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La nuova destra

Il libraio di Salvini: "La Lega entri nel Ppe". Chi è Francesco Giubilei, l'editore dei conservatori

Carmelo Caruso

Apprezzato da Giorgetti e Salvini. Ha avvicinato Giorgia Meloni ai conservatori americani. E' presidente della fondazione Tatarella. "La Lega deve fare il partito rassicurante". Parla Francesco Giubilei

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Vuole rifare la “Voce” di Prezzolini o si accontenta di fare la voce colta di Salvini? “Mi sono formato sui libri di Prezzolini. E’ chiaro che preferirei rifare la sua Voce”. E magari legge Leo Longanesi, Giovanni Papini, ed Ennio Flaiano. E’ così? “E’ così”. Insomma, è un altro dei tanti intellettuali di destra che sempre vogliono rifare la destra. “Non voglio rifare la destra, ma fare il conservatore in un paese in cui non c’è nulla da conservare”. E a Catania, al processo-festival organizzato da Salvini, cosa è andato a fare? “Sono stato invitato. Con Giancarlo Giorgetti ci confrontiamo”. Anche lei, come Giorgetti, vuole Lega nel Ppe? “La Lega in Europa deve spostarsi se non vuole finire marginalizzata. Deve diventare il partito rassicurante e non strizzare gli occhi agli estremisti”. Dunque è vero che lo ha fatto. “A volte sì”. Quali sono i suoi rapporti con Salvini. E’ il suo libraio di fiducia? “Chiacchieriamo”. E con Giorgia Meloni? “Ho organizzato l’evento che l’ha avvicinata ai conservatori statunitensi e inglesi”. Si chiama Francesco Giubilei, ha 28 anni, ed è presidente della fondazione Tatarella, editore, animatore di Nazione Futura che è una rivista trimestrale, quotidiano online, un think thank ma anche un movimento “metapolitico”.

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Vuole rifare la “Voce” di Prezzolini o si accontenta di fare la voce colta di Salvini? “Mi sono formato sui libri di Prezzolini. E’ chiaro che preferirei rifare la sua Voce”. E magari legge Leo Longanesi, Giovanni Papini, ed Ennio Flaiano. E’ così? “E’ così”. Insomma, è un altro dei tanti intellettuali di destra che sempre vogliono rifare la destra. “Non voglio rifare la destra, ma fare il conservatore in un paese in cui non c’è nulla da conservare”. E a Catania, al processo-festival organizzato da Salvini, cosa è andato a fare? “Sono stato invitato. Con Giancarlo Giorgetti ci confrontiamo”. Anche lei, come Giorgetti, vuole Lega nel Ppe? “La Lega in Europa deve spostarsi se non vuole finire marginalizzata. Deve diventare il partito rassicurante e non strizzare gli occhi agli estremisti”. Dunque è vero che lo ha fatto. “A volte sì”. Quali sono i suoi rapporti con Salvini. E’ il suo libraio di fiducia? “Chiacchieriamo”. E con Giorgia Meloni? “Ho organizzato l’evento che l’ha avvicinata ai conservatori statunitensi e inglesi”. Si chiama Francesco Giubilei, ha 28 anni, ed è presidente della fondazione Tatarella, editore, animatore di Nazione Futura che è una rivista trimestrale, quotidiano online, un think thank ma anche un movimento “metapolitico”.

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Che parola è? Siamo ancora agli esoterismi classici: Evola, Guénon, Tolkien? “Nulla di tutto questo. La destra deve smetterla con questa idea della controcultura, del pensiero controcorrente. Il vero dramma della destra è che anche quando vince si sente perduta culturalmente. Cerca competenti di sinistra anziché valorizzare i competenti di destra”. Le trasmissioni televisive lo invitano. Salvini e Meloni se lo contendono per pettinare i loro pensieri stanchi e provare a dare una profondità alle loro letture. E’ tanto vicino a Meloni quanto a Salvini tanto da credere nel fusionismo, nella possibilità di fondere il meglio di ciascuno. “Sono due culture che si possono unire. Il problema della destra è sempre quello antico: l’individualismo”.

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Il problema di Salvini è che in Europa è stato superato dalla Meloni che è stata appena nominata leader dell’Ecr, la famiglia conservatrice. In breve. Chi è più bravo fra loro due? “Non c’è dubbio che la Meloni abbia dimostrato lungimiranza. Ha scelto un gruppo che le permette di sedersi ai tavoli. Salvini in Europa è solo. C’è un cordone sanitario intorno ai sovranisti europei”.

 

Giubilei è nato a Cesena e promette di non trasformarsi in un altro folletto di destra, il solito “non mi leggete perché sono troppo colto”, il collezionista di libri sotterranei, il vanitoso che ce l’ha con la sinistra e l’egemonia che, si sa, “da Gramsci in poi…”. A 16 anni si è inventato una casa editrice. Un gioco? “No, una cosa seria. Ero troppo piccolo e allora ho chiesto a mia nonna di aprire la partita iva al posto mio. Ha acconsentito”. E’ conservatore per amore dei nonni o per colpa del padre di sinistra? “Famiglia borghese. Padre e madre medici. Di centrodestra. Longanesiani”.

 

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Da queste sue fantasie conservatrici la “salveranno le vecchie zie”? “E’ sicuramente il libro di Longanesi che più amo. Dietro c’è un’idea filosofica”. Al momento guida la Historica e la Giubilei Regnani che ha un catalogo di oltre 500 testi (“Abbiamo ripubblicato ‘Le riflessioni sulla rivoluzione francese’ di Edmund Burke”). Chi è il suo socio? “Un imprenditore che produce aceto balsamico ma che ha una passione instancabile per i libri. Ci siamo trovati così”. Alla guida della fondazione Tatarella dice di esserci invece arrivato grazie al suo lavoro “Storia culturale della destra”, libro tradotto anche in America, che è stato presentato nel 2017 a Bari e che ha subito amato il fratello di Pinuccio, Salvatore. “Fu l’ultimo evento a cui ha partecipato. Dopo pochi mesi, i nipoti di Tatarella decisero di indicare me alla guida. Abbiamo digitalizzato l’archivio, promosso eventi. Continuiamo a fare vivere la sua lezione”.

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Dicono che questo giovane ragazzo piaccia molto a Giorgetti che non vorrebbe solo portare la Lega nel Ppe ma, si racconta, fondare addirittura un giornale. Lei ci sarà? “Non so se ci sarò io o se ci sarà un giornale ma so che le riflessioni di Giorgetti sono stimolanti. La Lega deve prendere le distanze dai populisti. Deve dire nettamente: ‘Noi non siamo populisti’. I populisti sono i 5s”. Non dovrebbe anche rinunciare al sovranismo? “Anche. Il sovranismo, in Italia, è il tutto e il contrario di tutto. Sia la Lega che Fdi dovrebbero risolvere il loro vero problema e si chiama Sud. Non hanno classe dirigente”. Sara quindi lei che ingentilirà la destra? “Sono conservatore ma non così presuntuoso”.

 

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