si rimedia a una situazione paradossale, introdotta proprio dalle leggi di Salvini: quella di avere creato oltre 37 mila nuovi irregolari in appena due anni. E ancora, mentre il Capitano cincischiava con le ong, i rimpatri, nodo cruciale nella gestione dei migranti, sono rimasti al palo. L’Ispi ha rielaborato i dati forniti dal ministero dell’Interno per stilare una particolare statistica: quanti anni occorrerebbero per smaltire tutti i migranti in attesa di rimpatrio? Se ne servivano 44 nel 2012, 70 nel 2017 e 78 nel 2018, il record impietoso spetta al 2019 (in piena gestione Salvini): 100 anni. Molto banalmente, sarebbe la razionalità a dovere rendere pacifico un solo, semplice dato di fatto: i decreti di Salvini non sono stati solamente un disastro in termini umanitari, ma anche un enorme fallimento politico.

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