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Occhio al caso Napoli

La libertà esiste solo con le regole. Il virus e la disciplina italiana spiegata con uno 0,4

Il modello di convivenza con il virus mostrato dall’Italia durante l’ondata di ritorno fa notizia più all’estero che in Italia. Perché? Indagine (con numeri)

Claudio Cerasa

Dal Financial Times al Figaro.  Dal Wall Street Journal alla Süddeutsche. Il modello  di convivenza con il virus mostrato dall’Italia durante  l’ondata di ritorno fa notizia più all’estero che in Italia.  La lezione di Mattarella a Boris Johnson, la giusta rabbia di Vincenzo De Luca e i numeri incoraggianti del Viminale a settembre, che dicono che gli italiani che violano le regole sono pochissimi (tranne in una città) 

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Da qualche giorno a questa parte, la stampa internazionale sembra essersi incuriosita per quello che sta succedendo nel nostro paese, dove nonostante la crescita di contagi registrata ieri (1.912 nuovi casi, il numero più alto di contagi registrati dalla fine del lockdown) gli effetti dell’ondata di ritorno del Covid-19 sembrano avere una dimensione diversa rispetto a quella di molti altri paesi europei – Francia e Spagna ieri hanno registrato rispettivamente 21 mila e 12 mila contagi. Non sappiamo se ciò che sta accadendo nel resto d’Europa accadrà presto anche in Italia (incrociamo le dita) ma sappiamo invece che la capacità mostrata finora dal nostro paese nel convivere con il virus (ieri sono arrivati anche gli elogi dell’Oms) è un tema che comincia da qualche giorno a fare notizia in giro per il mondo.

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Da qualche giorno a questa parte, la stampa internazionale sembra essersi incuriosita per quello che sta succedendo nel nostro paese, dove nonostante la crescita di contagi registrata ieri (1.912 nuovi casi, il numero più alto di contagi registrati dalla fine del lockdown) gli effetti dell’ondata di ritorno del Covid-19 sembrano avere una dimensione diversa rispetto a quella di molti altri paesi europei – Francia e Spagna ieri hanno registrato rispettivamente 21 mila e 12 mila contagi. Non sappiamo se ciò che sta accadendo nel resto d’Europa accadrà presto anche in Italia (incrociamo le dita) ma sappiamo invece che la capacità mostrata finora dal nostro paese nel convivere con il virus (ieri sono arrivati anche gli elogi dell’Oms) è un tema che comincia da qualche giorno a fare notizia in giro per il mondo.

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Tre giorni fa, il Financial Times ha notato che la “dura lezione” acquisita dall’Italia durante l’esplosione della pandemia ha consentito al nostro paese di “tenere sotto controllo la seconda ondata” al punto che “mentre la Spagna, la Francia e il Regno Unito soffrono per una ripresa del Covid-19, l’Italia ha saputo adattarsi meglio di altri”. Il giorno dopo anche il Wall Street Journal ha osservato che in Italia “molte persone mantengono le precauzioni nei luoghi più duramente colpiti dalla prima ondata e in giro per il paese si notano molte mascherine in pubblico”. E nello stesso giorno anche Foreign Policy ha sottolineato che, rispetto alla capacità di gestione della seconda ondata, l’Italia ha scelto un modello che sembra funzionare (“coloro che erano soliti schernire l’Italia per la sua cattiva gestione dovrebbero prendere atto della strategia di Roma per sconfiggere il virus”). E nella giornata di ieri, infine, si sono aggiunti altri commenti interessanti. Secondo il Figaro, l’Italia ha sperimentato una politica di tamponi e tracciamento che si è rivelata essere particolarmente efficace. E secondo la Süddeutsche Zeitung, l’Italia è “improvvisamente” diventata “un modello, un esempio da seguire per affrontare la pandemia di coronavirus in maniera responsabile” anche grazie a un atteggiamento diffuso nel paese di cittadini decisi a rispettare scrupolosamente le norme anticontagio “in maniera quasi unanime”.

 

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Il tempo ci dirà se il modello italiano risulterà tale anche nel corso dei prossimi mesi. Ma il dato più interessante di questa piccola rassegna è legato al fatto che ciò che sta accadendo nel nostro paese fa notizia più per chi abita fuori dall’Italia che per chi abita  in Italia. Eppure non dovrebbe essere necessario andare a sfogliare i giornali stranieri per accorgersi di un fenomeno che sta succedendo dalle nostre parti e che è stato fatto notare due giorni fa da Sergio Mattarella al Boris Johnson che rimproverava l’Italia di essere virtuosa perché poco amante della libertà. No, caro Boris: gli indisciplinati e viziatissimi italiani hanno capito che la libertà di un cittadino non si misura con il suo grado di anarchia ma si misura con la sua capacità di rispettare le regole. E in fondo le scene notate dai giornali internazionali sono le scene che tutti noi vediamo ogni giorno: mascherine ovunque (provate a guardarvi intorno quando entrate in un supermercato), scuole tutto sommato ben organizzate nonostante il disastro dei banchi (su 40 mila scuole in Italia quelle chiuse anche solo per un giorno, ha scritto ieri il Sole 24 Ore, sono state finora appena 75), numero di tamponi sempre molto alto (100 mila al giorno, uno dei numeri più alti in Europa nel rapporto tra numero dei tamponi e numero di abitanti) e una disciplina di fondo che almeno finora ha portato l’Italia a gestire la fase della convivenza con il virus con un’isteria limitata (a settembre, ha scritto ieri l’Istat, sono migliorati sia il clima di fiducia dei consumatori, da 101,0 a 103,4, sia quello delle imprese, con il così detto indice composito passato da 81,4 a 91,1). E a dimostrare l’incredibile disciplina dell’Italia non sono solo gli articoli dei giornali internazionali ma sono anche alcuni dati empirici.

 

Abbiamo chiesto ieri al Viminale di indicarci quante persone sono state controllate e sanzionate nel corso del mese di settembre, nell'ambito dei controlli anti Covid, e i numeri sono sorprendenti. Dal primo al 24 settembre, le forze dell’ordine hanno controllato 1.364.808 persone e 163.118 esercizi commerciali. Tra gli esercizi commerciali, quelli sanzionati sono stati appena 266, gli esercizi chiusi sono stati 93 e le attività chiuse sono state 20. Tra le persone controllate, invece, sono solo 4.991 quelle sanzionate (lo 0,4 per cento del totale). Con un dato curioso e indicativo: delle 4.991 persone sanzionate dalle prefetture, ben 3.769 sono state sanzionate dalla prefettura di Napoli (il 75 per cento). E in questo senso ha fatto bene ieri il governatore De Luca a invitare i campani a non fare sciocchezze, “altrimenti tra quattro giorni tutti in lockdown”, e a ricordare, mettendo insieme a suo modo lo spirito mattarelliano con il modello del lanciafiamme, che semplicemente senza regole non c’è libertà.

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