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Il pragmatico

"Spendere Mes, spendere Recovery fund. Spendere tutto. Noi governatori di destra ci siamo". Parla Toti

Carmelo Caruso

"Sul Recovery fund, i governatori di destra devono essere coinvolti. La destra della protesta è superata". Intervista a Giovanni Toti, presidente della regione Liguria. "Salvini deve cambiare"

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Dunque Giovanni Toti si è montato la testa? “No, non me la sono montata. La differenza è che io la testa non l’ho mai perduta. Ho sempre detto parole di verità. Le mie parole non sono mai cambiate. Sono sempre le stesse”. In Liguria è stato riconfermato presidente e, come Luca Zaia in Veneto, la sua lista personale dicono sia personalità, la ragione del successo, A proposito, siete cacicchi o il partito dei governatori è invece come il cacciucco? Siete la buona zuppa di pesce, la piccola pentola che contiene un mare di voti? “Sicuramente è meglio il cacciucco che i cacicchi. Come governatori abbiamo dimostrato di sapere prendere tanto gli applausi quanto gli sputi. Sappiamo decidere e guardare oltre le appartenenze”.

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Dunque Giovanni Toti si è montato la testa? “No, non me la sono montata. La differenza è che io la testa non l’ho mai perduta. Ho sempre detto parole di verità. Le mie parole non sono mai cambiate. Sono sempre le stesse”. In Liguria è stato riconfermato presidente e, come Luca Zaia in Veneto, la sua lista personale dicono sia personalità, la ragione del successo, A proposito, siete cacicchi o il partito dei governatori è invece come il cacciucco? Siete la buona zuppa di pesce, la piccola pentola che contiene un mare di voti? “Sicuramente è meglio il cacciucco che i cacicchi. Come governatori abbiamo dimostrato di sapere prendere tanto gli applausi quanto gli sputi. Sappiamo decidere e guardare oltre le appartenenze”.

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A Matteo Salvini ha suggerito di guardare oltre la Lega (“e glielo dico con affetto. C’è la necessità di deleghistizzarsi”) e che nel centrodestra una fase si è conclusa: “La fase della destra di protesta si è esaurita”. Al Foglio, il presidente della regione Liguria annuncia infatti che è arrivato il momento di occuparsi di Recovery Fund, meccanismi di spesa, Mes, “che bisogna non tanto e solo prendere ma sapere spendere”. Sta dicendo che voi governatori volete esserci? “Non dico vogliamo, ma che dobbiamo esserci”. Rivela che a Enzo Amendola, il ministro degli Affari Europei che coordina il Ciae, il comitato interministeriale che raccoglie piani e progetti, ha chiesto in che modo e in che forma le regioni verranno coinvolte. Le ha risposto? “Non è ancora chiaro il metodo che verrà utilizzato. L’unica cosa certa è che io e gli altri governatori di centrodestra chiederemo un coinvolgimento ampio. Vogliamo sapere come avverrà il confronto, ma che il confronto debba esserci è fuori discussione”. Nicola Zingaretti, e questa volta non da segretario del Pd, ma da presidente della regione Lazio, ha intenzione di presentare un piano di opere sanitarie che potrebbe realizzare con le risorse del Mes.

 

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E si capisce che non è altro che un modo per mettere fretta a Giuseppe Conte, il premier che adesso non può più attendere il M5s. Anche lei ha un piano come Zingaretti? “Se permettete io sono avanti. Non solo so già cosa potere realizzare nella mia Liguria con quel denaro – e intendo edilizia sanitaria, implementare la medicina territoriale, formazione dei medici – ma sposto il fuoco sulle leggi di spesa”. Per Toti andrebbe superato questo balletto sul Mes, che va preso, e occuparsi di movimentare il troppo denaro che è destinato ad arrivare. “Qui stiamo rischiando il paradosso. Rischiamo di essere coperti di risorse che non saremo capaci di utilizzare”.

 

Mentre si consuma il “braccetto di ferro” fra il Pd e il M5s, per Toti “ci sono dirigenti a cui trema ancora la mano quando afferrano la penna. C’è ancora l’idea che dietro una spesa si nasconda un crimine”. Vuole proporre il modello Genova a Zingaretti? “Io ci sono. Non ho pregiudizi ideologici. Non sopporto però le perdite di tempo”. E ripete che qui la vera urgenza è semplificare davvero ma non con i “decreti semplificazione che sono riusciti a complicare. Se il governo vorrà mettere mano alle procedure, troverà dei governatori allineati e disponibili”. E’ vero che sta provando a costruire una federazione di destra con Mara Carfagna? “Mara è un’amica e io non ho velleità. Ma dico anche che a destra sono stati troppi gli errori e Lega e Fdi da soli non bastano. Servono tre gambe”. La Lega, che si è sentita pizzicata da Toti, ha consigliato a Toti di occuparsi di Liguria. Si è offeso? “No. Perché me ne occuperò ed è una promessa così come non smetterò di credere che la destra è al suo giro di boa”. Toti si rivolge a Salvini “con cui sono stato forse ruvido”.

 

Nella Lega si pensa che la lealtà di Toti non si più quella di un tempo e che insegua un progetto tutto suo. E’ così? “La mia idea è che uno sgabello deve avere tre gambe e che al momento, a destra, manca quella terza gamba capace di attrarre i cattolici, riformisti che non si ritrovano né in Fdi e né nella Lega. Una gamba che possa aggregare sindaci, le belle esperienze di territorio. Insomma, i pragmatici”. Che dovrebbe fare Salvini? “Prendere i libri, studiare, scrivere un programma di governo di otto punti”. Non sarebbe un altro Salvini? “Sarebbe un leader di coalizione a cui andrebbe la mia lealtà. Solo superandosi, Salvini può rimanere ancora Salvini. La destra della rabbia appartiene al passato”.

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