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Salvini: “Lamorgese coi migranti fa quello che facevo io”

Per l'ex ministro degli Interni la revisione del Regolamento di Dublino è "una mega fregatura", "vogliono trasformare l'Italia in un grande hotspot"

Annalisa Chirico

Per il leader della Lega “non esiste un diritto di entrare in Italia, l’accesso a chi non è italiano deve seguire determinate regole, non si entra in Italia perché lo ha deciso una Ong”. Fa bene il governo a tenere "i migranti bloccati al largo delle coste italiane"

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Matteo Salvini, poteva andarle peggio: potevano arrestarla. “Lei scherza? Io ho poca dimestichezza con le aule dei tribunali: nella mia vita ci sono andato per la sentenza di divorzio, per qualche causa di diffamazione, mai per una vicenda penale simile a questa. Mi accusano di sequestro di persona, pena quindici anni di carcere. In realtà, neanche mi accusano, nel senso che la procura non vuole neanche il processo, ora sarà il giudice a decidere. Io ho fatto solo il mio dovere”. Per la verità, il giudice vuole ascoltare il premier Giuseppe Conte, i ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, gli ex ministri Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta. Poi deciderà... “Io mi ero persuaso di non coinvolgere altre persone ma ho apprezzato la serenità del giudice che ha ritenuto di sentire anche gli altri componenti del governo che, come documentato, hanno condiviso ogni singola scelta”. Ora non vorrà vestire i panni del perseguitato politico? “I perseguitati nel mondo sono ben altri, penso, per esempio, alle vittime del regime cinese, alle minoranze oppresse, a chi rischia l’arresto se osa fare opposizione. Io sono un liberale, credo nella libertà”. E’ che lei fa ancora paura, senatore Salvini. Ha visto il ministro Luciana Lamorgese che lo scorso 28 settembre ha incontrato Papa Francesco e, a proposito dell’immigrazione, ha dichiarato che “nessuno può ritrarsi dinanzi alle sofferenze di un essere umano nella ricerca di una via di salvezza”. “Io spero, prima o poi, di avere l’onore immenso di incontrare il Pontefice, lo dico da cattolico e da umile cittadino. Quanto al governo, è un fatto incontrovertibile che anche l’attuale esecutivo abbia tenuto per giorni i migranti ad attendere in mezzo al mare. Ripeto: sarà il giudice a deliberare ma non mi convince, in generale, nella vita, la logica ‘due pesi e due misure’”.

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Matteo Salvini, poteva andarle peggio: potevano arrestarla. “Lei scherza? Io ho poca dimestichezza con le aule dei tribunali: nella mia vita ci sono andato per la sentenza di divorzio, per qualche causa di diffamazione, mai per una vicenda penale simile a questa. Mi accusano di sequestro di persona, pena quindici anni di carcere. In realtà, neanche mi accusano, nel senso che la procura non vuole neanche il processo, ora sarà il giudice a decidere. Io ho fatto solo il mio dovere”. Per la verità, il giudice vuole ascoltare il premier Giuseppe Conte, i ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, gli ex ministri Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta. Poi deciderà... “Io mi ero persuaso di non coinvolgere altre persone ma ho apprezzato la serenità del giudice che ha ritenuto di sentire anche gli altri componenti del governo che, come documentato, hanno condiviso ogni singola scelta”. Ora non vorrà vestire i panni del perseguitato politico? “I perseguitati nel mondo sono ben altri, penso, per esempio, alle vittime del regime cinese, alle minoranze oppresse, a chi rischia l’arresto se osa fare opposizione. Io sono un liberale, credo nella libertà”. E’ che lei fa ancora paura, senatore Salvini. Ha visto il ministro Luciana Lamorgese che lo scorso 28 settembre ha incontrato Papa Francesco e, a proposito dell’immigrazione, ha dichiarato che “nessuno può ritrarsi dinanzi alle sofferenze di un essere umano nella ricerca di una via di salvezza”. “Io spero, prima o poi, di avere l’onore immenso di incontrare il Pontefice, lo dico da cattolico e da umile cittadino. Quanto al governo, è un fatto incontrovertibile che anche l’attuale esecutivo abbia tenuto per giorni i migranti ad attendere in mezzo al mare. Ripeto: sarà il giudice a deliberare ma non mi convince, in generale, nella vita, la logica ‘due pesi e due misure’”.

