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Che cosa aspettiamo ancora?

Clamoroso! Il governo ha già promosso il Mes (con i voti del M5s)

C'è una novità: i ministri del M5s hanno votato in Cdm un testo che conferma che il Mes non contiene trucchi. Guardate questo screenshot

Claudio Cerasa

Il M5s dice di non aver intenzione di considerare il Mes per le spese sanitarie fino a quando non si dimostrerà che non ci sono trucchi. Ma il M5s forse non si è accorto di aver già chiarito ogni dubbio nel corso di un Cdm speciale: quello del 6 luglio. Era il compleanno di Luigi Di Maio e i ministri all'unanimità hanno approvato il Pnr con una scheda tecnica particolare, che conferma che il Mes non presenta condizionalità preoccupanti. Buone notizie per il Pd e per Zingaretti

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Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli, Lucia Azzolina, Federico D’Incà, Nunzia Catalfo, Riccardo Fraccaro, Paola Pisano e Sergio Costa forse non lo sanno, ma quel Mes che tanto maltrattano quando si ritrovano di fronte a un microfono e che tanto disprezzano quando ne parlano in pubblico è stato già promosso dall’esecutivo di cui fanno parte con un voto unanime di tutta la compagine di governo. Dicono i grillini: la linea di credito del Mes riservata alle spese sanitarie è una linea di credito che l’Italia non può permettersi di attivare perché una volta attivato il Mes le terribili condizionalità nascoste all’interno dei perfidi meccanismi dell’Europa costringerebbero il nostro paese a ritrovarsi di fatto con una Troika dentro casa. E la sintesi della posizione del M5s è quella fotografata dal reggente del Movimento, ovvero Vito Crimi: “Abbiamo detto che il Mes è uno strumento inadeguato e che non va utilizzato, ribadisco questa posizione che è la posizione del M5S: ancora nessuno ci ha dimostrato che il Mes sia senza condizionalità”. Quello che forse Crimi non sa è che ad aver dimostrato che il Mes è effettivamente senza condizionalità è stato proprio il M5s, con un voto quasi unanime dei suoi ministri (tranne uno assente) effettuato lo scorso 6 luglio in una sede istituzionale piuttosto importante: il Consiglio dei ministri. Ed è possibile che la ragione per cui il Pd mostra  un certo ottimismo sulla possibilità che il governo possa sbloccare la pratica del Mes sia legata a uno screenshot che da qualche giorno gira tra le caselle di posta elettronica di alcuni importanti esponenti della maggioranza. La storia è questa e non è niente male.
 
Lo scorso 6 luglio il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha portato in Cdm lo schema del programma nazionale di riforma (Pnr). Il Pnr – che Roberto Gualtieri ha firmato insieme con Giuseppe Conte – è un malloppo di 133 pagine contenente il piano che dovrebbe delineare le politiche che il governo intende adottare nel triennio 2021-2023 per il rilancio della crescita. In quel documento, Gualtieri e Conte scrivono che “la risposta dell’Ue alla pandemia è articolata in diverse importanti iniziative”. E tra le “importanti iniziative” il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia comprendono anche “la linea di credito Pandemic Crisis Support del Meccanismo europeo di stabilità”. L’utilizzo dell’aggettivo “importante” – “ciò è opportuno o necessario tenere in debita considerazione” – è però solo una spia di un dettaglio più interessante che arriva qualche riga dopo, a pagina quattro, quando il Pnr, per togliere ogni dubbio, spiega in cosa consiste questa “linea di credito Pandemic Crisis Support del Meccanismo europeo di stabilità”. Ecco lo screenshot.

