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Il piano di Macron contro il "separatismo islamista"

Lotta alla poligamia e ai certificati di verginità, niente sussidi a chi non rispetta la laicità. E una stretta sulle scuole islamiche. Ecco come l'Eliseo vuole intervenire contro chi fa passare le leggi religiose al di sopra di quelle dello stato

Enrico Cicchetti
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Basta giri di parole. Emmanuel Macron è stato chiaro nel presentare il suo piano d'azione contro il "separatismo islamista", questo venerdì mattina a Les Mureaux. Il presidente francese ha menzionato il movimento che vorrebbe "prendere il controllo" del paese. Un movimento nato sulla scia dell'"islamismo radicale" e portato avanti da "forze esterne". L'Eliseo ha deciso di far fronte al problema della crescente insicurezza sul suo territorio legata a questo fenomeno: una sorta di “manipolazione" della religione per giustificare l'autonomia rispetto alle regole della République.

    

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Da quando è entrato in carica, Macron e la sua maggioranza hanno rafforzato le loro posizioni sulla questione del rispetto della laicità e della lotta all'islam radicale. “La Repubblica, poiché è indivisibile, non ammette alcuna avventura separatista”, aveva detto in occasione del 150esimo anniversario dalla proclamazione della Terza Repubblica. Un discorso efficace ma che evitava "di chiamare le cose con il loro vero nome”, come lamentava due settimane fa sul Figaro Rémi Brague. Parlando di “separatismi” al plurale – diceva il filosofo – Macron “cerca di evitare il problema e di nominare il nemico. Siamo seri. Le province periferiche si sono chetate, i gilet gialli non invocano più la separazione. [...] La Repubblica ha creato dei 'territori perduti' per negligenza, disprezzo, cinismo. Oggi sono delle persone che si definiscono islamiche che vogliono appropriarsi di questi territori per vivere secondo le proprie regole”. Oggi invece non ci sono stati mezzi termini: il presidente francese ha attaccato chi fa passare le leggi della propria religione al di sopra di quelle dello stato. Già lo scorso febbraio a Mulhouse, Macron aveva già annunciato le prime misure. 

 

La bozza del provvedimento

Se nel 2016, durante un discorso a Montpellier, l'allora candidato Macron ha riconosciuto la necessità di combattere "l'Islam radicale", per lui questo doveva essere fatto "non proponendo nuovi testi, nuove leggi, ci sono, le abbiamo noi, ma applicandole, smantellando le associazioni che predicano l'odio della Repubblica, l'odio del nostro popolo, i suoi valori”, tre anni dopo, Macron ha cambiato idea: ci sarà un nuovo disegno di legge, che verrà presentato il 9 dicembre. Oggi ne sono state presentate le bozze. Tra i provvedimenti in campo, come riporta la stampa francese, c'è l'eliminazione dei sussidi alle associazioni che non rispettano la laicità (qualsiasi associazione che richieda un sussidio dovrà sottoscrivere una “carta della laicità”) e una facilità maggiore di scioglierle. Si parla di lotta alla poligamia e di vietare i certificati di verginità. I sindaci saranno più controllati dai prefetti per evitare che accadano casi come quello citato da Macron dove i funzionari, sotto la pressione di gruppi o comunità, hanno istituito “accessi orari alle piscine" divisi per sesso.

 
L'intervento sull'istruzione

C'è poi un punto sulla scolarizzazione domiciliare che sarà, dall'inizio dell'anno scolastico 2021, "strettamente limitata, in particolare alle esigenze sanitarie". "Oggi, più di 50.000 bambini vengono educati a casa, una cifra che aumenta ogni anno", ha detto Macron, che ha citato casi di genitori che si rifiutano di mandare i propri figli a lezione di musica o di educazione fisica. "Questi bambini vanno in strutture non dichiarate", ha proseguito "strutture chiuse, senza finestre, accolti da donne in niqab, dove dicono di imparare solo le preghiere".

 
Ma nell'entourage di Macron c'è chi non è convinto

L'offensiva non piace a tutti all'interno della “macronie”. Se c'è chi si compiace del cambio di tono del presidente e lo invita a "non avere più mano tremante", come il deputato Francis Chouat, altri, come il deputato di LFEM Sacha Houlié, pensano che non servano provvedimenti legislativi ma che "con misura e discernimento possiamo lottare contro chi predica odio, esclusione, radicalismo. Non ce n'è bisogno di fratturare la società più di quanto non sia già”.

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