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Giudicare Salvini. I diritti, le norme che ha violato. Parla Armando Spataro

Carmelo Caruso

Ha trasformato il suo processo in spettacolo e Catania in Pontida. Oltre la farsa ci sono i diritti calpestati, i migranti trattenuti per tre giorni e tre notti. L'ex procuratore capo di Torino, Armando Spataro, spiega dove fa acqua la memoria difensiva di Salvini

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Sul processo di Catania a Matteo Salvini, Armando Spataro riuscirà davvero a non dire nulla? “Glielo confermo senza incertezze. Non mi interessa l’iter del processo e neppure la sorte dell’incolpato. Sono solo interessato alla tutela dei diritti fondamentali che includono naturalmente anche quelli dei migranti”. Il 27 luglio del 2019 – quando Salvini, da ministro dell’Interno, decise di tenere per tre giorni e tre notti 131 migranti sulla nave Gregoretti – quei diritti vennero calpestati? “Lo ripeto: non mi interessa ragionare di Salvini. L’accusa è molto precisa nella descrizione dei fatti e saranno i giudici a pronunciarsi”. E però, si può ragionare su cosa è diventata la sicurezza dopo Salvini. “Non solo con lui, ma anche prima e dopo di lui: basti pensare ai pacchetti sicurezza del 2008 e 2009 e alle attuali discussioni politiche. La sicurezza è diventata un brand finalizzato spesso alla ricerca di consenso politico. Questa era una tendenza. Oggi lo è ancor di più. Spero possa esaurirsi”.

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Sul processo di Catania a Matteo Salvini, Armando Spataro riuscirà davvero a non dire nulla? “Glielo confermo senza incertezze. Non mi interessa l’iter del processo e neppure la sorte dell’incolpato. Sono solo interessato alla tutela dei diritti fondamentali che includono naturalmente anche quelli dei migranti”. Il 27 luglio del 2019 – quando Salvini, da ministro dell’Interno, decise di tenere per tre giorni e tre notti 131 migranti sulla nave Gregoretti – quei diritti vennero calpestati? “Lo ripeto: non mi interessa ragionare di Salvini. L’accusa è molto precisa nella descrizione dei fatti e saranno i giudici a pronunciarsi”. E però, si può ragionare su cosa è diventata la sicurezza dopo Salvini. “Non solo con lui, ma anche prima e dopo di lui: basti pensare ai pacchetti sicurezza del 2008 e 2009 e alle attuali discussioni politiche. La sicurezza è diventata un brand finalizzato spesso alla ricerca di consenso politico. Questa era una tendenza. Oggi lo è ancor di più. Spero possa esaurirsi”.

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Di Spataro, che è stato un pezzo della storia della magistratura, procuratore aggiunto a Milano, procuratore capo a Torino, Salvini disse: “Vada a fare il pensionato”. Si è pensionato davvero, ma certo non per ubbidire al ministro (come ironicamente diceva) ma per raggiunti limiti di età. Oggi collabora con l’università Statale di Milano e scrive testi di cui va “fierissimo” come “Il rock, la musica e l’immigrazione”. Lo ha pubblicato Qcode il semestrale di Radio Popolare. Spataro è dunque un buonista? “Sono soltanto un ex magistrato che ha girato il mondo e ha visto tanta sofferenza dappertutto. So già che diranno ‘è una banalità’, ma io non mi rassegno”. Ha mai visto una memoria difensiva pubblicata su un profilo Facebook? “Non mi sorprende”.

 

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Sul profilo social di Salvini è infatti possibile leggere la memoria (“scarica anche tu la memoria difensiva”) che ha preparato per lui l’avvocato Giulia Bongiorno. Lo abbiamo fatto anche noi e abbiamo provato a prenderla sul serio. Sono 55 pagine di “escusso”, di “ho deciso insieme a Giuseppe Conte e Danilo Toninelli”. Scrive in pratica che ha trattato i migranti come tratta i suoi cari (“tre pasti al giorno, oltre 400 mq di spazio”) insomma una villeggiatura. Si prepara all’udienza di sabato, a Catania, con gli adesivi “processateci tutti” e per non lasciarlo solo ci sarà Giorgia Meloni, una delegazione di Forza Italia perché a Catania sarà “una grande festa”.

Per Spataro è “una modalità di protesta e comunicazione, già vista in passato . Sia ben chiaro che anche le manifestazioni riguardanti la giustizia, se corrette nelle forme e nei contenuti, sono perfettamente lecite. Vedremo come questa si svolgerà. Ma sono  certo che, in ogni caso, i giudici resteranno del tutto indifferenti e decideranno secondo legge e coscienza”. E però, non è il situazionismo di Forza Italia che circondò il Palazzo di giustizia per difendere Silvio Berlusconi: quello di Salvini è addirittura un festival delle libertà, una Pontida del sud. Dice Spataro: “E’ una sorta di evento spettacolo che richiama le modalità dell’informazione moderna e anche l’uso politico dei social”.

