PUBBLICITÁ

Intervista

Fico al Foglio: "Sul Recovery fund terrò a bada gli interessi particolari dei partiti"

Il presidente della Camera a tutto campo tra fondi europei, democrazia ai tempi del Covid, sovranismi e rapporto con il Pd, a partire dalla sua Napoli

Simone Canettieri

"Rousseau? Nessuno ha mai pensato di sostituire il Parlamento con una piattaforma digitale. Le Camere sono insostituibili. Allo stesso modo di certo è auspicabile una sempre maggiore integrazione tra democrazia rappresentativa e diretta" 

PUBBLICITÁ

Niente assalto alla diligenza quando il Recovery fund arriverà in Parlamento. Per il presidente della Camera Roberto Fico i progetti europei per accendere ai 209 miliardi non saranno ostaggio di particolarismi. In questa intervista al Foglio, l'esponente del M5S parla della democrazia al tempo del Covid. Tra la fase 1 e il futuro, soprattutto. Allo stesso tempo, Fico scalza le tentazioni grilline, sempre più minoritarie,  verso il modello Rousseau. La terza carica dello Stato, inoltre, rivendica il ruolo avuto durante la formazione del Conte II e mette in un angolo chi, nel M5s, pensa che il sì al Referendum serva a controllare meno parlamentari, diminuendo la possibilità di malversazioni. In questa lunga chiacchierata, infine, Fico apre al Pd per le prossime comunali a Napoli al motto scurdammoce 'o passato.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Niente assalto alla diligenza quando il Recovery fund arriverà in Parlamento. Per il presidente della Camera Roberto Fico i progetti europei per accendere ai 209 miliardi non saranno ostaggio di particolarismi. In questa intervista al Foglio, l'esponente del M5S parla della democrazia al tempo del Covid. Tra la fase 1 e il futuro, soprattutto. Allo stesso tempo, Fico scalza le tentazioni grilline, sempre più minoritarie,  verso il modello Rousseau. La terza carica dello Stato, inoltre, rivendica il ruolo avuto durante la formazione del Conte II e mette in un angolo chi, nel M5s, pensa che il sì al Referendum serva a controllare meno parlamentari, diminuendo la possibilità di malversazioni. In questa lunga chiacchierata, infine, Fico apre al Pd per le prossime comunali a Napoli al motto scurdammoce 'o passato.

PUBBLICITÁ

 Presidente Fico, sabato parlerà ai suoi omologhi del G7  della centralità dei parlamenti in questa epoca. Ma il governo, nella fase 1 della pandemia, non è stato poco accorto nei confronti delle Camere? Ora si può dire, non trova?

"Il Parlamento è stato centrale durante l’emergenza, anche i Dpcm di cui si è tanto discusso sono stati autorizzati proprio dalle Camere. Al G7 parlerò della nostra esperienza: la Camera non ha mai chiuso, ha svolto una funzione di controllo, ha modificato i decreti ed è intervenuta in modo incisivo. Condivideremo le buone pratiche di ciascun Paese, ma soprattutto ragioneremo sulla ripartenza, che deve essere progettata all’insegna della sostenibilità".

Ma intanto l'approccio è cambiato.

PUBBLICITÁ

"C’è stato il giusto equilibrio fra i poteri, visto che eravamo evidentemente in una situazione di necessità e urgenza. Mi preoccupa di più l’eccessivo ricorso ai decreti fuori dall’emergenza, succede con troppa frequenza".

La prova del nove sarà sul Recovery fund. Le Camere, dicono tutti, saranno centrali, ma c'è il rischio italico dell'assalto alla diligenza. Come pensa di impedirlo?

"Il Recovery plan non può essere plasmato da interessi particolari, ma deve esprimere un progetto con visione e prospettiva per l’Italia dei prossimi anni. Occorre lavorare con lungimiranza e senso di responsabilità avendo presente il bene comune. Nel rispetto delle prerogative istituzionali il Parlamento darà l’indirizzo al governo che a sua volta sarà responsabile della stesura del Piano. Serve una intensa cooperazione istituzionale per costruire il futuro. Proprio di questo modello parlerò al G7 con i miei omologhi".

