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editoriali

Imparare dallo stato d’emergenza

redazione

Per evitare proroghe infinite un modo c’è: cambiare le regole del Parlamento

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L’annuncio da parte di Giuseppe Conte di voler prorogare lo stato di emergenza fino alla fine di gennaio non è sorprendente. La crescita dei contagi in varie regioni italiane e il balzo registrato in molti paesi europei che avevano allentato troppo presto le misure di salvaguardia giustificano questa decisione, che le opposizioni non hanno contestato nel merito, limitandosi a chiedere una discussione parlamentare in cui il premier spieghi come intende usare i poteri straordinari che derivano dallo stato di emergenza. Se su questo non si è accesa, se non in termini propagandistici, una contrapposizione è anche perché nei mesi scorsi l’uso dell’emergenza non ha quasi mai tracimato in abusi. C’è stata qualche estensione a tematiche non legate alla pandemia in qualche decreto, ma si è trattato di fatti marginali, sui quali peraltro si è fatta sentire la vigilanza del Quirinale.

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L’annuncio da parte di Giuseppe Conte di voler prorogare lo stato di emergenza fino alla fine di gennaio non è sorprendente. La crescita dei contagi in varie regioni italiane e il balzo registrato in molti paesi europei che avevano allentato troppo presto le misure di salvaguardia giustificano questa decisione, che le opposizioni non hanno contestato nel merito, limitandosi a chiedere una discussione parlamentare in cui il premier spieghi come intende usare i poteri straordinari che derivano dallo stato di emergenza. Se su questo non si è accesa, se non in termini propagandistici, una contrapposizione è anche perché nei mesi scorsi l’uso dell’emergenza non ha quasi mai tracimato in abusi. C’è stata qualche estensione a tematiche non legate alla pandemia in qualche decreto, ma si è trattato di fatti marginali, sui quali peraltro si è fatta sentire la vigilanza del Quirinale.

 

Tuttavia ci sono alcune funzioni e strutture che continuano a funzionare solo in un regime speciale quale quello di emergenza è indubbiamente, che potrebbero e dovrebbero essere ricondotte alla normalità. Il comitato tecnico scientifico e il commissariato al Covid, per esempio, potrebbero derivare le loro funzioni da una legge ordinaria, che ne fissi i tempi e i poteri. Altrimenti l’emergenza è destinata a non finire mai, appunto perché strumenti di controllo e di pronto intervento saranno comunque utili anche nella fase, che si spera cominci presto, di declino del contagio. L’emergenza sanitaria non può diventare lo strumento per accelerare le procedure: a questo bisogna provvedere con riforme apposite e con un miglioramento dell’organizzazione dei lavori parlamentari. L’emergenza sanitaria non può diventare un alibi per non affrontare problemi di funzionamento della democrazia che erano precedenti alla pandemia e, se non affrontati, resteranno anche dopo. Se in questi ulteriori mesi di vigenza dello stato di emergenza si lavorerà anche per renderne possibile il superamento, il tempo sarà speso bene.

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