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Il Conte 2 ha dato dieci milioni di euro alla Guardia costiera libica e dal 14 al 29 settembre, al largo della Libia, si sono registrati sei naufragi per un totale di 190 morti. Eppure questi dati di fatto non generano proteste e indignazione. Forse, Salvini, il problema è lei. “Lei chi?”. Intendo proprio lei, Matteo Salvini. Lei divide, insomma fa incazzare tutti. “Io faccio quello che devo, non agisco per convenienza o per interessi di piccolo cabotaggio. Non cerco condivisione. Da ministro dell’Interno mi sono assunto la mia responsabilità: era infatti mio preciso dovere difendere la sicurezza degli italiani, l’integrità territoriale, i confini del mio paese. Non rinnego nulla. Se l’attuale governo tiene i migranti bloccati al largo delle coste italiane fa bene perché non esiste un diritto di entrare in Italia, l’accesso a chi non è italiano deve seguire determinate regole, non si entra in Italia perché lo ha deciso una Ong. Il traffico di esseri umani è un crimine orrendo che dovrebbe suscitare unanime indignazione. Invece da tante parti c’è troppa accondiscendenza: con il finto umanitarismo non si va da nessuna parte”.

 

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La Commissione europea ha presentato una proposta per modificare il Regolamento di Dublino: pur mantenendo i ricollocamenti solo su base volontaria, si prevede che i paesi possano scegliere se accogliere i migranti sul proprio territorio oppure aiutare finanziariamente i paesi di primo ingresso, come Italia e Grecia, anche per agevolare i rimpatri di coloro cui è negato il diritto d’asilo. “E questo le sembra un accordo? Questa è una mega fregatura. L’idea di fondo è: trasformiamo l’Italia in un grande hotspot nel mezzo del Mediterraneo. Ben pagato ma pur sempre un hotspot. Com’è noto, i rimpatri sono tutt’altro che facili, oltre l’80 per cento di chi arriva nel nostro paese non ha alcun diritto di restare qui, non scappano da guerre e carestie ma arrivano con barboncino e smartphone. Se non si guarda in faccia la realtà, l’Italia dovrà farsi carico di un gigantesco flusso di persone che dall’Africa si muove verso l’Europa. Lo dicono i numeri: quest’anno gli arrivi si sono triplicati. Punto”.

 

Attorno a lei c’è ancora un cordone sanitario. Ha detto che l’Italia non esce dall’euro, che non farà l’Italexit, ma il cordone c’è ancora. “Io sento la responsabilità del consenso raccolto dalla Lega. Su euro ed Europa abbiamo chiarito che noi stiamo in Europa e stiamo nell’euro. Se andiamo al governo, faremo per prima cosa la riforma della giustizia, e la faremo insieme agli avvocati e ai magistrati. non bisogna ripetere gli errori del passato. La contrapposizione tra politica e magistratura è sbagliata in sé: la stragrande maggioranza dei magistrati sono professionisti che lavorano sodo e svolgono una funzione fondamentale per la democrazia. I magistrati, in tante parti d’Italia, si confrontano con la carenza di risorse e investimenti, gli uffici giudiziari dovrebbero essere molto più digitalizzati, invece durante l’udienza a Catania, come lei saprà, abbiamo sfiorato un incidente gravissimo. All’improvviso, mentre eravamo seduti, si è staccato dal soffitto un lastrone di marmo di cento chili che ha colpito al piede l’avvocato Giulia Bongiorno che ha lasciato l’aula in sedia a rotelle e forse chiederà i danni al ministero. Ma le sembra normale che ciò possa accadere in un paese del G8 nel 2020? Osserviamo ogni giorno i danni immensi provocati, da nord a sud, da acquazzoni e alluvioni, ponti che crollano, strade impraticabili… Ma le sembra normale? Questo governo riesce a gestire? Io mi auguro davvero che il governo si mostri all’altezza delle difficoltà che stiamo attraversando e che si manifesteranno con maggiore severità il giorno in cui terminerà il blocco dei licenziamenti. Il governo deve agire per ricostruire, inizi a pensare a come aiutare gli italiani”.

