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editoriali

Non rottamare la privacy

Redazione

E’ un valore dello stato di diritto, ma viene maltrattata per usi demagogici

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La vicenda dei sussidi richiesti da pochi parlamentari e alcuni amministratori locali diventa sempre più paradossale. Tutti invece di fare il loro mestiere rincorrono l’indignazione del “popolo dei fax” senza tener conto dei princìpi che dovrebbero tutelare. Il Garante per la privacy strilla che in questo caso non c’è nulla da tutelare o da garantire, a causa dell’enormità dello scandalo. Ma in realtà nessuno ha commesso nessun reato, visto che la legge non poneva limiti soggettivi o di reddito per la richiesta del bonus.

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La vicenda dei sussidi richiesti da pochi parlamentari e alcuni amministratori locali diventa sempre più paradossale. Tutti invece di fare il loro mestiere rincorrono l’indignazione del “popolo dei fax” senza tener conto dei princìpi che dovrebbero tutelare. Il Garante per la privacy strilla che in questo caso non c’è nulla da tutelare o da garantire, a causa dell’enormità dello scandalo. Ma in realtà nessuno ha commesso nessun reato, visto che la legge non poneva limiti soggettivi o di reddito per la richiesta del bonus.

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Si invoca la privacy anche in casi di reati gravi, ma questo non vale in un caso di azioni (palesemente e persino stupidamente) inappropriate, “scandalose” ma non delittuose. Intanto si cerca di correre ai ripari correggendo la legge e introducendo, in ritardo, requisiti non presenti nel testo originale, e solo in extremis si è rinunciato a provare a rendere le norme retroattive, perché forse qualcuno cui è rimasto un po’ di sale in zucca avrà spiegato che un atto del genere è del tutto anticostituzionale. Così, almeno, si ammette che l’errore iniziale è stato del governo che ha fatto un decreto sbagliato e del legislatore che lo ha approvato senza discutere.

 

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Più di fondo è il problema dei diritti individuali, come quello alla privacy, che vengono trattati come beni disponibili, che valgono o no a seconda dell’orientamento dell’opinione pubblica. Il Garante per la privacy non la garantisce, il presidente del Parlamento invece di difendere i deputati li fustiga pubblicamente, il presidente dell’Inps si tiene le notizie nel cassetto per dei mesi e poi le propala a orologeria e poi si lamenta del fatto che venga messa in discussione la sua onorabilità. In una democrazia si confrontano valori e princìpi – la riservatezza e la trasparenza per esempio, e sono valori non negoziabili – e ci sono organismi abilitati a difenderli in un confronto aperto. Ma se nessuno fa il suo mestiere, nessuno sostiene in primo luogo la propria funzione istituzionale, si crea una situazione caotica che alimenta lo scandalismo e debilita i princìpi e i diritti. Proprio un capolavoro.

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