PUBBLICITÁ

Marche/1: La voce del Pd

"Mercorelli si ritiri e venga con me. Il M5s è già dalla mia parte". Parla Mangialardi

Carmelo Caruso

Il candidato Pd nelle Marche lancia un appello "all'ultimo giapponese", il portacolori del M5s. "Lo dico per loro. O andiamo uniti o loro rischiano di sparire in consiglio regionale"

PUBBLICITÁ

Nelle Marche nascerà o morirà il nuovo centrosinistra? “Non morirà nulla perché è già nato qualcosa di speciale. Può solo crescere un’alleanza fra Pd e M5s, un’intesa che i militanti della piattaforma Rousseau, con il loro voto, hanno approvato. Sono loro che ci chiedono di presentarci uniti. Quel voto ci riguarda”. Sta insomma chiedendo al candidato del M5s, Gian Mario Mercorelli di ritirarsi e farle spazio? “Mi sembra che sia rimasto solo lui, in una corsa sempre più solitaria. Il M5s è già con me. Uno vale uno, ma uno non può valere per tutti. Non può il suo rifiuto ideologico ostacolare la volontà della base”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Nelle Marche nascerà o morirà il nuovo centrosinistra? “Non morirà nulla perché è già nato qualcosa di speciale. Può solo crescere un’alleanza fra Pd e M5s, un’intesa che i militanti della piattaforma Rousseau, con il loro voto, hanno approvato. Sono loro che ci chiedono di presentarci uniti. Quel voto ci riguarda”. Sta insomma chiedendo al candidato del M5s, Gian Mario Mercorelli di ritirarsi e farle spazio? “Mi sembra che sia rimasto solo lui, in una corsa sempre più solitaria. Il M5s è già con me. Uno vale uno, ma uno non può valere per tutti. Non può il suo rifiuto ideologico ostacolare la volontà della base”.

PUBBLICITÁ

 

Con il solito gusto per il “uozzamerica”, si è iniziato a dire che le Marche sono “l’Ohio d’Italia”, e che qui, dove si vota per le regionali, Maurizio Mangialardi, candidato del Pd, sia l’uomo del destino come lo era Stefano Bonaccini che, nell’Emilia-Romagna, doveva fermare Matteo Salvini, la destra, i sovranisti. Cosa dobbiamo dunque attenderci? Anche lei chiederà un voto per fermare “le ombre nere”? “No, io non chiederò un voto per arginare la destra malgrado le cene fasciste del suo candidato. Non lo chiederò, nonostante sappia che non è Francesco Acquaroli il mio vero sfidante ma Giorgia Meloni. Il mio argomento saranno i marchigiani. Non cadrò nella trappola” anticipa Mangialardi che è davvero un candidato di territorio (“sono stati i sindaci a chiedermi di provarci. E io ci provo”).

 

PUBBLICITÁ

Non deve solo sconfiggere la destra e la leader di Fdi che ha riempito le mura di Macerata, la città di Pamela Mastropietro e del vendicatore Luca Traini, e che accarezza la vittoria per fare lo sgambetto a Salvini. Se la deve vedere con l’attivista Mercorelli che è il grosso guaio di Luigi Di Maio che lo vorrebbe mettere all’angolo per non finire nell’angolo. E infatti, ostinato e irriducibile, non si ritira e non converge su Mangialardi che, confida, l’ha chiamato “ma senza mai ricevere risposta”. Si è in pratica convinto che nelle Marche sia lui la sineddoche, la parte per il tutto del M5s, e che i consiglieri regionali, quelli che in autonomia hanno già deciso di sostenere Mangialardi, (la realtà supera Davide Casaleggio) siano grillini deviazionisti, traditori.

 

Il Pd chiede così al suo candidato, questo sindaco di Senigallia, già coordinatore delle Anci regionali, di compiere un altro miracolo, che in verità sarebbe il terzo: “Ho messo insieme Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda. Ho recuperato 17 punti. Cosa devo fare di più?” si chiede giustamente il sindaco candidato che ha l’aria di chi le ha provate tutte e la buona volontà per provarne altre. Si è parlato di ticket Pd-M5s che però l’inflessibile Mercorelli non vuole prendere in esame e che a questo punto Mangialardi non gli offre perché “non ragiono secondo poltrone ma per programmi e temi. Disponibile a inserire i loro temi nella mia agenda di governo”.

 

Lascia intendere che, anche nel M5s, Mercorelli è ritenuto alla stregua del giapponese che continua la guerra nella sua testa e che potrebbe risultare fatale per il movimento stesso “che rischia di non entrare in consiglio regionale. Davvero possono permettersi questo?”. E Mangialardi lo spiega senza fare il maramaldo ma, per una volta, nel Pd, senza sussiego verso il M5s che alla fine avrebbe più da perdere di quanto Mangialardi possa guadagnare. Pensa che non sia Mercorelli a fargli un favore ma lui a fare un favore al M5s di Mercorelli “che ricorda le chiusure ottuse e illogiche degli inizi”.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Sono posizioni da caverna che per Mangialardi “mostrano velleità personali; velleità che rispetto ma che fanno male. La politica è fatta di intelligenza e momenti e questo è il momento di correre uniti”. Non voleva a essere costretto a dirlo, ma se “Mercorelli rimane al suo posto non posso che dire che un voto dato a lui non è altro che un voto inutile. Una cosa è sicura: con o senza il M5s, io vado avanti”. E però, a quel punto, potrebbe perdere l’appoggio di Calenda e di Più Europa. Ieri lo hanno già minacciato: “E a quel punto toccherà fare un altro miracolo di unità” spera Mangialardi che conosce l’insostenibile pesantezza dell’essere … candidato di centrosinistra.

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