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Il richiamo del populismo

E' tornato Truce

Carmelo Caruso

Sbarca a Lampedusa per riprendere la campagna anti migranti. Accusa il governo di trafficare infetti. Non ha un nuovo spartito e riprende quello vecchio e stantio

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Non sa più come andare avanti e dunque torna indietro, allarga la mascella e rientra nella foresta. Ieri, quando il sole doveva essere alto, Matteo Salvini ha accusato il governo di essere nientemeno che un trafficante di virus: “Sta importando infetti per tenerci sotto lo stato di emergenza fino al 31 ottobre. Noi non li faremo uscire dall’Aula”. Era ancora poco.

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Non sa più come andare avanti e dunque torna indietro, allarga la mascella e rientra nella foresta. Ieri, quando il sole doveva essere alto, Matteo Salvini ha accusato il governo di essere nientemeno che un trafficante di virus: “Sta importando infetti per tenerci sotto lo stato di emergenza fino al 31 ottobre. Noi non li faremo uscire dall’Aula”. Era ancora poco.

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In astinenza d’odio e in calo di consensi, i suoi migliori analgesici, il leader della Lega ha infatti preso il primo volo per Lampedusa, dove adesso si trova, e che, nella sua testa da cacciatore di immigrati, zingari, rom e topi, tutti uniti nella sua bisaccia, è ancora la riserva vergine per la sua “Bestia” affamata di like, l’isola come città termale per curare gli scricchiolii della sua leadership.

 

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Per non riconoscere al governo il successo ottenuto in Europa – successo che sia Forza Italia e Fdi di Giorgia Meloni hanno salutato, tanto da essere già passati alla fase della trattativa – il leader della Lega ha convocato una conferenza stampa alla Camera con Alberto Bagnai, il giannizzero no euro che ha perso il sorriso e che la notte si sveglia ancora sudato e con il Maalox di Makkox sul comodino.

 

Ha ovviamente straparlato di Recovery Fund e del superfreno come superfregatura, lui che la scorsa estate si è fregato con il mojito. Deve avere compreso immediatamente che la sua contro-narrazione non bastava, non era sufficiente, e quando Sergio Mattarella ha lodato il lavoro della squadra italiana (“Sono state create condizioni proficue per l’Italia”), Salvini non ci ha visto più.

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Come Hulk non riesce a gestire le sue fasi di stress. Ha provato a lavorare su se stesso e, a volte, ha finto di essere meno “verde” e meno rissoso. Ma nulla. Sta soffrendo a destra il protagonismo della Meloni, le scarse attenzioni, e le vere intenzioni, di Silvio Berlusconi. Teme una legge proporzionale che non gli consegnerebbe più i pieni poteri ma che lo costringerebbe alla buona educazione, alla civiltà della discussione. Solo così si spiega il suo ritorno alla cinepresa, alle dirette social: “Amici, guardate, adesso live, un nuovo sbarco, un esempio di turisti che non pagano ma che vengono pagati per fare i turisti”.

 

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Si è trasferito nella piccola isola che continua ad accogliere migranti, ma che non è l’isola che descrive Salvini. Anche il suo sindaco, Totò Martello, ha recentemente dichiarato: “In linea tecnica, a Lampedusa, le cose stanno andando bene, nel senso che anche con tantissimi sbarchi, il sistema sta funzionando”.

 

Per intenderci, è tornato quel leader che sbarcava in Sicilia e che si rinchiudeva, con operatori delle televisioni al seguito, al Cara di Mineo, altra città ormai mancante dei suoi “passages”. Ed è qui che si vuole arrivare, ribaltando lo spauracchio dell’inizio. Questo Salvini che riprende dalla soffitta il suo vecchio giradischi, (“Suonala ancora…”) è vero che torna alla tana, ma è anche vero che somiglia sempre di più a quei vecchi ambulanti di strada che maledicono le nuove mode. Vende prodotti fuori mercato. Non cerca una nuova occupazione al governo ma vive di rendita e della sua stantia propaganda. Un pensionato quota 100.

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