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Zingaretti spacchetta la relazione: ci sarà un voto della direzione solo sul referendum

Simone Canettieri

Alle 12 la riunione del Pd. Il segretario metterà ai voti prima la parte sulla situazione politica, poi quella sul taglio dei parlamentari

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Due voti distinti. Il primo sulla situazione politica (tra regionali e Recovery Fund) e il secondo, ben più insidioso, sul referendum. Alle 12 scatta la direzione del Pd. Di carne al fuoco ce n'è molta. E il segretario Nicola Zingaretti ha in mente di mettere in ordine tutti i dossier. Per evitare i franchi tiratori e soprattutto la sindrome maoista di sparare sul quartiere generale.

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Due voti distinti. Il primo sulla situazione politica (tra regionali e Recovery Fund) e il secondo, ben più insidioso, sul referendum. Alle 12 scatta la direzione del Pd. Di carne al fuoco ce n'è molta. E il segretario Nicola Zingaretti ha in mente di mettere in ordine tutti i dossier. Per evitare i franchi tiratori e soprattutto la sindrome maoista di sparare sul quartiere generale.

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Per questo motivo il leader del Nazareno nella relazione che sta mettendo in questo momento a punto nei minimi particolari pensa di procedere con una sorta di voto disgiunto della direzione. La prima parte del suo intervento, secondo quando viene confermato al Foglio, girerà molto sulla sfida delle regionali: il Pd è in campo ovunque, siamo l'unica forza alternativa alle “destre”, siamo leali con il governo. Non è escluso che Zingaretti punzecchi un po' il M5s, che nelle regioni più in bilico si presenta da solo (è il caso soprattutto della Puglia e delle Marche) mettendo a rischio la vittoria.

 

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Ben più complesso si preannuncia il passaggio sul referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. C'è un pezzo di partito che conta, a partire dai padri nobili come Romano Prodi, che spinge per il No. La riforma non entusiasma nemmeno quel pezzo di Base riformista che fa capo ai Giovani Turchi di Matteo Orfini. Non c'è in questo caso una disciplina di partito. Ma il voto della direzione è previsto. E dunque arriverà dopo quello sulla “situazione politica”. Zingaretti è pronto a spiegare le ragioni del Sì, dopo che il Pd ha votato per tre volte no in Parlamento, e spingerà sulle riforme.   

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