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Il "Conte" Fedriga: "Fare squadra con il governo, evitare contrasti". Parla il governatore leghista del Friuli

Carmelo Caruso

"Leale collaborazione, evitare le divisioni, ma niente dirigismo. Speranza e Boccia? Buoni ministri". Intervista al governatore leghista del Friuli, Massimiliano Fedriga

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Massimiliano Fedriga quale potere vorrebbe avere: inasprire o derogare? “Magari non avrei inasprito e neppure derogato. Chi lo dice che i governatori debbano sempre e per forza andare contro il governo?”. E’ tornato lo scontro stato-regioni che è il già visto, la polemica  fra “non potete dirci cosa dobbiamo fare” e “solo noi presidenti di regione sappiamo cosa è meglio fare”. Lei in Friuli Venezia Giulia come si comporterà? Schiererà i friulani contro Giuseppe Conte e il suo dpcm che vi lascia manovre minime, la possibilità di restringere le norme ma non allentarle? “Io sono ottimista ma non sono stupido. Cercherò in tutti i modi di collaborare.  E’ proprio questo che mi rammarica. Con questa decisione, da parte dell’esecutivo, mi sembra che si incrini quel rapporto di leale collaborazione che si era instaurato. Mi chiedo: perché? Non rinunciamoci”.

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Massimiliano Fedriga quale potere vorrebbe avere: inasprire o derogare? “Magari non avrei inasprito e neppure derogato. Chi lo dice che i governatori debbano sempre e per forza andare contro il governo?”. E’ tornato lo scontro stato-regioni che è il già visto, la polemica  fra “non potete dirci cosa dobbiamo fare” e “solo noi presidenti di regione sappiamo cosa è meglio fare”. Lei in Friuli Venezia Giulia come si comporterà? Schiererà i friulani contro Giuseppe Conte e il suo dpcm che vi lascia manovre minime, la possibilità di restringere le norme ma non allentarle? “Io sono ottimista ma non sono stupido. Cercherò in tutti i modi di collaborare.  E’ proprio questo che mi rammarica. Con questa decisione, da parte dell’esecutivo, mi sembra che si incrini quel rapporto di leale collaborazione che si era instaurato. Mi chiedo: perché? Non rinunciamoci”.

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Dei leghisti, è lei il leghista leale? “Sono un presidente di regione e credo di aver dimostrato senso di responsabilità. Ho come l’impressione che a volte ci sia da parte del governo, e mi dispiace, una propensione a imporre. Naturalmente non posso che trovarlo sbagliato. Lo abbiamo visto con le linee guida che abbiamo dovuto, queste sì, derogare noi governatori e non perché volevamo acquisire poteri, come si ripeteva erroneamente, ma semplicemente perché era l’unico modo per permettere la ripartenza”. Non può sopportare l’idea che le regioni debbano uniformarsi e perdere competenze sanitarie, ma Fedriga non dice la frase prevedibile, non è per il forconismo regionale.

 

Sicuro che non minaccerà il ricorso al Tar, non impugnerà qualche documento, non farà la voce grossa, almeno una vocina? “Anche io come Luca Zaia sono estremamente infastidito da questo dirigismo, ma non voglio e sottolineo non voglio scontri istituzionali, non voglio ricorrere ai giudici. Voglio provare a spiegare che bisogna fare squadra e che se il governo si mette in testa di giocare da solo, ebbene, sbaglia. Un giocatore avrà visibilità, ma a perdere sarà la squadra. Insomma tutti. Io voglio fare squadra con Conte”. Si dice che per togliere visibilità a questi campioni del consenso, i presidenti di regione, il governo abbia preferito un decreto legge che evita “le piccole Italie”, le ordinanze arlecchino, dunque ciascuno per conto suo. Mascherine obbligatorie, senza deroghe, sanzioni amministrative altissime. E sempre circola la voce della chiusura dei ristoranti mentre la parola che più aleggia è “coprifuoco” che non è la parola deterrente ma solo un modo per fiaccare gli spiriti.

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Teme anche lei la grande chiusura, la serrata e pure lei vede nell’allungamento dello stato d’emergenza la tentazione di Conte? “Non mi metto a criticare le sanzioni o l’uso della mascherine che ricordo, io per primo, ho imposto all’aperto. Le multe ci possono anche stare. Sono uno di quei presidenti, che nel momento più difficile, aveva firmato l’ordinanza che impediva la circolazione oltre i cinquecento metri da casa. Mi basterebbe però che non si mettesse un’attività commerciale contro l’altra. Che non si finisca per avere attività di serie a e serie b”. Vuole dunque aprire gli stadi? “Non dico questo. Dico che occorre pensare allo sport come un comparto economico. Pensare che dietro al calcio c’è un’economia che si muove. Voglio provare a dire che si deve smentire con forza l’ipotesi di un altro lockdown totale”.

 

Racconta che in Friuli Venezia Giulia, con regole chiare e controlli severi, è stato possibile riaprire i teatri al chiuso e che non c’è stato “nessun focolaio nelle palestre”. Torniamo al liberi tutti? “No. Ma con il buon senso si possono ottenere i veri risultati. Sbagliata è la logica qualcuno comanda e tutti gli altri obbediscono. Mi sembra più interessante la sensibilizzazione. Penso a quanto anche il Foglio ha fatto con l’app Immuni”.

 

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E’ un altro governatore di destra, leghista, che sui fondi del Recovery vuole esserci: “E finora noi governatori siamo stati poco coinvolti”. Non contesta dunque la regia del governo che pensa debba esserci, ma non si dica che la materia sanitaria debba tornare allo stato (“E’ sbagliato mettere in discussione il sistema, ritornare a un modello centrale. Non si può scardinare”). Quindi cosa ne pensa del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia? “Che è stato un ministro disponibile e che stiamo trovando più difficoltà sulla scuola. C’è il problema dei bambini non positivi e con sintomi non riconducibili al covid che devono fare comunque il tampone intasando pediatri di libera scelta. Solo per dire che rimangono complessità”. E di Roberto Speranza? “Che fa il suo mestiere e che quindi è un rigorista”. Ci governa il Cts? “E invece io penso che il Cts sia un supporto indispensabile. Ma un supporto. Non sostituisce la politica. Io, di certo, non ci rinuncio”.

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