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"Ricostruire Roma, una città cataclisma. Il centrodestra sia unito e non si affidi a personaggi". Parla Rampelli

Carmelo Caruso

"Virginia Raggi ha fallito anche sul piano culturale. Serve un'operazione per rilanciare l'immagine della Capitale". Colloquio con Fabio Rampelli, vicepresidente Camera e tra i fondatori di Fdi

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“Roma è al capolinea, è una città da terzo mondo, una città-cataclisma. Non voglio sapere chi ce l’ha portata, non voglio sapere come e quando. E non voglio giocare al quiz dei nomi, dei candidati. Roma ha bisogno di una grande opera di ricostruzione che è anche una ricostruzione della sua immagine maltrattata”.

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“Roma è al capolinea, è una città da terzo mondo, una città-cataclisma. Non voglio sapere chi ce l’ha portata, non voglio sapere come e quando. E non voglio giocare al quiz dei nomi, dei candidati. Roma ha bisogno di una grande opera di ricostruzione che è anche una ricostruzione della sua immagine maltrattata”.

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E dunque, per Fabio Rampelli, tra i fondatori di Fdi e vicepresidente della Camera, la politica, se davvero vuole bene a Roma, (“e quando dico politica intendo sia destra che sinistra”) deve “abbassare le mani dalla citta”. Il centrodestra non vuole prendersi la capitale? “E’ questo quello che voglio dire. Roma non va “presa”, non è un soprammobile. Prima ancora di parlare del prossimo sindaco sarebbe opportuno ragionare su come si ricuce il rapporto capitale-stato. Oggi questa magnifica città sconta un’ostilità, è malvista dal resto d’Italia, ha un rapporto difficile con l’amministrazione centrale. Il prossimo sindaco non può non fare di Roma un grande tema nazionale. Virginia Raggi non ce l’ha fatta e lo penso a prescindere dalle simpatie e dalle antipatie che si possono avere verso di lei” spiega Rampelli che a Roma vanta una credibilità antica anche a sinistra: “So già dovete volete arrivare …”.

 

Con la decisione di candidarsi nuovamente sindaco, Virginia Raggi, questa amministratrice per caso, si presenta improvvisamente come la sola donna della provvidenza anche se per il Pd “è una minaccia”. Ha sicuramente azionato il meccanismo e costringe sia il centrodestra che il centrosinistra ad accelerare. Vi ha preso di sorpresa? Per Rampelli è di certo sorprendente avere avuto il tempo di preparare la nuova candidatura ma non “avere avuto un momento per ricevere i rappresentanti dell’osservatorio per Roma Capitale”.

 

Si tratta di un osservatorio parlamentare e bipartisan (“tra i suoi componenti ci sono anche due rappresentanti del M5s che non hanno mai preso l’iniziativa” spiega il vicepresidente) che è stato “sabotato”. Non è stato costituito per commissariare la sindaca ma per aiutarla. “E invece – continua Rampelli - da quattro anni viene boicottato. La Raggi non riceve i suoi membri e mi sembra chiaro che non collaborare, credersi autosufficienti, significa non avere idea di come si amministri una città con 800 sedi internazionali. Alla sindaca, non rimprovero solo il fallimento amministrativo, ma un fallimento sul piano culturale”.

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E infatti, per Rampelli, che con Roma ha un rapporto forse troppo speciale, un rispetto che lo porta a parlarne come una di quelle ceramiche fragili che non si dovrebbero maneggiare, c’è da guarire, quasi da esorcizzare gli ultimi dei luoghi comuni. “Quando si parla di Roma l’equazione è diretta. Si pensa a mafia capitale malgrado le sentenze ci dicano che fosse corruzione semplice. Serve un’operazione profonda per restituire a Roma quello che è di Roma. Deve tornare a competere non con Milano, ma con Parigi, Berlino, Londra” spiega Rampelli che di sicuro non avrebbe rinunciato alle Olimpiade che non è, e non era, il pozzo dei corrotti, ma “un evento, uno di quei grandi eventi di cui abbiamo bisogno”.

 

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Roma è indebitata fino al 2048 e per Rampelli “pensare di fare da se è solamente velleitario”. Prima del derby sui nomi, si immagina degli Stati-generali che coinvolgano destra e sinistra “un po’ di massa critica. Quanto sarebbe utile un po’ di sovrastruttura …”. Esclude la ricerca del “personaggio”, che in passato, si è rivelata essere la scappatoia di centrodestra, la selezione non per vincere, ma per perdere.

 

Lega-Fi-Fdi si presenteranno uniti? “Andremo uniti e sono certo che il centrodestra sarà capace di trovare un candidato di sintesi. Occorre dimostrare che siamo capaci di assumerci questa responsabilità che è una gravosa responsabilità” risponde il vicepresidente. Non si rifugia nei tecnicismi e dunque non ricorre al candidato tecnico: “Nessun tecnico è mai neutrale”. Si finisce così per girare intorno al suo nome, anzi, si può dire che è già finito nel toto-nomi.

 

Insomma, si candiderà? “Lo so anche io che circola il mio nome, sono un parlamentare romano e mi sono speso per questa città. Ma Roma ha bisogno di un altro profilo e quel profilo non è il mio”. Ma nel centrodestra quali sarebbero i profili migliori del suo?

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