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Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli, Lucia Azzolina, Federico D’Incà, Nunzia Catalfo, Riccardo Fraccaro, Paola Pisano e Sergio Costa forse non lo sanno, ma quel Mes che tanto maltrattano quando si ritrovano di fronte a un microfono e che tanto disprezzano quando ne parlano in pubblico è stato già promosso dall’esecutivo di cui fanno parte con un voto unanime di tutta la compagine di governo. Dicono i grillini: la linea di credito del Mes riservata alle spese sanitarie è una linea di credito che l’Italia non può permettersi di attivare perché una volta attivato il Mes le terribili condizionalità nascoste all’interno dei perfidi meccanismi dell’Europa costringerebbero il nostro paese a ritrovarsi di fatto con una Troika dentro casa. E la sintesi della posizione del M5s è quella fotografata dal reggente del Movimento, ovvero Vito Crimi: “Abbiamo detto che il Mes è uno strumento inadeguato e che non va utilizzato, ribadisco questa posizione che è la posizione del M5S: ancora nessuno ci ha dimostrato che il Mes sia senza condizionalità”. Quello che forse Crimi non sa è che ad aver dimostrato che il Mes è effettivamente senza condizionalità è stato proprio il M5s, con un voto quasi unanime dei suoi ministri (tranne uno assente) effettuato lo scorso 6 luglio in una sede istituzionale piuttosto importante: il Consiglio dei ministri. Ed è possibile che la ragione per cui il Pd mostra  un certo ottimismo sulla possibilità che il governo possa sbloccare la pratica del Mes sia legata a uno screenshot che da qualche giorno gira tra le caselle di posta elettronica di alcuni importanti esponenti della maggioranza. La storia è questa e non è niente male.
 
Lo scorso 6 luglio il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha portato in Cdm lo schema del programma nazionale di riforma (Pnr). Il Pnr – che Roberto Gualtieri ha firmato insieme con Giuseppe Conte – è un malloppo di 133 pagine contenente il piano che dovrebbe delineare le politiche che il governo intende adottare nel triennio 2021-2023 per il rilancio della crescita. In quel documento, Gualtieri e Conte scrivono che “la risposta dell’Ue alla pandemia è articolata in diverse importanti iniziative”. E tra le “importanti iniziative” il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia comprendono anche “la linea di credito Pandemic Crisis Support del Meccanismo europeo di stabilità”. L’utilizzo dell’aggettivo “importante” – “ciò è opportuno o necessario tenere in debita considerazione” – è però solo una spia di un dettaglio più interessante che arriva qualche riga dopo, a pagina quattro, quando il Pnr, per togliere ogni dubbio, spiega in cosa consiste questa “linea di credito Pandemic Crisis Support del Meccanismo europeo di stabilità”. Ecco lo screenshot.

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“Il 9 aprile l’Eurogruppo ha proposto l’istituzione di uno strumento denominato Pandemic Crisis Support, che è stato poi adottato nella riunione del Consiglio europeo del 23 aprile. Esso si basa su una linea di credito del Meccanismo europeo di stabilità finalizzato a coprire i costi sanitari, diretti ed indiretti, di cura e di prevenzione collegati al Covid-19. Ogni paese può richiedere prestiti fino al 2 per cento del pil del 2019 (quasi 36 miliardi per l’Italia)”. La descrizione di che cosa rappresenti la linea di credito del Mes poteva concludersi anche qui, ma invece Roberto Gualtieri e Giuseppe Conte hanno coraggiosamente accettato che nella scheda tecnica venisse aggiunto un dettaglio mica da poco: “La condizionalità si limita alla documentazione delle spese sanitarie dirette e indirette, che dovranno essere dettagliate in uno specifico piano per ciascun paese richiedente (Pandemic Response Plan)”. 

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Bum! Dunque è chiaro: niente trucchi, niente giochini, niente Troika: la condizionalità, ammette il governo, si limita alla documentazione delle spese sanitarie. E la rilevanza di questa ammissione non è solo di natura tecnica ma è anche di natura politica. Perché il Pnr, quel 6 luglio, è stato approvato all’unanimità da tutto il Consiglio dei ministri (mancava solo il ministro Dadone), che pochi minuti dopo aver festeggiato con una torta il compleanno di Luigi Di Maio (cin cin) ha certificato quello che il capo politico del M5s chiedeva venisse chiarito prima di dare il via al Mes: dimostrare l’assenza di condizionalità nascoste all’interno del Mes. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ieri ha annunciato che la regione Lazio, di cui Zingaretti è governatore, presenterà un piano con tutto ciò che si potrebbe fare con le risorse del Mes, perché l'Italia “ha un grande bisogno e una grande urgenza di finanziamenti per migliorare la sanità”. Se il leader del Pd vuole convincere Di Maio sul Mes non ha altro da fare che mostrargli il testo che promuove il Mes approvato da Di Maio il giorno del suo compleanno. Cin cin.

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