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La stramba alleanza

Paolo Cirino Pomicino

Tutto ciò che non va nell’operazione a somma nulla di Pd e M5s. Ci sono culture politiche diverse?

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La notizia rilevante in una estate funestata da contagi crescenti sotto la guida di un governo del giorno dopo sembra essere la nuova alleanza tra il Pd ed i 5S. Un’alleanza tutt’altro che evangelica che mescola le carte di due forze parlamentari (smettiamola di chiamarle forze politiche) nel tentativo di conquistare qualche regione in più. Un obiettivo legittimo ma questa decisione assunta con la solita liturgia goliardica della piattaforma Rousseau sembra avere qualche ambizione in più.

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La notizia rilevante in una estate funestata da contagi crescenti sotto la guida di un governo del giorno dopo sembra essere la nuova alleanza tra il Pd ed i 5S. Un’alleanza tutt’altro che evangelica che mescola le carte di due forze parlamentari (smettiamola di chiamarle forze politiche) nel tentativo di conquistare qualche regione in più. Un obiettivo legittimo ma questa decisione assunta con la solita liturgia goliardica della piattaforma Rousseau sembra avere qualche ambizione in più.

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Qualcuno giustamente può meravigliarsi nel vedere che il nulla ha qualche ambizione in più ma la nostra non è irriverenza e meno che meno un insulto che non appartiene alla nostra tradizione politica. Se parliamo dell’alleanza del nulla è solo perché ricordiamo ciò che hanno detto e dicono gli stessi contraenti di questa alleanza. Da tempo i 5s dicono che loro non sono né di destra né di sinistra (il centro non lo vedono neanche nella geometria) immaginando che i governi di tutto il mondo siano tutti privi di un profilo culturale e politico ed elevano quindi il “nulla” a nuova cultura capace di governare e di sbarazzarsi delle culture del novecento. Dimenticano che nel Novecento c’è stato uno scontro durissimo in Europa e nel mondo prima tra democrazie parlamentari e monarchie costituzionali e poi tra democrazie liberali e nazifascismo e comunismo, e che le culture vittoriose guidano la maggioranza degli stati della Unione europea.

 

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Ma tutto questo è roba vecchia e stantia sembra che dica il nuovo messaggio alle masse, mentre il terzo millennio si è aperto con il sogno onirico di Gianroberto Casaleggio, assunto a nuovo intellettuale moderno, trasformato poi da Grillo in un’opera buffa per l’Italia ed il suo sviluppo economico e sociale. Si vola alto e basta con queste maledette identità, sembra essere il nuovo mantra.

 

Ma quel che preoccupa di più è lo stato in cui versa l’altro contraente della “nuova alleanza”, il Partito democratico. Se i 5s sanno di essere “il nulla perfetto” il Pd sembra la reincarnazione di Diogene di Sinope, il fondatore della corrente filosofica Cinica, che cercava l’uomo ed il suo destino con la famosa lanterna.

 

La nostra non è una intuizione giocherellona e impertinente ma, come sempre ci capita, registriamo i fatti. Il Pd nacque se il ricordo non ci tradisce nel 2007 dalla fusione tra i Democratici di sinistra e la Margherita, a sua volta un’arlecchinata di democristiani liberali radicali con una spruzzatina quasi invisibile di socialisti. Per dirla in breve il Pd fu rappresentato come l’erede delle due grandi culture popolari del secondo Dopoguerra, la Democrazia cristiana ed il Partito comunista morto e seppellito all’improvviso sotto il Muro di Berlino. Questa la nascita.

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Dopo tredici anni hanno perso 10 punti viaggiando insieme intorno al 22 per cento mentre nel 2001 erano al 32 per cento ed ora non si scorge nulla né della cultura socialista e meno che meno di quella del popolarismo democristiano. Se oggi chiedete, come abbiamo fatto noi nei mesi scorsi, ai maggiorenti di quel partito “chi siete” ciascuno ci risponderà ” sono un democratico. Questo termine in Europa non ha assolutamente un significato politico se non quello di uno spartiacque tra minoranze autoritarie e tutte le altre forze politiche che in Europa difendono i valori della democrazia liberale e dello stato democratico. Negli Stati Uniti il termine democratico ha un preciso valore politico e identitario perché ha dietro le spalle due secoli di battaglie civili e culturali mentre in Italia quel termine ha dietro le spalle solo una tre giorni di assemblea nell’ottobre del 2007 a Torino. Troppo poco.

 

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Per cercare di avvicinarci alla realtà dei fatti siamo dunque dinanzi ad una alleanza tra il nulla e gli smemorati del novecento per essere eleganti ed amichevoli. Ed in questa alleanza chi indica il cammino è Grillo non altri. Lo ha dimostrato ultimamente anche il sindaco di Milano il piddino Giuseppe Sala che volendo costruire il proprio futuro non va da Zingaretti ma nella villa di Beppe Grillo a Genova. E per chi sa vedere anche controluce i comportamenti di ciascuno, l’immobilismo di molti dirigenti del Pd dimostra che essi pendono dalle labbra di Grillo che deciderà in solitudine il prossimo Capo dello stato avendo un grosso numero di parlamentari e nessun candidato al Colle. Sceglierà, insomma, tra i petenti! Noi siamo un po’ impressionabili per natura, lo confessiamo, ma vedere in tv un Grillo ispirato e spiritato che guida il paese ci lascia sconvolti.

  

In Italia sta accadendo di tutto e di più, dalle manovre economiche che nulla hanno per rilanciare la ripresa economica al taglio dei parlamentari fuori da un contesto di riforme costituzionali che testimonia così un sentimento che avanza sotto traccia e che sa di anti parlamentarismo e di populismo che produce come sempre un autoritarismo strisciante. Ma vi sono altre responsabilità che non vanno taciute. Con questa stramba alleanza si apre al centro dello schieramento politico una voragine e i piccoli nani che lì si dimenano devono sapere che se hanno il coraggio di liberarsi di ogni personalismo e di ricostruire un’alleanza tra le due culture che costruirono l’Italia repubblicana e l’Europa comunitaria, democristiane e liberale, salveranno se stessi e il paese battendo l’alleanza del nulla. Questa canzone va a Renzi, a Calenda, a Tabacci, a Carfagna a Richetti, a Rosato a Della Vedova e ai tanti popolari e liberali sparpagliati ed in perenne pellegrinaggio tra le due sponde. “Altro dirti non vo’ ma la tua festa ch’anco tardi a venir non ti sia grave” diceva Leopardi ai fanciulli in frotta nella piazza di Recanati ma questa volta in piazza si trovano di milioni di italiani smarriti e senza guida.

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