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Il rotocalco dell'estate. Baci, foto e politica. Vince Boschi ma Casalino è il re.

Maurizio Crippa

Maria Elena Boschi felicemente innamorata. Conte ingessato e da fotoromanzo. Casalino il grande manipolatore. Le pagelle

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Sauve qui peut (la vie) è un film sui rapporti tra amore sesso e potere – o sesso potere e amore, ma in ogni caso amore è l’apostrofo debole del trinomio – così scorretto e brutale che oggi Godard non potrebbe girarlo, lo arresterebbero prima, e nemmeno la libertaria Isabelle Huppert accetterebbe la parte.

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Sauve qui peut (la vie) è un film sui rapporti tra amore sesso e potere – o sesso potere e amore, ma in ogni caso amore è l’apostrofo debole del trinomio – così scorretto e brutale che oggi Godard non potrebbe girarlo, lo arresterebbero prima, e nemmeno la libertaria Isabelle Huppert accetterebbe la parte.

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Eppure “si salvi chi può (la vita)” è necessità urgente, tanto più se si viva dalle parti del Potere, da risolvere ad ogni costo: con l’amore o con i suoi derivati. E meglio d’estate, stagione in cui più che nelle altre “descrivere le cose secondarie illumina le principali” (sempre Godard).

 

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I comuni mortali di solito si aggrappano alla fantasia. Una cronaca toscana parla di un tale che, per scampare alle incombenti nozze (o alla rottura di balle di una moglie: si potrà dire?) s’è finto disperso in una battuta subacquea al largo di Punta Ala, ma era scappato a Milano. Sul Twitter hanno scritto: “Il sub Mattia Pascal”. Chi pratica, s’impiccia, o anche soltanto campa di politica e scena pubblica ha un’arma più potente a disposizione, per salvarsi la vita: i rotocalchi. Che anche nell’epoca di Instagram restano i definitivi costruttori e depositari della verità d’amore. Basta saper indirizzare lo storytelling.

 

La regina dell’estate sarà allora Maria Elena Boschi, che dopo un quasi decennio di inspiegabile singletudine (lei è divina) e di mezzi sospiri sulle disavventure solitarie delle donne politiche, s’è finalmente palesata: felicemente baciata dal bel Giulio Berruti, e in sorridente passeggio.

 

Lei che i maligni e i maschilisti senza vergogna dipingevano come il petalo profumato di tutti i gigli magici, ora si offre nella normalità di una normalissima storia d’amore, persino con picnic familiare. Una sceneggiatura da Un posto al sole, così adatta in questi tempi di italianità neoproporzionale.

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Se non fosse le Roi incoronato persino dal Figaro di quest’Italia che galleggia e luccica come un pattìno al sole, stampato in quadricromia sui rotocalchi Giuseppe Conte meriterebbe invece un voto basso. Ingessato in posa da fotoromanzo (per la differenza tra rotocalco e fotoromanzo vedi alla voce: il rotocalco imita la vita, il fotoromanzo la cattiva televisione). In spiaggia con Olivia Paladino, con lo guardo all’infinito come nelle foto della prima Comunione.

 

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Una cosuccia innocua, con intenzione narcotizzante, forlaniana se mai Forlani si fosse offerto in spiaggia con signora. E un esito che peggio aveva fatto solo Luigi Di Maio, un anno fa, quando out of the blue era sbucata una fidanzata per un servizio posato e décor da camporella anni Sessanta. Quest’anno pure Giggino ha fatto di meglio passando, con la bella, dallo still live al passeggio sulla sabbia.

 

Ma, con il consulente d’immagine che si ritrova, il presidente sapeva bene dove voleva arrivare: eccomi qua, non sono quello in mutanda del Papeete, di me potete fidarvi, sono un democristiano.

 

Ultimo venne il corvo, come direbbe quello: cioè Rocco Casalino. Che dai rotocalchi non si fa manovrare, ha la naturalezza innata del manipolatore. Il grande fratello portavoce ha pure lui il problema fisso di tutti, salvarsi la vita. E in più quello immediato di perdere l’amore. O per meglio dire farlo dimenticare a tutti gli altri. Far sapere che è davvero finita tra lui e il suo cubano preferito, Josè Alvarez, una storia che era persino bella.

 

Non fosse che quello pasticciava con il trading online ed è finito segnalato all’antiriciclaggio, che in questi tempi monetaristi è peggio che essere segnalati alla buoncostume. E così eccolo, senza pose estive impacciate, senza la rhétorique du film de famille messa su da Maria Elena, lui si fa prendere in notturno, di tre quarti, mentre s’appresta a planare sulle carnose labbra baffute di Gabriele Rossi, “un tempo intimo amico di Gabriel Garko”.

 

E il nuovo amore getti via l’antico, nell’ombra della sera. Una mossa magistrale, che vuol fugare i dubbi. Ma chissà se ci cascano tutti. E chissà, come fanno i marinai, se invece ci pensano ancora. Chissà.

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