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A Catania! A Catania! Il processo di Salvini è un festival

Carmelo Caruso

Vittorio Sgarbi, penalisti, t-shirt. Così Salvini vuole trasformare l’udienza del 3 ottobre in una Pontida del sud

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Non accerchieranno il tribunale, ma promettono tre giorni di “manifestazione del pensiero” dove il pensiero è che Matteo Salvini non debba essere processato. E da come la raccontano loro, i leghisti, il 3 ottobre, a Catania, l’arancino dovrebbe impanare di riso lo spadone di Alberto da Giussano, i costituzionalisti e Vittorio Sgarbi abbracciarsi tutti insieme (ma con mascherina) in difesa del Capitano che rischia “fino a quindici anni di carcere” e solo per avere “difeso la patria”, transennato i porti, lasciato in mare aperto i migranti della nave Open Arms, “ma con la complicità di Giuseppe Conte. Non andrebbe processato pure lui?”.

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Non accerchieranno il tribunale, ma promettono tre giorni di “manifestazione del pensiero” dove il pensiero è che Matteo Salvini non debba essere processato. E da come la raccontano loro, i leghisti, il 3 ottobre, a Catania, l’arancino dovrebbe impanare di riso lo spadone di Alberto da Giussano, i costituzionalisti e Vittorio Sgarbi abbracciarsi tutti insieme (ma con mascherina) in difesa del Capitano che rischia “fino a quindici anni di carcere” e solo per avere “difeso la patria”, transennato i porti, lasciato in mare aperto i migranti della nave Open Arms, “ma con la complicità di Giuseppe Conte. Non andrebbe processato pure lui?”.

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Se andrà come gli organizzatori garantiscono debba andare, non ci sarà bisogno dei cronisti di giudiziaria per riportare questa udienza ma basterà la penna dei giornalisti scanzonati per provare a descrivere la “Pontida del sud” (così la chiamano), un weekend in compagnia di Daniele Capezzone (guest star), migranti e granite al caffè.

 

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I partecipanti dovrebbero essere diecimila e sbarcheranno con i bus, i voli charter, per coccolare il leader ma, sole permettendo, fare un tuffo a La Playa perché si sa che qui il mare è caldo. Ci sono tutti gli elementi per un grande racconto di colore. Rudy Giuliani, dalla lontana New York (“se solo Matteo volesse”) si è detto pronto ad affrontare un volo transoceanico perché “usare la giustizia come arma politica è una grave violazione dei basilari diritti umani e civili”.

 

Si è candidato a prendere il posto di Giulia Bongiorno che però non rimette il mandato. In aula, a porte chiuse, a proteggere Salvini dalle domande del gip Nunzio Salpietro, ci sarà lei. Per dimostrare che sono falsità tutte le voci che vedrebbero Giorgia Meloni e Salvini ai ferri corti, Ignazio La Russa, fondatore di FdI, che tiene ancora una bellissima casa nella vicina Paternò, fichi d’india e pistacchi, ha comunicato che pure lui potrebbe unirsi al pool di legali: “Caro Matteo, sicuramente non avrai bisogno, ma se vuoi sono a tua disposizione anche come avvocato”.

 

L’appuntamento è così importante che l’attesa è scandita da un countdown sul sito della Lega sottosezione “#iostoconsalvini”. Mentre si scrive i giorni che separano Salvini dal giudizio sono 31, le ore 15 e i minuti 53. E sarà perché il riflesso è sempre condizionato, ma a leggere lo slogan che invita quanti più militanti possibili a raggiungere la città etnea, il ricordo non può che andare all’occupazione del tribunale di Milano da parte del coraggioso Angelino Alfano. Era il 2013.

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“E sbagliereste. Non abbiamo nessuna intenzione di condizionare il giudizio del gip. Non occuperemo il tribunale. La tre giorni che stiamo organizzando ci servirà per discutere intorno al tema delle libertà” dice il catanese Fabio Cantarella che dopo Stefano Candiani, commissario in Sicilia, è il leghista saracino più amato da Salvini. Ed è vero che non vuole fare polemiche ma “la scelta di tenere un’udienza di sabato è inusuale” pensa Cantarella che tuttavia da avvocato è attento ai poteri: “Non possiamo che rispettare la decisione del gip e fidarci di questa procura che già in passato si era espressa per l’archiviazione”.

 

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Rifacendosi a quanto anticipa Salvini, il programma è presentarsi, a piedi, “accompagnato da tanta gente perché Catania sarà il fulcro del nostro modo di pensare”. Ed è infatti qui la novità. Sarà che la “Bestia” non è più la solita “Bestia” di Luca Morisi, sarà che gli utenti che parlano del processo e che interagiscono sull’argomento sono solo 6.395 (diciamo la verità, pochi) ma nella Lega si è deciso di fare alla vecchia maniera. Dato che non si può sfuggire dal processo perché non servirsene per farne una “gazebata”? Ed ecco dunque l’idea di tavoli tematici, modello Leopolda, fare di Catania “la capitale europea delle libertà”.

 

Non si venderanno i libri di Anatole France ma la t-shirt “Processate anche me” e l’evento, alla fine, potrebbe svolgersi alla Ciminiere, il complesso fieristico progettato da Giacomo Leone che era comunista oltre a essere un architetto brillante e birbante.

 

Sgarbi ha dato già la sua disponibilità e ci sarà, così come Capezzone, mentre la parte del grande direttore dovrebbe essere coperta da Maurizio Belpietro, ma ancora meglio Mario Giordano che potrebbe duettare con il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, che sui migranti ha portato in giudizio lo stato ed è leghista al valore.

 

E non si capisce ancora come – malgrado gli organizzatori dicono che sarà possibile e che ci stupiranno per ordine e profondità – ma per tre giorni costituzionalisti locali ed “eminenti professori” dovrebbero spiegare che processare Salvini è sbagliato in punto di diritto. Il colpo sarebbe avere Giandomenico Caiazza, (“ci stiamo lavorando”) presidente dell'Unione camere penali, così come il magistrato Carlo Nordio. Finirà davvero che Salvini dovrà ringraziare questi giudici. Non gli hanno preparato (solo) un processo, ma organizzato una festa di partito.

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