Visti i partecipanti all'appuntamento del G7 dei Parlamenti di sabato è possibile ipotizzare un grande patto Italia-Germania-Francia, allargato all'America di Nancy Pelosi?

PUBBLICITÁ

"Abbiamo ordinamenti diversi ma sicuramente una sensibilità comune. Credo molto al dialogo fra Parlamenti e alla diplomazia parlamentare. Occorre confrontarci a livello internazionale per individuare le risposte più adeguate alla crisi sanitaria ed economica che stiamo attraversando. L’impegno e gli obiettivi devono essere comuni". 

PUBBLICITÁ

In Spagna, durante la pandemia si è fatto ricorso al voto telematico: si sente di escludere questo istituto in futuro?

"Non lo escludo, infatti abbiamo posto le basi per un lavoro di approfondimento sul tema. Ma non è un argomento che si esaurisce in poco tempo considerate le serie implicazioni costituzionali, regolamentari e democratiche che comporta il voto telematico o a distanza. Intanto abbiamo riorganizzato gli spazi della Camera per permettere ai deputati di lavorare nel rispetto delle disposizioni sanitarie".

PUBBLICITÁ

Con il sì al referendum, i parlamentari saranno più controllabili come hanno spiegato diversi esponenti del suo M5S o come si augurano tutti le ragioni del sì sono più solide?

"Il referendum non riguarda in alcun modo il controllo dei parlamentari. Detto questo, da presidente della Camera in questo momento auspico che ci sia il più ampio dibattito possibile sulle ragioni del sì e del no. I cittadini devono andare a votare informati e consapevoli dell’importanza di questa consultazione di carattere costituzionale".

Può affermare in serenità che nessuna piattaforma digitale, ci viene in mente Rousseau, potrà mai sostituire il ruolo del Parlamento?

"Nessuno ha mai pensato di sostituire il Parlamento con una piattaforma digitale. Le Camere sono insostituibili. Allo stesso modo di certo è auspicabile una sempre maggiore integrazione tra democrazia rappresentativa e diretta. Aumentare le occasioni di ascolto dei cittadini non può che far bene alla democrazia e si può lavorare in tal senso sugli istituti di democrazia diretta".

Lei era presidente della Camera anche nel governo Conte 1, con la Lega. Quale idea si è fatto del rapporto che hanno i sovranisti in Italia e all'estero del Parlamento?

"Mi confronto quotidianamente con gli esponenti di tutte le forze politiche presenti in Parlamento e sono soddisfatto del lavoro che svolgiamo. Nel corso dell’emergenza per esempio la collaborazione è stata massima. L’obiettivo comune è quello di far lavorare bene un’istituzione fondamentale per le dinamiche democratiche".

Non vuole infierire, va bene. Ma ci tolga almeno una curiosità: dalla sua posizione, spesso molti suoi predecessori, hanno esercitato anche un ruolo politico centrale. Perché è così defilato da questa partita? C'è già il premier Conte che presidia e rappresenta le istanze del M5S che guarda a sinistra?

"Da presidente della Camera ho un ruolo istituzionale definito e terzo. Come lei sa però in diverse circostanze sono intervenuto anche su temi politici, in maniera chiara. Sui decreti Sicurezza ho preso una posizione esplicita. E nel Movimento ho lavorato, in maniera trasparente, per la nascita del governo Conte II, perché ritenevo quella fosse una strada da percorrere".

Infine, uno sguardo alla sua  Napoli: l'intesa con il Pd saltata alle regionali sarà possibile vederla alle comunali  del 2021? 

"Occorre lavorare sui temi e soprattutto sui progetti che sono necessari per una città come Napoli. Individuare priorità e soluzioni a problemi annosi".

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