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Caro Sassoli, si tenga lontano dall’anti scienza di Gunter Pauli

Luciano Capone e Carlo Stagnaro

Legame Covid-5G? Curare i virus con vitamine? Chicca dal libro del consigliere del premier, presto ospite del presidente del Parlamento europeo 

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Mancano quattro giorni a mercoledì 23 settembre, quando il presidente del Parlamento Europeo, il democratico David Sassoli, terrà un dialogo su sul futuro dell’Europa con Beppe Grillo e Gunter Pauli. Già consigliere economico del premier Giuseppe Conte (assieme a Mariana Mazzucato), Pauli viene definito sul sito dell’Europarlamento come “pioniere dello sviluppo sostenibile e fautore della nozione di zero rifiuti e zero emissioni” nonché “ideatore dell'economia blu, un modello economico ispirato alla natura e agli ecosistemi, all'uso locale delle risorse e alla valorizzazione dei rifiuti, che va oltre l'economia circolare e verde”. La nota biografica non riporta né il titolo della sua ultima fatica letteraria (“100 domande in 100 pagine”, autopubblicato) né la sua fama di propalatore di bufale. Tra le due cose c’è un nesso molto stretto: infatti, il pamphlet nasce proprio come risposta alle polemiche suscitate da un suo tweet, datato 22 marzo 2020, in cui – mentre ogni giorno i morti per coronavirus si contavano a centinaia – ipotizzava una falsa correlazione tra la pandemia e la diffusione del 5G.

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Mancano quattro giorni a mercoledì 23 settembre, quando il presidente del Parlamento Europeo, il democratico David Sassoli, terrà un dialogo su sul futuro dell’Europa con Beppe Grillo e Gunter Pauli. Già consigliere economico del premier Giuseppe Conte (assieme a Mariana Mazzucato), Pauli viene definito sul sito dell’Europarlamento come “pioniere dello sviluppo sostenibile e fautore della nozione di zero rifiuti e zero emissioni” nonché “ideatore dell'economia blu, un modello economico ispirato alla natura e agli ecosistemi, all'uso locale delle risorse e alla valorizzazione dei rifiuti, che va oltre l'economia circolare e verde”. La nota biografica non riporta né il titolo della sua ultima fatica letteraria (“100 domande in 100 pagine”, autopubblicato) né la sua fama di propalatore di bufale. Tra le due cose c’è un nesso molto stretto: infatti, il pamphlet nasce proprio come risposta alle polemiche suscitate da un suo tweet, datato 22 marzo 2020, in cui – mentre ogni giorno i morti per coronavirus si contavano a centinaia – ipotizzava una falsa correlazione tra la pandemia e la diffusione del 5G.

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Il libro espande e difende le tesi anti-scientifiche di Pauli: dalla retorica sottilmente no-vax alla proposta di difendersi dal coronavirus con le vitamine, fino alle più strampalate teorie sugli effetti sanitari dell’esposizione ai campi elettromagnetici tra cui – sostiene Pauli – vi sarebbe una specie di innesco dei virus. Tra le tante affermazioni prive di fondamento, una è particolarmente subdola: la distinzione tra campi elettromagnetici “naturali” e “artificiali”, come se solo questi ultimi – a parità di altre condizioni – fossero (più) dannosi per gli esseri umani. Per esempio, scrive Pauli che le onde elettromagnetiche artificiali “a differenza di quelle naturali sono polarizzate. Questo significa che tale radiazione può incrementare l’attività biologica”. In realtà, è assurdo sostenere che le onde polarizzate sono artificiali e quelle non polarizzate naturali. Per dirne una, la luce del sole riflessa dalla superficie di un lago o di un vetro è polarizzata.

Anche sull’economia Pauli ha idee a dir poco bizzarre. La sua convinzione è che la globalizzazione debba essere superata attraverso il ritorno a sistemi di produzione locali: una specie di regresso a un mondo pre-industriale nel quale Pauli si illude di poter conservare almeno alcuni dei vantaggi della tecnologia. Solo che la tecnologia, al di fuori di un sistema di specializzazione del lavoro e dei commerci globali, rischia di diventare sterile e appassire, perché le popolazioni che si chiudono perdono conoscenza.

Sarebbe interessante sapere se Sassoli fosse a conoscenza delle tesi di Pauli, quando lo ha invitato. Certo, il suo libro – lanciato proprio dal blog di Beppe Grillo – non nasconde il punto di vista dell’imprenditore e uomo d’affari belga. Né sono un mistero i contenuti frequentemente condivisi sui social, inclusi quelli in cui si scaglia oltre che contro il 5G pure contro le mascherine, anch’esse accusate di essere dannose per la salute (un’affermazione che neppure Matteo Salvini si è mai sognato di fare). Se Sassoli era consapevole di tutto questo, la sua scelta di dare dignità e visibilità istituzionale a un simile personaggio è a dir poco deprecabile. Se invece tutto ciò è accaduto a sua insaputa, vuol dire che è l’ultima e la più importante tra le vittime dell’incantesimo grillino. Pauli ama richiamarsi alla saggezza dei bei tempi andati (“sapevate che ogni donna delle prime comunità nel Southern Cape in Africa fosse a conoscenza dell’importanza nutrizionale e curativa di 300 foglie, fiori, radici e semi?”). Quella stessa saggezza ammonisce: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Sassoli dovrebbe tenerne conto.

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