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Ci sono ancora cattolici nel Pd?

Carmelo Caruso

I silenzi e i tormenti degli ex Margherita del Pd che osservano Salvini e Meloni “sguainare” la famiglia

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Lasciare la parola “famiglia” ai trucismi di piazza, inseguire una legge sull’omotransfobia che presenta insidie giuridiche. Ci sono ancora cattolici nel Pd? “Non sono rimasti in molti, ma ci sono” assicura Giuseppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione, uomo che guarisce gli spiriti e le coscienze dei parlamentari di centro e che, dice, “non possono non farsi ascoltare. Questo argomento sollevato dalla legge Zan meriterebbe libri e ancora libri”.

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Lasciare la parola “famiglia” ai trucismi di piazza, inseguire una legge sull’omotransfobia che presenta insidie giuridiche. Ci sono ancora cattolici nel Pd? “Non sono rimasti in molti, ma ci sono” assicura Giuseppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione, uomo che guarisce gli spiriti e le coscienze dei parlamentari di centro e che, dice, “non possono non farsi ascoltare. Questo argomento sollevato dalla legge Zan meriterebbe libri e ancora libri”.

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Le associazioni pro vita e sigle cattoliche hanno annunciato che, a settembre, scenderanno in piazza a Roma, contro questo testo e al loro fianco troveranno Matteo Salvini e Giorgia Meloni che faranno schiuma, confonderanno gli argomenti e serviranno nuove paure: incroci sessuali, lezioni scolastiche di omosessualità. Che spavento.

 

Il Pd al Family day non ci sarà. “Perché quella è una piazza di associazioni integraliste” dice la deputata Rosa Maria Di Giorgi che, in maniera altrettanto schietta, riconosce tuttavia il pericolo che si presenta: “E’ vero. Il pericolo c’è. Si rischia che a rappresentare alcune sensibilità siano le solite frange che però nulla hanno a che fare con il Vangelo.

 

I cattolici progressisti devono essere più presenti, più proattivi, ma, da cattolica, credo che la battaglia, sul testo Zan, andasse fatta. E’ un avanzamento di civiltà”. La chiesa avanza dubbi. Anche di loro si può dire che sono frange integraliste? “Un errore sarebbe banalizzare le problematiche sollevate dai vescovi.

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Non si muovono per pregiudizio. E io non sono tra quelli che li sottovalutano…” rilancia Alfredo Bazoli, altro cattolico dem che ha il vizio della dialettica e che invita Massimo Gandolfini, l’organizzatore del Family day (“persona che conosco e che ascolto malgrado abbia idee politiche completamente diverse dalle mie”), ad avere un approccio meno dogmatico: “Per questa ragione rispetto il loro Family day ma vorrei che non si dimenticasse che per la famiglie, i cattolici dem, hanno strappato l’assegno unico. Non è forse un successo?” si chiede ancora Bazoli che è di Brescia, distante pochi chilometri da Pavia dove il vescovo, monsignore Corrado Sanguineti, ha lanciato un appello: “Troppo grave è il rischio che, con la legge Zan, surrettiziamente si introduca un reato di opinione”.

 

A sinistra, c’è chi si interroga sui tempi. Andava affrontata adesso una controversia tanto spigolosa? Il partito difende compattamente questa legge – che entra nella sua fase di discussione in Aula – ma confida molto nello scirocco estivo che potrebbe spegnere qualsiasi slancio. La verità è che nel Pd e nelle sue “stanze della tortura” (“ma adesso dovevamo fare le battaglie civili?” si lamenta un sottosegretario), si crede che, alla fine, questo disegno di legge possa seguire la stessa parabola di quelle leggi bandiera che “superano il primo giro ma che poi, al secondo, si fermano per fiato corto”.

La corda cattolica dem attende infatti il lavoro del tempo, che sia insomma l’agenda, con i suoi salti repentini, a farci e fare dimenticare l’urgenza di questa “campagna di agosto”. Stefano Lepri, il deputato Pd, che ha iniziato nella Margherita, preferisce dunque non parlare così come Bruno Astorre, franceschiniano, che ci scrive: “La legge è giusta ed equilibrata”. Ma allora perché parole tanto stringate per sostenerla?

Si torna quindi al protagonismo cattolico che nel Pd sembra essersi appannato, in sofferenza, quasi subalterno alle inclinazioni di sinistra. Lo chiediamo nuovamente a Bazoli. “Forse parliamo poco e parliamo piano, ma non significa che non lavoriamo per le famiglie. Tutt’altro”. E allora perché nessuno vi sente? “E però, il testo Zan lo abbiamo migliorato noi. Noi cattolici dem. Presentava aspetti ancora più marcati di genericità. Ripeto, le istanze cattoliche sono legittime e a loro dico: abbiate fiducia in noi”.

 

E’ merito di Stefano Ceccanti, costituzionalista e onorevole dem, se nel testo sono state superate alcune (e sono però alcune) asperità, vale a dire la discrezionalità di cui parlano molti giuristi e che delegherebbe (un’altra volta) alla magistratura la possibilità di sindacare sull’opinione dura, quella al limite dell’irregolarità: “E io sono rispettoso del dibattito che sta interrogando la chiesa” dice Ceccanti.

E il dibattito nel Pd? Per Carmelo Miceli, cattolico e responsabile sicurezza in segreteria, è vero che “l’argine popolare, cattolico, sembra essersi annacquato. E su questo sì che ci sarebbe molto da dire. Torniamo a parlare di questo che è un tema davvero politico e che merita, ma non prendiamo come pretesto la legge Zan. Si può essere cattolici e riconoscere la legittimità di questa legge” risponde Miceli che senza accorgersene introduce un’altra domanda: si può essere del Pd e riconoscere la legittimità dei tormenti cattolici?

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