editoriali
L’eroismo di Giorgetti sul Ppe
Vuole cacciare la Lega dall’isolamento europeo, ma la Lega non vuole
Ogni tanto dalle parti del Carroccio si ode un discorso di buonsenso, o quantomeno un ragionamento politico. E’ quando parla Giancarlo Giorgetti, le cui parole vengono accolte sempre con un certo stupore visto lo stato della riflessione nella Lega. “Primo: che ci piaccia o no l’Europa esiste. Secondo: l’Europa va dove va il Ppe. Terzo: il Ppe va dove va la Cdu tedesca. Quarto: si è aperta la corsa alla segreteria della Cdu, che condizionerà a cascata dove va l’Europa. Io penso che un partito come la Lega, che governa e ha governato bene a livello locale e nazionale, abbia non soltanto il diritto ma anche il dovere di confrontarsi con chi si candida a governare il Ppe. Se dico ‘non me ne frega del Ppe’, politicamente è una cretinata”. Un ragionamento lineare, che però è estremamente complesso da far digerire alla Lega di Salvini e all’identità antitedesca in cui si è forgiata.
Ogni tanto dalle parti del Carroccio si ode un discorso di buonsenso, o quantomeno un ragionamento politico. E’ quando parla Giancarlo Giorgetti, le cui parole vengono accolte sempre con un certo stupore visto lo stato della riflessione nella Lega. “Primo: che ci piaccia o no l’Europa esiste. Secondo: l’Europa va dove va il Ppe. Terzo: il Ppe va dove va la Cdu tedesca. Quarto: si è aperta la corsa alla segreteria della Cdu, che condizionerà a cascata dove va l’Europa. Io penso che un partito come la Lega, che governa e ha governato bene a livello locale e nazionale, abbia non soltanto il diritto ma anche il dovere di confrontarsi con chi si candida a governare il Ppe. Se dico ‘non me ne frega del Ppe’, politicamente è una cretinata”. Un ragionamento lineare, che però è estremamente complesso da far digerire alla Lega di Salvini e all’identità antitedesca in cui si è forgiata.
Quando qualche giorno fa Giorgetti aveva detto che la Lega dovrebbe iniziare a dialogare con il Ppe, la risposta di Salvini è arrivata in un’intervista di Barbara D’Urso: “Non vado in Europa a fare il baciapile di Merkel e Macron”. Dopo la caduta del governo gialloverde, Giorgetti è diventato il responsabile Esteri della Lega e si è dato come obiettivo quello di riallacciare i rapporti con l’Europa e gli Stati Uniti, cercando di far uscire la Lega dall’angolo degli impresentabili in cui l’ha confinata la linea antieuropeista e filoputiniana di Salvini. Questo sarebbe un obiettivo strategico, anche nell’ottica della competizione interna con Fratelli d’Italia che, con la leadership del gruppo dei Conservatori affidata a Giorgia Meloni, ha assunto un ruolo di primo piano nel dialogo con il Ppe e le istituzioni europee. Ma tutti gli sforzi di Giorgetti sono vani ed esclusivamente per responsabilità del suo partito. Solo pochi giorni fa, la Lega è stata una delle pochissime forze a non aver votato in Europa la mozione contro il dittatore bielorusso Lukashenka, dimostrando ancora una volta la sua vicinanza a Putin e ai suoi autocrati. Per quanto apprezzabili, gli sforzi e i ragionamenti del responsabile degli Esteri Giorgetti sono purtroppo poco utili se la linea del partito in Ue Salvini continua a delegarla a personaggi come Zanni e Rinaldi.