Ma non chiamateli kamikaze

Regionali 2020, ecco i candidati "zero". I grillini che corrono felici verso la sconfitta

Nessuna probabilità di successo, ma tanta voglia di esserci per dare fastidio. Una rapida carrellata dei carneadi del M5s

Carmelo Caruso

Non si sono ritirati e rischiano di far perdere il Pd e dunque il governo. Laricchia in Puglia, Mercorelli nelle Marche, Galletti in Toscana. Sono la vera eredità di Grillo

Non corrono per vincere le elezioni, ma gareggiano per farsi esplodere alle urne: 5s fino alla fine. Sono infatti più grillini di Beppe Grillo che è ormai un finissimo uomo di Stato, il leader della ragion pratica (“il governo è un miracolo e la sinistra è meglio della destra”), insomma, ottusi alla memoria sono questi "candidati a perdere" del M5s che in Puglia, Marche e Toscana hanno stracciato l’alleanza con il Pd, perché i “valori non si barattano” e quindi “no, noi non ci tireremo indietro”.

 

Come Enrico Toti lanciano la stampella, come Cambronne, alla richiesta da parte di Luigi Di Maio (che non c’è stata), sputano l’urlo da battaglia: “Mer..”. In Puglia, c’è Antonella Laricchia che spalleggiata da Barbara Lezzi, l’altra fedayyin della decrescita e delle cozze al posto dell’acciaio, ha comunicato: “Io non mi ritiro. Dovranno tagliarmi la testa”. Nella Marche, il “candidato zero” è Gian Mario Mercorelli da Tolentino che in verità è stato abbandonato dal M5s come a fine guerra si abbandonano gli ancora “pronti a tutto” nella savana per farli guarire dai furori. Di fronte alla cortesia di Mangialardi, il candidato del Pd, che fino alla fine gli ha chiesto “vediamoci, proviamoci”, Mercorelli ha denunciato un traffico non di poltrone ma di sgabelli (rischiavano di perdere anche se si fossero alleati e non si capisce quali siano le poltrone) e dunque “io non mi ritiro. Non accetto le poltrone che il Pd ci sta offrendo”.

 

E anche la Toscana, per non essere da meno, ha la sua hezbollah, la candidata Irene Galletti, che (ed eccone un’altra) concorre malgrado tutto perché “siamo il solo argine al pensiero unico”. E a dirla tutta hanno ragione quando dicono che solo loro rappresentano l’antico, il modello originale, il M5s allo stato di purezza. L’infelicità del nuovo movimento, che è costretto a sostenerli come i parenti un po’ tonti che rimangono parenti, è per loro motivo di felicità. Perdenti contenti. Rischiano di aiutare le destre perché nessuno li ha aiutati e preparati al cambiamento. Mercorelli, Galletti e Laricchia sono la vera eredità di Grillo.

 

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