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Rigenerare il Pd. "Troppe sfumature di rosso. Recuperare l'anima cattolica". Parla Fioroni

Carmelo Caruso

“Il ddl sull’omofobia è una bandierina. Il Pd deve avere coraggio di dire no sul taglio dei parlamentari”. La versione dell'ex ministro

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“Al referendum per il taglio dei parlamentari, io voterò no. Voterò no perché senza un’adeguata legge elettorale non si fa altro che alterare la qualità della democrazia. Voterò no perché non si può inseguire il sentimento del tempo dei grillini. Il Pd non è questo. Non è così che siamo utili al paese”. Si è pentito di avere compartecipato alla sua fondazione? “Ci ho creduto, ci credo ancora. Ci voglio credere”.

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“Al referendum per il taglio dei parlamentari, io voterò no. Voterò no perché senza un’adeguata legge elettorale non si fa altro che alterare la qualità della democrazia. Voterò no perché non si può inseguire il sentimento del tempo dei grillini. Il Pd non è questo. Non è così che siamo utili al paese”. Si è pentito di avere compartecipato alla sua fondazione? “Ci ho creduto, ci credo ancora. Ci voglio credere”.

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E con una certa fierezza, quella che gli deriva dalla tradizione antica dei popolari, Giuseppe Fioroni dice che lui non vuole abbassare “la schiena di fronte al M5s” e neppure cedere a quella parte di Pd che ha “l’assillo della legge bandierina”. Si riferisce al testo Zan, sull’omotransfobia, che ha acceso insicurezze, preoccupato vescovi e giuristi. Il governo ha infatti deciso di rimandare l’esame del disegno a settembre.

 

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I cattolici del Pd si faranno sentire? “Non abbiamo aderito al Pd per aggiungere un’altra sfumatura di rosso alle cinquantatré che già c’erano. Io mi auguro che il rinvio non sia un tatticismo ma l’occasione per riflettere. Devono convivere il diritto di esprimere liberamente il proprio orientamento sessuale con il diritto di esprimere l’opinione e il proprio credo religioso” raccomanda l’ex ministro dell’Istruzione che si rivolge agli amici rimasti nel partito: “Devono essere lievito, hanno il compito di rigenerarlo”. Non sopporta dunque la parodia del cattolicesimo che ne fanno Matteo Salvini e Giorgia Meloni (“con la loro fede franchising”) perché entrambi “girano con il crocifisso ma in realtà cercano l’untore”.

 

E’ vero che il Pd sta trascurando il cattolicesimo e che rischia di lasciarlo agli esaltati dell’altra parte? Per Fioroni sono angustie fondate perché si parla poco di programmi e troppo di sistemi: “Il che significa parlare poco di persona. Noi ci accontentiamo di cambiare sistema mentre avremmo bisogno di cambiare politica”.

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Nel Pd esiste un certo disagio “cattolico”. E’ chiaro. Un altro protagonista come Pierluigi Castagnetti ha dichiarato che, pure lui, voterà no al referendum. L’obiezione di coscienza è ormai l’indirizzo politico. Per Fioroni è insufficiente. “Se non si ha il coraggio di scegliere è doveroso lasciare ai propri iscritti la piena libertà di dissentire. Se non si vuole invitare a votare no – e secondo me andrebbe fatto – si dica che sul referendum, il partito si consegna alla sensibilità dei militanti”. Come si capisce è un modo diverso, nel Pd, di leggere il tempo.

  

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“E’ la missione che abbiamo noi moderati. Abbiamo il dovere di testimoniare la nostra storia. Non possiamo essere ospiti sgraditi e perfino paganti. Dobbiamo sentirci ancora a casa”. Chiede insomma a Zingaretti qualcosa in più. Non significa posti e poltrone ma un sussulto culturale. “Il Pd rimane stabile nei sondaggi malgrado i tentativi lodevoli del segretario che si batte per l’unità”. E’ la parola feticcio che sta tenendo stretta una comunità di destino.

 

E però, secondo Fioroni, non può e non deve essere il pretesto per imporre “un pensiero unico”. “Ricordo – aggiunge ancora l’ex ministro – che il Pd è l’incrocio fra riformisti, liberali e progressisti. C’è una platea di voti da attrarre e si attraggono solo con una riflessione lunga”. Vi preparate a tornare democratici-democristiani? “Basterebbe che si tornasse a dire cose semplici come queste: il Pd non deve invitare il suo popolo a votare per qualcuno ma convincerlo a credere in qualcosa”.

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