 

Nella memoria di Salvini si sostiene che la nave fosse il migliore luogo sicuro e che se non li ha fatti sbarcare è per eccesso di umanità. Solo sulla nave potevamo, scrive Salvini, garantire la loro sicurezza mentre l’attesa era dovuta alla necessità di coinvolgere l’Europa. E’ stata tutta colpa dell’Europa? “In attesa che l’Europa intervenga non possono venire meno i doveri dei singoli stati, previsti da Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, Costituzione e convenzioni internazionali. La prassi dei ‘porti chiusi’ è vietata per legge e tra le eccezioni che legittimano il divieto di sbarco non vi è certo la necessità di accordarsi con altri Stati per la ripartizione dei migranti”.

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Ed ecco quello che Salvini dimentica e che Spataro ricorda: “L’Italia è stata condannata nel 2016 dalla Gran camera della Corte europea dei diritti dell’uomo: nella sentenza si legge che le difficoltà oggettive legate alla gestione di una crisi migratoria non possono legittimare trattamenti in violazione dell’articolo 3 della Convenzione. Ricordo inoltre, sempre in generale, che una nave non è certo equivalente ad un P.O.S. (Place of Safety) e che, comunque, il trattenimento a bordo di una imbarcazione militare non può certo giustificarsi con ragioni di sicurezza. Lo si deduce agevolmente dal decreto Sicurezza bis che detta previsioni speciali per quel tipo di navi” risponde l’ex procuratore che smonta, senza parlare di Salvini, la difesa di Salvini.

 

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Prendiamo, così, da una pagina e dall’altra i pensieri di questo leader che adesso si fa piccolo piccolo di fronte al suo giudice. Scrive che la stiva era in pratica un’oasi dolcissima. Lo era? Risponde Spataro: “Si sono già verificati casi relativi al trattenimento a bordo, per vari giorni, di migranti sotto il sole e a rischio di malattie: in questi casi parlano carte e medici, ma è difficile sul piano logico ritenere che ci si trovi in questi casi di fronte ad episodi di felice accoglienza” aggiunge ancora l’ex procuratore che distingue la politica dei porti chiusi inaugurata da Salvini dalla linea di Minniti, la linea che è stata l’indirizzo politico del governo Gentiloni. Non è vero che l’immigrazione si gestisce ricattando l’Europa. E’ di fatto questo il senso della difesa dell’ex ministro dell’Interno. E però, qualcuno pensa che anche la linea Minniti non era poi meno feroce di quella di Salvini. E’ così? “La linea Minniti era complessa, prevedeva accordi con i paesi di provenienza e guardava a quelli futuri con gli altri stati europei che devono certamente essere coinvolti. Vi erano passaggi delicati ma nulla a che vedere con l’inaccettabile politica dei porti chiusi”.

 

Per suscitare la sfiducia nei giudici che saranno chiamati a giudicarlo, Salvini ripete che lo giudicherà la giustizia di Luca Palamara, la toga espulsa dalle toghe. Ha ragione lui quando dice che la giustizia non può giudicare un atto politico? “Qui accetto di rispondere sullo specifico caso perché la questione rimanda ad altro noto ritornello: quello della giustizia politicizzata o orientata da ragioni diverse dal rispetto della legge. Le persone coinvolte nel caso Palamara saranno giudicate nelle sedi proprie, ma si eviti di generalizzare e di evocare scenari impropri dietro a ogni decisione non gradita a una parte politica. E si consideri – inoltre – che anche un atto politico pur se discrezionale, deve sempre rispettare l’interesse pubblico, sicché, in caso di processo penale per reati ministeriali e di autorizzazione a procedere concessa, solo l’Autorità Giudiziaria può valutare la sussistenza di esimenti previste dalla legge. Questa è la democrazia”.

 

Al ministero dell’Interno non c’è più Salvini ma una buon ministro come Luciana Lamorgese. Al Foglio, la ministra ha dichiarato che è tutto pronto per cambiare i decreti Sicurezza. Lunedì è previsto il Cdm decisivo. Il clima è cambiato? “Certamente il clima di intolleranza sembra essersi attenuato, forse per effetto dell’ emergenza sanitaria. Mi auguro davvero che quei decreti vengano radicalmente modificati, specie dopo alcune decisioni della Consulta e della Corte di cassazione”. Citofoniamo all’Europa? “E’ necessario il coinvolgimento dell’Europa nella gestione delle politiche migratorie, è urgente che si approvi il Patto sulle migrazioni e l’asilo di cui ha parlato la presidente della Commissione europea, purché sia effettivamente modificato il regolamento di Dublino chiamando  obbligatoriamente tutti gli stati europei alla gestione dei migranti, da ripartire ovunque sbarcati. Purtroppo ciò sembra  ancora lontano e il Patto sembra sbilanciato sul fronte dei rimpatri, trascurando quello della doverosa tutela della solidarietà”. Sulle ong provochiamo Spataro. Qui non ha forse un po’ di ragione Salvini? “E’ inaccettabile in assenza di prove di concorso con gli scafisti (e fin qui non ce ne sono mai state) tanto più che il soccorso in mare è obbligatorio e che gli equipaggi di quelle navi agiscono per adempimento di un dovere o stato di necessità”. Insomma, Spataro è un buonista. “Questo, come spero sia chiaro, non è certo buonismo”.

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