PUBBLICITÁ

“Governatori, sulla scuola non rompete”. Parla il sindaco di Bologna

Carmelo Caruso

“Per favore, basta con la retorica dei governatori: sono scuse da ciucci. E lo dico anche a Stefano Bonaccini. Si può riaprire in sicurezza”. Intervista al sindaco del Pd Virginio Merola

PUBBLICITÁ

“Io le scuole le riaprirò e sa perché? Perché sto lavorando per riaprirle anziché farmi prendere dall’ansia di dichiarare. Le riaprirò perché non cedo all’assillo di dire che ‘va tutto male’ e che ‘mancano le soluzioni’”. Non lo ripete anche il suo presidente, Stefano Bonaccini? “Stefano sta lavorando benissimo ma mi permetto di dare un consiglio. Smettiamola di dire che ‘così non si riesce ad aprire’, di aggiungere che è colpa della burocrazia, degli scienziati. E’ sempre la scusa dei ciucci”. A Bologna, dove le scuole non sono solo le scuole, ma un impianto pedagogico, c’è il sindaco del Pd, Virginio Merola, che non ce l’ha con nessuno.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


“Io le scuole le riaprirò e sa perché? Perché sto lavorando per riaprirle anziché farmi prendere dall’ansia di dichiarare. Le riaprirò perché non cedo all’assillo di dire che ‘va tutto male’ e che ‘mancano le soluzioni’”. Non lo ripete anche il suo presidente, Stefano Bonaccini? “Stefano sta lavorando benissimo ma mi permetto di dare un consiglio. Smettiamola di dire che ‘così non si riesce ad aprire’, di aggiungere che è colpa della burocrazia, degli scienziati. E’ sempre la scusa dei ciucci”. A Bologna, dove le scuole non sono solo le scuole, ma un impianto pedagogico, c’è il sindaco del Pd, Virginio Merola, che non ce l’ha con nessuno.

PUBBLICITÁ

 

Non vuole sostituire ministri, non vuole esautorare il Cts. “E non significa che non preferirei avere un metodo. Tutt’altro. Sulla scuola, e su come se ne sta parlando, mi sono fatto un’idea che è una brutta idea. Ho come l’impressione che il desiderio di apparire sui media stia prendendo il sopravvento sulla reale voglia di riportare gli alunni in classe”. Si riferisce alle proteste dei governatori che non vogliono prendersi la colpa di un fallimento. “Ma chi lo dice che sarà un fallimento?” risponde Merola che conosce le difficoltà ma che non utilizza la scappatoia “qui non funziona nulla”.

 

PUBBLICITÁ

Le questioni da risolvere sono sempre le stesse: mascherine in classe (insopportabili), trasporto locale (insufficiente), i banchi che non arrivano. A proposito, a Bologna sono arrivati? “Non sono arrivati ma questo non mi ha impedito di acquistarli. Ne ho ordinati 1.900. Quando arriveranno quelli del ministero sa cosa farò? Li regalerò alle paritarie. Non mi importa di cosa diranno”.

 

Se fosse stato per questo sindaco, il tempo impiegato per dividersi sulla scuola lo avrebbe speso per parlare della nuova. “Abbiamo convocato degli esperti, istituito una commissione che ha prodotto un rapporto per poi metterlo nel cassetto. E’ ragionevole? Per me no”. E’ il rapporto della commissione guidata da Patrizio Bianchi, che Merola, da emiliano, conosce bene. “Non possiamo chiedere competenza e dimenticarcene una volta ricevuta. Ed è inutile dire che la politica debba assumersi dei rischi. Ci sono pochi obblighi che vanno rispettati e sono semplici: mascherine, distanziamento. Non mi sembrano pratiche impossibili”.

 

PUBBLICITÁ

PUBBLICITÁ

Pensa che non serva neppure farsi prendere dalla fretta come sta accadendo sui trasporti. Paola De Micheli, altra emiliana di temperamento, ha promesso risorse e proposto “separatori morbidi” e di allargare il concetto di congiunto al compagno di classe. “Fermatevi un attimo. Se ci fossero le risorse per acquistare nuovi mezzi di trasporto, a mancare sarebbero i mezzi di trasporto. Nessuna impresa riuscirebbe a fornirli”.

 

PUBBLICITÁ

Vuole dire che non c’è nulla di cattivo nell’immaginare ancora una didattica a distanza, una possibilità legata a questo tempo perché “non sostituisce nulla ma continua a venirci in soccorso”. E sarà perché ha il privilegio del cannocchiale rovesciato, la dotta distanza di Bologna, ma Merola non tollera i Balanzone che chiedono “nuove leggi” o deroghe.

 

“Mi allontano un attimo dal tema scuola, ma solo un attimo. Perché discutere sulle discoteche? Andavano chiuse e basta. Il governo qui ha sbagliato. A Bologna, tanti giovani si assembravano in una delle nostre piazze. Non me la sono certo presa con loro. Ho recintato la piazza a costo di passare per sceriffo. Ma l’ho fatto. Ed è finita lì. Solo per dimostrare che le cose si possono fare”. Si prenda quanto sta facendo Bologna sulle aule. L’amministrazione ha individuato nuovi spazi nella parte fieristica che l’architetto Mario Cucinella sta riqualificando. Senza che il sindaco lo chiedesse, Cucinella si è offerto di “disegnare” le nuove aule.

 

E’ il modello Bologna, ed è un modello vero se solo non si abusasse di questo termine, è quanto di più avanzato si possa avere nel campo dell’istruzione. Trasporti scolastici gratuiti fino a 14 anni e poi “ci sono i nostri nidi dove si andrà verso un abbassamento delle rette anche grazie alle risorse regionali”. E insomma non si preoccupa tanto di quello che manca ma del poco che non si fa. “Vedo politici che pensano che il virus sia un complotto”.

Parla di Salvini? “Sì. Parlo di questi vanesi del virus. Trovo più dannosi i suoi gesti rispetto a qualsiasi altro ritardo”. E’ di ieri la richiesta di Salvini: sfiducia alla ministra Lucia Azzolina. Per Merola è la prova di una “politica che non si concentra e che non usa calma e gesso ma allarga solo la polemica. E dopo la Azzolina? Cosa cambierebbe dopo le sue dimissioni? Le difficoltà ci sono, ma l’Italia è un paese lungo con situazioni diverse. Abbiamo disagi, ma anche eccellenze. La scuola all’aperto noi ce l’abbiamo già da dieci anni. Si è solo cambiato nome in ‘outdoor’, ma è sempre quella”. Merola è un altro che non vuole solo riaprire le scuole in sicurezza (“e vedrete che si riaprirà”) ma “sanare il pregresso”.

 

“Se siamo tutti d’accordo che sulla scuola non si salva nessuno, parliamo davvero di scuola, ma sul serio. Mettiamo da parte la discussione su alleanze organiche… Basterebbe, in questo momento, una coalizione di semplici per farci ripartire. Sulla scuola è forse più utile non solo rispettare il protocollo del Cts ma attenersi a un altro protocollo”. Sarebbe? “Un blackout di dichiarazioni. Il problema non è come riaprire le scuole, ma come evitare la gazzarra sulla scuola”.

PUBBLICITÁ