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In riva d'Arno

Geopolitica toscana

Giani studia a tavolino la giunta, con Firenze al centro ma senza troppi fiorentini

David Allegranti

Nardella chiede che i suoi assessori vengano "ampiamente e adeguatamente valorizzati". C'è poi un problema Pisa: chi entra in giunta fra la giovane zingarettiana Alessandra Nardini e l'ex renziano, oggi lottiano, Antonio Mazzeo? 

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Firenze. Ai non toscani parrà strana la discussione – iniziata già la sera di lunedì, a vittoria ottenuta – sugli equilibri geopolitici della nuova giunta regionale toscana. Firenze ha regalato la vittoria a Eugenio Giani con quasi il doppio dei voti ottenuti rispetto a Susanna Ceccardi, quindi è naturale che debba essere ben rappresentata nella giunta, senza però esagerare perché troppi fiorentini farebbero irritare il resto della Regione. Due o tre? Meglio due che tre, dicono da Pisa.

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Firenze. Ai non toscani parrà strana la discussione – iniziata già la sera di lunedì, a vittoria ottenuta – sugli equilibri geopolitici della nuova giunta regionale toscana. Firenze ha regalato la vittoria a Eugenio Giani con quasi il doppio dei voti ottenuti rispetto a Susanna Ceccardi, quindi è naturale che debba essere ben rappresentata nella giunta, senza però esagerare perché troppi fiorentini farebbero irritare il resto della Regione. Due o tre? Meglio due che tre, dicono da Pisa.

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Sicché il Giani, che è nato a Empoli (provincia di Firenze) e che fra le altre cose ha capito di poter fare a meno della fiorentina Italia viva (ha preso soltanto il 4,46 per cento e due consiglieri regionali, quindi otterrà un solo assessore), è lì che compone la nuova giunta insieme a Stefano Bruzzesi, suo consigliere strategico.  Otto assessori: sei al Pd, uno a Italia viva e uno alla Sinistra civica ecologista, che pure non è riuscita a eleggere alcun consigliere sfiorando il 3 per cento. Giani però le è affezionato, quindi potrebbe portare in giunta la fiorentina Serena Spinelli, che però non è gradita al sindaco Dario Nardella (perché vicina a Tea Albini e Graziano Cioni, ex assessori della giunta Domenici). Lo stesso Nardella chiede un riconoscimento per Firenze.  Sono ben due gli assessori comunali eletti in consiglio regionale, la vicesindaco Cristina Giachi e Andrea Vannucci, entrambi arrivati dietro il giovane Iacopo Melio, che qualcuno nel Pd vorrebbe come assessore alle Politiche sociali. Difficile ce che accada. Giani al Foglio ha appena spiegato, come criterio generale, che gli assessori non devono essere al primo incarico nelle istituzioni: “Preferisco  persone che abbiano già un’esperienza amministrativa”. Nardella dice di non avere pretese di giunta sui suoi due assessori ma ha concordato con Giani che entrambi saranno “ampiamente e adeguatamente valorizzati”.

 

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Se uno fra Giachi e Vannucci entrasse in giunta, in consiglio regionale – dove molti esponenti del Pd fanno già riferimento alla corrente di Luca Lotti – arriverebbe un altro lottiano: Massimo Mattei, fiorentino, ex assessore della giunta Renzi, per ora rimasto fuori dal consiglio. Ci sarebbe poi da dare un riconoscimento al collegio della Piana, che comprende anche Sesto Fiorentino, nota  come Sestograd. Da lì, Giani ha già scelto l’assessore: sarà Monia Monni, consigliera regionale uscente del Pd, rieletta nel collegio di Firenze 4 con 8.034 voti: “Io sono residente a Sesto Fiorentino e ho votato per Monni e Merlotti – ha detto Giani alla trasmissione Un giorno da pecora – Monni è una molto brava che farà parte della mia squadra e l’altro è un amico carissimo”. Monni è dunque certa. Con quali deleghe, ancora non si sa. 

 

Ma in mezzo a tutti questi miasmi fiorentini che fanno stracciare le budella ai pisani, s’ode appunto la voce di protesta della costa e delle altre zone toscane che si sono distinte per far vincere il Giani. Il maremmano Leonardo Marras, ex capogruppo della precedente legislatura, ha preso il record di 18.125 preferenze a Grosseto (“Qui valgono il doppio”, dicono i suoi). Per questo potrebbe toccargli un assessorato importante (alla Salute o alle Infrastrutture, magari). Comunque in giunta ci sarà. Da Pisa potrebbe arrivare in giunta Alessandra Nardini, consigliera uscente, che ha preso 15.132 preferenze, superando l’ex renziano Antonio Mazzeo, oggi vicino a Lotti, fermo a 12.294. Profilo di sinistra, membro della direzione nazionale del Pd, Nardini potrebbe diventare vicepresidente della Regione, il che sarebbe un modo anche per riequilibrare la fiorentinità di Giani. Il neo presidente però dovrà vedersela con Roma, sul punto. È possibile  che a Nardini, caldeggiata dallo stesso segretario nazionale, tocchi un ruolo più politico. Da gestire infatti non ci sono soltanto le caselle della giunta, ma pure quella della presidenza del consiglio e quella del capogruppo. Se la giovane consigliera pisana non entrasse in giunta, potrebbe ricoprire uno di questi ruoli. Nel caso, da Pisa arriverebbe in giunta Mazzeo, su indicazione di Lotti. Da Siena potrebbe arrivare in giunta  Simone Bezzini, consigliere uscente,  rieletto, mentre da Piombino potrebbe arrivare Gianni Anselmi, ex sindaco piombinese e consigliere regionale uscente, rieletto. C’è poi un interesse per la segretaria della Cgil regionale Dalida Angelini, di cui circola il nome come assessore. E Italia viva? Renzi potrebbe non portare in giunta nessuno dei due consiglieri eletti, Stefania Saccardi e Stefano Scaramelli. Dunque potrebbe essere un nome della società civile. Il che sarebbe un modo per riprendersi dalla botta elettorale, mettendo in giunta un assessore innovativo. Certo, occhio all’eccesso di fiorentinità, ché poi a Pisa s’adontano. 

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