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diritti e sicurezza

"Il Pd dimentichi Salvini ma superi il velleitarismo di sinistra". Parla Alfieri

Carmelo Caruso

Il senatore Pd, coordinatore nazionale di Base Riformista, su immigrazione e retorica: "Giusto andare in Libia. Basta con i velleitari di sinistra"

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“Noi ci siamo occupati della Libia mentre Matteo Salvini è fuggito. Noi, e intendo il Pd e il governo, abbiamo provato a stabilizzare l’area e siamo tornati con le nostre navi nel Mediterraneo dopo che Salvini le aveva tolte. È questa la differenza e penso che sia una differenza notevole”. E però, nel Pd, vi state dividendo tra chi sostiene che non bisogna finanziare la guardia costiera libica e chi invece pensa che sia giusto, ma con tutta la difficoltà di uscire allo scoperto e mostrarsi. “Ma io sono uno di quelli che pensa che ci si debba misurare con i problemi evitando esercizi di retorica velleitari. Lo dico a voce alta e senza nascondermi”.

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“Noi ci siamo occupati della Libia mentre Matteo Salvini è fuggito. Noi, e intendo il Pd e il governo, abbiamo provato a stabilizzare l’area e siamo tornati con le nostre navi nel Mediterraneo dopo che Salvini le aveva tolte. È questa la differenza e penso che sia una differenza notevole”. E però, nel Pd, vi state dividendo tra chi sostiene che non bisogna finanziare la guardia costiera libica e chi invece pensa che sia giusto, ma con tutta la difficoltà di uscire allo scoperto e mostrarsi. “Ma io sono uno di quelli che pensa che ci si debba misurare con i problemi evitando esercizi di retorica velleitari. Lo dico a voce alta e senza nascondermi”.

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E infatti, Alessandro Alfieri senatore del Pd e coordinatore nazionale di Base Riformista, l’area che ha i suoi riferimenti in Lorenzo Guerini e Luca Lotti, dice che “è falso dichiarare che le politiche migratorie del governo Gentiloni sono state un fallimento così come è ingiusto dire che l’operato di Marco Minniti è stato vano”.

 

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Aggiunge anche – e si capisce che si rivolge ai suoi compagni di partito che contestano la linea tenuta sull’assistenza alla guardia costiera libica – che il Pd non deve pentirsi di quella stagione di governo. “Voglio ricordare che la scelta era tra provarci o andarsene dalla Libia. Si ripete un po’ quanto è accaduto nei Balcani, in Kosovo. Anche allora si diceva che non bisognava intervenire. Ma qual è stato il risultato? Ebbene, in Kosovo la situazione oggi la conosciamo tutti. Si è stabilizzata. Cosa sarebbe accaduto se lo avessimo lasciato alla deriva?”.

 

Alfieri, che è lombardo ed è stato segretario del Pd regionale, la fa breve, ma perché ci ha pensato a lungo: “Penso che sia poco realistico dichiarare che non bisogna cooperare con i libici”. Si ripete che il governo ha accettato di finanziare la guardia costiera libica che non è proprio un esempio di prudenza.

E qui, Alfieri, sente la necessità di fare chiarezza: “Innanzitutto non è vero che finanziamo la Guardia Costiera libica”. E allora che fate, cosa fa il governo? “In questo momento ci sono venti nostri militari della guardia di finanza distaccati a Tripoli. Forniscono assistenza tecnica e formazione nautica. Gli insegnano come fare manutenzione o come avvicinarsi ai gommoni. È questa la missione che hanno”.

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Insomma, aggiunge che è “fuorviante contrapporre i nostri interessi nazionali con la tutela dei diritti umani. Cosa preferiamo? Consegnare la Libia all’influenza russa e turca? Come possiamo non renderci conto che rischia di diventare il campo di addestramento per le diverse sigle del terrorismo islamico e proprio di fronte alle nostre coste?”. È senza dubbio un pragmatico di sinistra ma con tutto il tormento che lo accompagna. “A volte, nel Pd, sento frasi che sono pienamente coerenti quando pronunciate dal Papa ma ad un politico si chiede di fare un passo in più: provare a misurarsi con la realtà dei fatti e trovare soluzioni”.

 

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E non per polemizzare ancora con quella parte del Pd vicina a Orfini ma Alfieri si permette, sommessamente, di ricordare che “il sostegno alla missione bilaterale Italia-Libia MIBIL, che impiega 400 unità di personale, 143 mezzi terrestri e due mezzi aerei, oltre che i mezzi navali del dispositivo Mare Sicuro, è stato votato all’unanimità. Da tutti i parlamentari del Pd, nessuno escluso. Il punto vero è tuttavia un altro”.

 

Preferisce ragionare di “rimpatri volontari” che andrebbero favoriti. Pensa dunque che sia ora di smetterla di inseguire Salvini e che vada ribaltata l’impostazione della destra. “Significa riaffermare un canale di immigrazione regolare attraverso le ambasciate e coinvolgendo le associazioni, flussi controllati individuando paesi prioritari e professionalità. Vinceremo quando spiegheremo che non è con i blocchi di Salvini che si governa l’immigrazione”. E non vuol dire certo che il Pd debba dimenticarsi del rispetto dei diritti umani: “Tutt’altro. Condanno fermamente le violenze perpetrate dal personale della Guardia costiera libica. Dobbiamo svuotare i campi e spingere moltissimo sulla riapertura di corridoi umanitari salvando vite umane. È giusto fare una battaglia a tutto campo con il pieno coinvolgimento dell’Europa”.

 

Ma sono trascorsi undici mesi di governo e sembra evidente che, il Pd, non riesca a imporre, sufficientemente, la versione di Alfieri. Stanno avendo la meglio i 5s? “E se capovolgessimo il modo di vedere?” si chiede Alfieri che è anche capogruppo in Commissione Affari Esteri del Senato. “Ci si dimentica che, grazie al Pd, l’anima populista dei 5s si è fatta minoritaria e che sta emergendo quella europeista. Lo so anche io che non basta. Ma – e lo dico anche dentro il nostro partito – abbandoniamo la retorica su un tema così maledettamente complesso, misuriamoci invece nella ricerca di soluzioni che sappiano coniugare tutela dei diritti umani e sicurezza nazionale”.




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