 

La maggioranza è divisa: il premier Conte ha annunciato la modifica dei decreti sicurezza, richiesta anche dal capo dello stato Sergio Mattarella. Il M5s prende tempo. “Io attendo di conoscere le modifiche che intendono apportare ma posso dirle sin da subito che non staremo a guardare. Se spengono le telecamere che garantiscono la sicurezza nelle nostre città, agiremo per conto degli italiani e dell’Italia”.

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Lei però dovrebbe evitare toni così duri, sembra sempre in guerra col mondo. Se fa così, il Papa non la incontrerà mai. “Io ho i toni che ho quando c’è di mezzo la sicurezza. Le garantisco però che i miei rapporti con le gerarchie vaticane non sono come vengono descritti dalla stampa italiana. I giornalisti raccontano spesso il mondo come lo vorrebbero loro, non com’è”.

 

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Intanto doveva vincere in sette regioni, doveva fare la spallata e ne è uscito un po’ lussato, diciamo così. “Il centrodestra governa 15 regioni su venti, la Lega è il primo partito in tutti i sondaggi, abbiamo vinto in Val d’Aosta, abbiamo sfiorato la vittoria in Toscana, poi altrove abbiamo sbagliato candidato ma quando sei in coalizione succede. Io non sono uno di quelli che, se vince, è merito mio, se perde, è colpa degli altri. La prossima volta faremo meglio, l’anno prossimo si voterà a Roma e in diverse città importanti, stiamo già arruolando tante donne e uomini di buona volontà, gente delle professioni, gente che conosce come va il mondo”.

 

Senta, a proposito dei giornalisti eccetera eccetera, lei ha 29 europarlamentari a Bruxelles che stanno in gruppo con i lepenisti, poi c’è Giorgia Meloni che ne ha soltanto sei ed è diventata presidente dei Conservatori e riformisti. Come la mette? “Le garantisco che anche loro hanno difficoltà di incidere, peraltro il gruppo dei Conservatori è pieno di polacchi”. Vero, sono i 24 eletti che fanno capo a Kaczyński, non proprio un liberale doc. “Rientra nelle contraddizioni di questa Europa, e anche nelle ipocrisie della stampa che tradisce un po’ di provincialismo quando si occupa delle cose europee. Voglio dire: allo stato attuale, il Parlamento europeo non ha neanche il potere di iniziativa legislativa. Io conosco come si lavora a Strasburgo, sono stato europarlamentare, e da anni la Commissione europea nega all’unica istituzione eletta dai cittadini un maggiore coinvolgimento. Questa Europa non ci convince, non è quella voluta dai Padri fondatori, ci sono troppi passaggi cruciali in cui non prende una posizione unitaria, non ha una politica estera comune, non si occupa di difesa e di sicurezza. Se legiferi solo su banche e circonferenza delle mele, la gente non ti crede più”.

 

Ciò non toglie che il leader del primo partito italiano debba porsi il tema di come avere un’offerta politica all’altezza della sfida di governo. Lei vuole andare o no a Palazzo Chigi? “La Lega è storicamente un partito di governo. Oggi abbiamo eletti e consiglieri in regioni dove neanche esistevamo. Dopodiché abbiamo fatto una scelta di campo: non imbarchiamo chiunque ma vogliamo gente specchiata e volenterosa”. Giancarlo Giorgetti ha evidenziato che, con l’aria di proporzionale che si respira, la Lega dovrebbe conquistare il centro. “Io penso che noi dobbiamo esprimere il buon senso di chi vuole far ripartire l’Italia. Starei sui fatti, non sull’ideologia. Siamo un partito pragmatico, di gente concreta, che vuole più autonomia, più cantieri, più lavoro. Io non ho preclusioni di sorta: se l’Europa aiuta gli italiani a vivere meglio ben venga l’Europa. Non ho posizioni ideologiche: vediamo quando e con quali modalità arriveranno le risorse del Recovery fund, vediamo se l’Europa fa una scelta di campo netta tra Stati Uniti e Cina, tra Israele e Iran. La Lega si schiera sempre e comunque con le libertà individuali e, guardando i dati Ocse, noto che alla fine di quest’anno si prevede un calo dell’economia statunitense (meno 3,8 per cento), di quella della zona Euro (meno 7 per cento) mentre l’economia cinese cresce di oltre un punto”. E’ vero che lei vuole che i governi del mondo, incluso quello italiano, chiedano i danni alla Cina per aver nascosto per mesi, al resto del mondo, l’insorgenza del coronavirus? “Io non credo ai complotti, ai virus prodotti in laboratorio, eccetera. Ma il Covid-19 è nato in Cina e il regime cinese lo ha nascosto per almeno due mesi. Deve rispondere di questo di fronte al mondo intero. Le vittime, come sappiamo, hanno superato un milione a livello globale. E’ una tragedia mondiale”. Senta, tornando a Bruxelles, mettiamola semplice: ora c’è Angela Merkel ma l’anno prossimo la Cdu va a congresso. Se cambiasse guida, lei potrebbe valutare l’ingresso nel Ppe? Voglio dire: c’è il premier ungherese Orbán e non può starci lei? “Abbiamo colloqui continui con diverse cancellerie europee… Mentre i giornalisti italiani inseguono i commercialisti e i soldi che non ci sono, noi continuiamo a tessere una rete diplomatica e le assicuro che valuteremo a tempo debito”.

