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C’è un altro problema con il Mes: la firma del trattato (auguri)

David Carretta

Alla riunione di Eurogruppo ed Ecofin di venerdì, Gualtieri sarà sotto pressione. L'Europa, impaziente di andare avanti, aspetta solo l'Italia

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Bruxelles. La maggioranza di Giuseppe Conte si troverà presto di fronte a un altro problema Mes. Non la linea di credito pandemica, che consentirebbe all’Italia di ricevere un prestito da 36 miliardi a tasso zero, ma che il M5s rifiuta di chiedere perché ostaggio della sua propaganda passata antieuro. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Festa dell’Unità di Modena ha accennato a un’apertura, che in realtà prefigura una chiusura in Parlamento, perché lì non ci sono i numeri per risolvere il dilemma sulla linea di credito pandemica. “Se ci sarà bisogno” del Mes “lo valuteremo assieme e proporrò una soluzione al Parlamento. Esamineremo nel dibattito parlamentare, in massima trasparenza, i regolamenti legali al Mes”. Luigi Di Maio ha confermato la linea del M5s: “Mes? Stiamo pensando al Recovery fund”. Malgrado i conflitti interni con l’ex capo politico, anche il reggente Vito Crimi ha ribadito che “il Mes com’è adesso non va bene”. Figurarsi quando Conte e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, chiederanno al M5s di autorizzare la firma del nuovo trattato Mes.

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Bruxelles. La maggioranza di Giuseppe Conte si troverà presto di fronte a un altro problema Mes. Non la linea di credito pandemica, che consentirebbe all’Italia di ricevere un prestito da 36 miliardi a tasso zero, ma che il M5s rifiuta di chiedere perché ostaggio della sua propaganda passata antieuro. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Festa dell’Unità di Modena ha accennato a un’apertura, che in realtà prefigura una chiusura in Parlamento, perché lì non ci sono i numeri per risolvere il dilemma sulla linea di credito pandemica. “Se ci sarà bisogno” del Mes “lo valuteremo assieme e proporrò una soluzione al Parlamento. Esamineremo nel dibattito parlamentare, in massima trasparenza, i regolamenti legali al Mes”. Luigi Di Maio ha confermato la linea del M5s: “Mes? Stiamo pensando al Recovery fund”. Malgrado i conflitti interni con l’ex capo politico, anche il reggente Vito Crimi ha ribadito che “il Mes com’è adesso non va bene”. Figurarsi quando Conte e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, chiederanno al M5s di autorizzare la firma del nuovo trattato Mes.

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Quel nuovo trattato cui Conte aveva dato il via libera politico nel dicembre 2018, quando era alla testa del governo giallo-verde, e che era stato negoziato da Giovanni Tria, il ministro dell’Economia della maggioranza M5s-Lega. Quel nuovo trattato su cui l’Italia si è lacerata nell’inverno dello scorso anno dibattendo di Cacs (clasuole di azione collettiva, ndr) single o two limb, seniority dei creditori e immaginarie ristrutturazioni del debito. Quel nuovo trattato che, malgrado il cambio di partner di maggioranza, ha spinto i grillini ad accodarsi alla Lega di Matteo Salvini di “no a questa riforma del Mes, no all’austerità”. Quella riforma del trattato Mes torna sul tavolo dell’Eurogruppo la riforma del trattato Mes. E i ministri delle Finanze della zona euro chiederanno all'Italia – unico paese che non è in grado di firmare – di darsi una mossa. Perché il nuovo Mes è indispensabile per il completamento dell'unione bancaria, strumento importante per affrontare la crisi economica provocata dal Covid-19.

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La riforma del Mes ha un obiettivo: permettere al fondo salva-Stati di diventare il backstop (la rete di sicurezza) del Fondo di risoluzione unico per le banche in crisi. Un’intesa politica sul nuovo trattato era stata raggiunta al Consiglio europeo del dicembre 2018 (premier Conte). L’accordo tecnico sul testo era stato approvato dai ministri delle Finanze a metà 2019 (ministro Tria). Un compromesso su tutti i dettagli era stato trovato dall’Eurogruppo a dicembre dello scorso anno (ministro Gualtieri). La firma del nuovo trattato era stata programmata per marzo-aprile, per poi lanciare le ratifiche parlamentari che si sarebbero dovute concludere in un anno. Il Covid-19 ha dirottato le energie prima sul pacchetto d'emergenza Mes-Sure-Bei da 540 miliardi e poi sul Recovery Fund da 750 miliardi. Malgrado alcune sollecitazioni in luglio, il governo italiano ha fatto finta di nulla. Ma per gli altri Stati membri la riforma del Mes è sempre d'attualità. Perfino più urgente, dato il drammatico deterioramento della situazione economica e i rischi che comporta per le banche.

 

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Se il nuovo trattato sarà firmato e ratificato nei prossimi 12 mesi, a inizio 2022 il Mes potrà fungere da backstop al Fondo di risoluzione unico. “C’è un paese con difficoltà politiche interne significative su questo (l’Italia, ndr). Tutti gli altri stati membri sono sempre più impazienti di andare avanti”, spiega una fonte dell’Eurogruppo. Venerdì a Berlino, dove si riuniscono Eurogruppo e Ecofin informali, Gualtieri sarà sotto pressione. Il punto è all’ordine del giorno dei ministri della zona euro. Verrà ribadito che “non c’è altra scelta che andare avanti con la riforma del trattato Mes”, dice la fonte dell’Eurogruppo. La questione è semplice: anche se l’entrata in funzione del backstop al Fondo di risoluzione unico dovesse essere rinviata al 2024 (come previsto originariamente) il nuovo trattato Mes deve comunque essere firmato e ratificato così com’è. Margini per rinegoziare non ci sono. Tuttavia non ci sarà “un ultimatum” all’Italia, dice la fonte dell’Eurogruppo: “C’è la sincera speranza di molti colleghi che il governo italiano possa andare avanti”.

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Secondo la fonte, “il dibattito interno in Italia è basato sulla distorsione” della realtà della riforma del Mes. L’Eurogruppo è pronto a fornire “informazioni e sostegno politico” perché ritiene che, “se ci sono modi per dissipare i timori (sul nuovo Mes), questo sarebbe nell’interesse di tutti”. Interesse innanzitutto dell’Italia, che con un sistema bancario più fragile e una capacità di rimbalzo dell'economia più debole degli altri, è a rischio turbolenze. Ma “è importante non solo per l'Italia come caso isolato”, spiega la fonte dell’Eurogruppo: “E’ cruciale per futuri progressi su molte altre questioni nel campo dell'unione bancaria che sono nell'interesse dell’Italia. E’ realmente nell’interesse dell’Italia superare i problemi politici interni”.

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