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"Salvini garantista? Ma mi faccia il piacere! Mi ha lasciato massacrare per le mutande". Parla Roberto Cota

Carmelo Caruso

Garantista con Fontana, ma giustizialista con lui, primo governatore leghista del Piemonte. "Salvini mi ha lasciato da solo. Meglio i magistrati che i politici"

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Attilio Fontana difeso per i suoi pasticci e lei abbandonato e umiliato per un paio di mutande. Per di più verdi. Identitarie. E però, così, non si fa… “Umiliato, maltrattato. Mi hanno massacrato per molto meno e per una vicenda ridicola. La Lega mi ha lasciato da solo. Ho sofferto umanamente. Dove erano i leghisti?”. E non parliamo di Matteo Salvini. Anzi, parliamone. Dov’era il segretario? “Non mi ha difeso. Mi ha profondamente deluso. Si è servito di quella vicenda grottesca per cambiare gli equilibri della Lega in Piemonte. Mi hanno fermato”.

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Attilio Fontana difeso per i suoi pasticci e lei abbandonato e umiliato per un paio di mutande. Per di più verdi. Identitarie. E però, così, non si fa… “Umiliato, maltrattato. Mi hanno massacrato per molto meno e per una vicenda ridicola. La Lega mi ha lasciato da solo. Ho sofferto umanamente. Dove erano i leghisti?”. E non parliamo di Matteo Salvini. Anzi, parliamone. Dov’era il segretario? “Non mi ha difeso. Mi ha profondamente deluso. Si è servito di quella vicenda grottesca per cambiare gli equilibri della Lega in Piemonte. Mi hanno fermato”.

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Fermi. Qui c’è puzza di garantismo a corrente alternata. “Stanno sporcando un galantuomo come Attilio” urla compatta la Lega. E per Salvini è un’altra aggressione giudiziaria. “E io allora, cosa dovrei dire?”. Una carriera politica in ascesa, primo governatore leghista nella difficile terra di Cesare Pavese. E poi, va bè, le mutande, ed è la fine di Roberto Cota. Due legislature da deputato, sottosegretario allo sviluppo economico, leghista di Novara. Bossiano e maroniano. “Sono gli unici che mi sono rimasti accanto. I soli. La Lega che oggi difende Fontana è la stessa che ha dimenticato me”.

 

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Indagato per peculato, processato per le spese regionali. Ma è vero che oggi fa l’avvocato? "Verissimo. Ho ripreso in mano lo studio di mio padre. E’ scomparso un anno fa. Non mi sono perso d’animo. Lavoriamo in cinque. Io non ciondolo in parlamento. All’aula di Montecitorio preferisco le aule di tribunale. Onestamente ci sto meglio”. Malgrado il suo processo? "Lo ripercorro. Chiedo il rito immediato. Due anni di dibattimento. Vengo assolto”. Ma poi viene condannato in appello…  “Si, è vero. Ma la Cassazione annulla la sentenza di condanna dell’appello”. E dunque, adesso? “Attendo una nuova sentenza. Allo stato attuale sono innocente”.

 

Ma per la Lega la sua parabola si è conclusa. “Sono stato oggetto di una campagna mediatica preordinata per farmi cadere”. Preordinata da chi? “Dai media e dai partiti. Io non sono un populista, ero un moderato della Lega”.

 

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Lascia insomma immaginare che Salvini è un populista. Ma lei si sente ancora leghista? “Diciamo che mi sento un uomo di centrodestra”. Che nella Lega è come dichiarare che il fuoco si è spento. Erano anni in cui si inseguiva il M5s ed era tutto un furore contro le spese pazze e poi la casta. Nessuno nella Lega ha avuto il coraggio non tanto di prendere le sue difese ma di attendere i tempi della giustizia. Hanno sacrificato lei perché quel matrimonio, con il M5s, “s'aveva da fare”. E’ così? “Si, ma ero stato il primo leghista a fare la più importante riforma sanitaria. L’unico ad avere riorganizzato la medicina di base e ad avere proposto ai medici di famiglia di lavorare in comunità”.

 

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Sta toccando il punto vulnerabile della Lombardia. Lo sa? “Lo so. Ma io ho riformato la sanità regionale. Inoltre ho vinto quando il vento era contrario alla Lega. Facile vincere quando il vento è a favore”. E però, le mutande… “Ma non erano mutande. Non sapevo neppure quanto guadagnavo di stipendio”.

 

In Lombardia, Fontana, non ha problemi di denaro. Milioni di euro scudati, l’eredità della madre, il bonifico al cognato. Ci dia un parere. Ovviamente legale… “Io non vedo il reato. Penso tutto il bene di Fontana che separerei da Salvini”. Di cui non pensa tanto bene. Approfondiamo. Nei confronti della Lega c’è l’accanimento dei magistrati? “Io difendo la magistratura”. Dice sul serio? “I magistrati non sono tutti politicizzati. Io ho trovato giudici che mi hanno assolto. Il problema non è la magistratura ma la politica che pensa di utilizzarla per colpire l’avversario. E poi, finiamola. Neppure noi siamo stati capaci di riformare la giustizia”.

 

Moderato è moderato. “Anche sull’immigrazione credo che sia sbagliato urlare come fa Salvini. Va fermata, ma con il buon senso” risponde Cota che è quasi pronto per entrare nel partito di Marco Minniti. Anche sul sovranismo è irregolare. “Che cosa c’entra con la nostra idea di federalismo”. Vede che rimane leghista? “La Lega deve cambiare questo approccio che ha nei confronti della magistratura. Questo è il mio consiglio”. Sarebbe un perfetto avvocato per Fontana. Si offre? “Difendo tutti. Non solo leghisti. Ho patito l’ingiustizia.”. Le mutande… “Non erano mutande”.

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