 

Se diventasse presidente del Consiglio, lei replicherebbe quel che ha fatto il presidente degli Sati Uniti Donald Trump trasferendo l’ambasciata italiana da Tel Aviv a Gerusalemme? “Sì, senza alcuna esitazione”.

 

L’Europa pone l’obiettivo della transizione digitale, anche lei prima spiegava che l’Italia deve essere più digitale. Su 5G e dintorni, possiamo aprirci a investitori esteri? E se sì, a che condizioni? I cinesi di Huawei sono particolarmente agguerriti… “Io dico che ne abbiamo uno straordinario bisogno. Un terzo dell’Italia non è connesso. Abbiamo aziende stupende, le ho visitate nelle Marche, che hanno innovato, ma sono isolate. Il ponte sullo Stretto sarebbe una bellissima immagine dell’Italia che innova e connette. Io sono un liberale, un tifoso del libero mercato, perciò ritengo che aprire agli investimenti provenienti da paesi liberi non pone alcun problema; se invece si tratta di paesi illiberali, dove per esempio non esiste un sistema giudiziario equo e imparziale, mi pongo delle domande e, prima di appaltare rete e cuore, uso enorme cautela”.

 

Il Conte 2 potrebbe cadere per un incidente parlamentare? Romano Prodi dice che alle elezioni anticipate non ci si va ma ci si casca. “Forse ha ragione… Io comunque non sono qui a gufare. Noi stiamo lavorando per migliorare il decreto Agosto: non vogliamo la tassa sulla plastica che sarebbe un salasso per le aziende in questo momento, ho ascoltato i rappresentanti di Coca-Cola in Sicilia e loro rischierebbero di dover licenziare 900 persone. Questi invece pensano a fare il concorsone per le assunzioni a scuola, in questa situazione epidemiologica. Questo governo non governa, sono fermi su tutto: su Alitalia, Autostrade, su autonomia, giustizia fiscale… La cosa peggiore oggi per gli italiani è non decidere”.

 

Lei ha mostrato, in diverse occasioni, apprezzamento per l’ex presidente della Bce Mario Draghi. Che succede nel 2022? “Manca ancora un anno e mezzo… Io adesso sono concentrato su ciò che accadrà il giorno in cui termina il blocco dei licenziamenti. Lo ha detto anche Confindustria: lo scenario è nero”. Lei sarebbe favorevole a un Mattarella-bis? “Io spero che gli italiani non vivano un anno e mezzo di litigi su leggi elettorali, seggi, circoscrizioni e futuro di Mattarella. Ci sono università chiuse che danneggiano gli studenti, città in cui non c’è più vita, un indotto di bar e ristoranti che soffre, insegnanti che non insegnano più. Abbiamo bisogno di tornare a vivere, perciò dico: viva la vita in presenza, viva la scuola, viva il tifo in presenza. Usiamo prudenza, indossiamo la mascherina quando serve, ma la distanza deve essere temporanea. Dobbiamo tornare a vivere”.

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