La sfida di Roma 2021

Interviste feroci, assessori infedeli, la distanza di Conte e Grillo che flirta col Pd: così Raggi è rimasta sola

La sindaca continua la sua corsa per il bis, ma è sempre più isolata nel M5s. A renderla felice un sondaggio che la dà avanti rispetto ai candidati Pd, ma il contesto politico intorno a lei è devastante

Simone Canettieri

Il premier la evita nei tour in periferia e dice che non ha ancora deciso per chi votare, intanto in Campidoglio i suoi assessori passano le chat ai giornali e il vicesindaco le chiede di farsi da parte.  E Grillo? Parla con Sassoli

"Avete visto? Siamo l'unico argine alla destra, altro che il Pd".  In un sabato piovoso e autunnale, Virginia Raggi si aggrappa, unghie e denti, a una rilevazione di "Noto Sondaggi" commissionata dall'associazione RiCostruiamoRoma. Si parla di percentuali di candidati al Campidoglio ed emerge la seguente classifica: Giulia Bongiorno (37%); Virginia Raggi (33%); Fabio Rampelli (27%); Monica Cirinnà (27%); Roberto Morassut (26%); Michela Di Biase (22%); Flavio Cattaneo (20%); Tobia Zevi (18%); Paolo Ciani (15%); Amedeo Ciaccheri (15%); Claudio Lotito (15%); Sabrina Alfonsi (13%); Giovanni Caudo (12%).  Nomi a caso, figli di autocandidature e suggestioni, ma che accendono un sorriso nella sindaca: sono più alta dei sondati del Pd.  

Il problema, però, è il contesto. La solitudine che, al di là dei numeri primi, vive tutti i giorni la grillina. Isolata e senza sponde, Giusto oggi Roberta Lombardi, l'arcinemica che fu Faraona, nell'ennesima intervista ha ricordato che "con Virginia a Roma perdiamo".

E sempre oggi, come d'abitudine, sono uscite sui giornali le chat dei consiglieri M5s contro la sindaca. Un grande classico che va avanti da settimane. Soprattutto da quando Raggi ha annunciato il bis. E così tutti i giorni c'è un assessore di Raggi, o più di uno, che si premura di chiamare i giornalisti per far leggere loro cosa dicono i consiglieri grillini di Raggi: peste e corna. Da qui partono i titoli: ecco la fronda, scatta la rivolta, Raggi nel bunker. 

Manine e manone, insomma. Ma anche voci in chiaro. D'altronde è stato proprio il vicesindaco, Luca Bergamo, a dichiarare, sempre in un'intervista, che  con lei - la sindaca che dice aver sconfitto la mafia - non si va da nessuna parte. Perché è un ostacolo all'accordo con il Pd e perché, allo stesso tempo, da sola è troppo debole. E questa convinzione, soprattutto dopo le regionali, inizia a farsi largo fra tutti i big del M5s, in piena sudditanza psicologica nei confronti del Pd di Nicola Zingaretti.

"Raggi è brava e onesta, ma può arrivare al massimo al 15%. Altro che ballottaggio", dice per esempio Emanuele Dessì, senatore M5s e molto vicino a Paola Taverna, donna forte del grillismo nella Capitale.  Silenzi, risate e distanziamento politico. 

I primi di settembre un messaggio abbastanza inequivocabile è arrivato addirittura dal premier Giuseppe Conte, ex professore di diritto della sindaca e soprattutto frutto dell'alleanza rossogialla. Alla domande chi voterà alle prossime comunali non ha risposto "ma che domande: Virginia!". No, il presidente del Consiglio ha detto l'opposto, seppur con fare liftato: "Se voterò per Raggi? Aspetto che il quadro sia più chiaro, fatemi la stessa domanda tra un po' di tempo".

Nel dubbio, per non farsi accomunare (ma anche solo fotografare) con la sindaca che svuota l'oceano armata di secchielli, lo scorso 17 settembre Conte si è presentato in una scuola di Tor Bella Monaca, periferia di Roma sedotta e abbandonata dai pentastellati, da solo.  Senza la prima cittadina al seguito. Troppo rischioso. In effetti, perché sobbarcarsi una contestazione di residenti inferociti sull'Ama che non passa o l'autobus che è sempre in ritardo se sei il presidente del Consiglio e hai già i tuoi problemi? Meglio evitare, no?  Aborigeno, io e te che abbiamo da dirci?

La verità è che in uno scenario che muta alla velocità della luce, soprattutto nel cosmo del Movimento, Raggi si trova a essere l'unica grillina doc in circolazione: testarda, dalla parte della giusta della Storia per autoproclamazione, tuttavia  nei fatti sempre più sola. L'unico che la difende a spada tratta è Alessandro Di Battista, e qualcosa vorrà pur dire.

Anche il dialogo dei giorni scorsi tra Beppe Grillo e Davide Sassoli sul futuro della democrazia ha fatto scattare più di un campanello d'allarme in Campidoglio. C'è chi lo ha letto come un contatto foriero di un'intesa su Roma tra il Garante e il presidente del parlamento europeo, sogno proibito del Pd per la Capitale. "Ma no, Beppe è con noi", corrono a dire in Campidoglio. Sarà. Ma certi ammiccamenti fanno pensar male. Perché tutti i big - da Luigi Di Maio a Stefano Patuanelli passando per Roberto Fico e Paola Taverna - sono consapevoli che con la sindaca in campo Roma sarà persa l'anno prossimo.  Servirebbe un miracolo, occorrebbe un altro complotto come nel 2016.. D'altronde il Pd non farà mai una virata su di lei.  E quindi tutte le anime tormentate del grillismo sono realiste. Particolare che forse sfugge alla diretta interessata concentratissima a correre di qua e di là per tappare la falle di una città troppo grande e troppo fuori controllo, Dopo quattro anni di governo, con il gong che si avvicina.

 E allora se con il primo acquazzone si allaga via Battistini (strada rifatta dal Comune), nei pressi del capolinea della metropolitana, subito dopo parte la sua gran cassa social per segnalare che il danno, l'ennesimo, è stato riparato. "Fatto, tutto ok". Ma intanto, è caduto un albero, ha preso fuoco un autobus, hanno arrestato l'ennesimo funzionario comunale, è cambiato un nuovo assessore, le chat dei consiglieri sono piovute nelle redazioni, l'ennesima intervista contro è uscita, Conte con un saltello si è fatto più in là.   

Corre a destra e corre a sinistra, Virginia. E alla fine, forse, rimane  ferma su stessa. Sola e poco difesa, ma con l'ansia di recuperare e ricercare il tempo perduto. Ma deve tornarsene a casa? C'è anche chi lo chiede apertamente: è Andrea Severini, il marito affettuoso e iperprotettivo, che tutti i giorni su Facebook riprende la rassegna stampa avversa e la commenta con un generico "Vi vedo nervosi, vi vedo agitati". E intanto cucina, e l'aspetta davanti al focolare. "Stasera caponatina di melanzane, Virginia torni?". 

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