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Così Catania diventa il palcoscenico del processo a Salvini

Sabato l'udienza preliminare sul caso Gregoretti

Riccardo Lo Verso

In attesa dell'udienza, l'ex ministro dell'Interno si riprende la scena, tra le sfilate di chi lo sostiene e di chi lo contesta. Una volta era la magistratura a essere accusata di fare politica, ora è la politica che si serve dei processi come ribalta mediatica

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Cambia la vetrina e di conseguenza il dress code. Al Papeete erano tutti in costume, pareo e infradito. In Tribunale si vedrà qualche giacca in più, ma la sostanza non cambia. A Catania Matteo Salvini si rimetterà al centro della scena dopo mesi di penombra e sondaggi in calo. Nel lido di Milano Marittima, un anno fa, la sua visione politica mostrò delle crepe strutturali.  Sabato lo attende l'udienza preliminare sul caso della nave Gregoretti e dei cento migranti rimasti a bordo quando da ministro delI'Interno “difendeva i confini nazionali”, ma sarà tutto fuorché un processo. 

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Cambia la vetrina e di conseguenza il dress code. Al Papeete erano tutti in costume, pareo e infradito. In Tribunale si vedrà qualche giacca in più, ma la sostanza non cambia. A Catania Matteo Salvini si rimetterà al centro della scena dopo mesi di penombra e sondaggi in calo. Nel lido di Milano Marittima, un anno fa, la sua visione politica mostrò delle crepe strutturali.  Sabato lo attende l'udienza preliminare sul caso della nave Gregoretti e dei cento migranti rimasti a bordo quando da ministro delI'Interno “difendeva i confini nazionali”, ma sarà tutto fuorché un processo. 

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Il leader della Lega tornerà ad essere il perno del dibattito politico. Le truppe cammellate si schiereranno: pro e contro Salvini, naturalmente. Da una parte il centrodestra che si ritroverà unito in piazza. Ci saranno i “Fratelli d'Italia” di Giorgia Meloni e i forzisti invitati da Silvio Berlusconi a partecipare in massa. Lo faranno al grido “gli italiani scelgono la libertà”, che altro non è che il titolo della tre giorni organizzata dalla Lega alla nuova Dogana di Catania dall’uno al tre ottobre. Per carità, nessuno mette in dubbio che ci credano per davvero, ma al netto degli slogan la piazza di Catania è un luogo in cui bisogna apparire, innanzitutto per se stessi e poi per l'alleanza. Il tam tam social che annuncia l'adunata etnea è martellante da giorni e nessuno vuole rinunciare alla vetrina mediatica. Né da una parte, né dall'altra.


Nella stessa piazza si raccoglierà il movimentismo di sinistra, quello che urla il “no alla cultura razzista e fascista” e ora anche “nazionalista”. Ci saranno i gruppi dei centri sociali, i movimenti femministi, ma anche i rappresentanti del Pd, “senza bandiere però”, e di Liberi e Uguali. Perché? Perché non esserci farebbe più rumore che esserci. 

E il processo? Chissenefrega del processo, quello vero s'intende. L'udienza preliminare, la costituzione delle parti, l'elenco delle parti offese etc etc. Roba stantia, da addetti ai lavori e troppo poco social. A meno che qualcuno non tiri fiori il coup de théâtre. E in questo Salvini è maestro. Come dimenticare le dirette Facebook nel corso delle quali il leader della Lega teneva incollate davanti al pc migliaia di persone mentre apriva la busta con l'avviso di garanzia manco fosse un telequiz. 

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Già, sarà tutto tranne che un processo. Persino il magistrato Nunzio Sarpietro si è già adattato al clima, rilasciando nei giorni scorsi delle dichiarazioni a Repubblica che avevano il sapore di una irrituale, o quanto meno superflua, risposta a mezzo stampa alla memoria difensiva depositata agli atti del processo. Salvini ha ricordato al giudice per l'udienza preliminare l'intercettazione nella quale l'ex vicepresidente del Csm Luca Palamara diceva di lui "ha ragione, ma dobbiamo attaccarlo". Il giudice si è sentito in dovere di fare fare sapere che non fa politica,  l'ex ministro non ha alcun motivo di preoccuparsi. Avrà un processo giusto, equo e sereno. E pure mediatico: il ventaglio degli aggettivi va completato. 


C'è stato un tempo in cui la magistratura veniva accusata di fare politica, ora è la politica che si serve della magistratura e dei processi, quelli veri, come ribalta mediatica. Lo spettacolo sta per iniziare. Comunque vada per Salvini sarà un successo. Indosserà di nuovo l'uniforme del difensore dei confini e dell'italianità dura e pura, con un occhio all'aula del Tribunale di Catania e un altro ai sondaggi. Chissà che non tornino a salire.

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