PUBBLICITÁ

Oltre il Maalox

La Lega gioca a fare il partito dell’efficienza, “tutto a parte la patrimoniale”

Annalisa Chirico

Dopo il Recovery Fund. Girotondo di leghisti che dicono: no Italexit, grazie Bce, no tasse europee, sì bond anche a cento anni

PUBBLICITÁ

Roma. All’indomani dell’approvazione di Next Generation Eu, con l’Italia primo paese beneficiario con 209 miliardi di aiuti, quali saranno le future battaglie della Lega in Europa? E come farà un partito che non ama l’Europa ad affrontare questa nuova stagione in cui l’Europa sarà centrale? Presenterà progetti per accedere alla montagna di risorse europee? Cadrà nella tentazione di rispolverare vecchie battaglie modello Italexit? “Il tema dell’uscita dall’euro o dall’Ue non esiste e non ha senso di esistere”, risponde il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. All’indomani dell’approvazione di Next Generation Eu, con l’Italia primo paese beneficiario con 209 miliardi di aiuti, quali saranno le future battaglie della Lega in Europa? E come farà un partito che non ama l’Europa ad affrontare questa nuova stagione in cui l’Europa sarà centrale? Presenterà progetti per accedere alla montagna di risorse europee? Cadrà nella tentazione di rispolverare vecchie battaglie modello Italexit? “Il tema dell’uscita dall’euro o dall’Ue non esiste e non ha senso di esistere”, risponde il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo

PUBBLICITÁ

 

“Noi, come forza politica e di governo, ci poniamo nel contesto europeo, non c’è alcuna volontà di uscire dall’euro – dice Romeo – Abbiamo lodato per primi l’esigenza di accogliere gli aiuti della Bce in un frangente drammatico per la nostra economia. Noi vogliamo stare sotto l’ombrello della Bce, siamo probabilmente i più istituzionali in questa fase politica”. Forse il senatore esagera. “Siamo i più istituzionali, mi creda – insiste – Quando a inizio giugno la Bce ha annunciato l’ampliamento, per seicento miliardi di euro, del piano di acquisti straordinario contro gli effetti della pandemia, abbiamo applaudito con convinzione. Quel piano infatti, il cosiddetto Pepp, arriverà a un valore totale di circa 1.350 miliardi, per noi questa è la strada maestra”. Gli euroscettici che ringraziano Francoforte, non male. “Ma quali euroscettici – dice Romeo – noi siamo diversamente europeisti. Critichiamo alcune misure come il Meccanismo europeo di stabilità, anche il Recovery fund non è la panacea perché quei soldi, al momento virtuali, non piovono dal cielo ma devono essere recuperati attraverso imposte europee o contributi statali, e i singoli stati, alla fine, si rivalgono sui contribuenti nazionali”. Nei prossimi mesi quali saranno le vostre battaglie? “La prima urgenza in Italia è l’abbassamento delle tasse, l’unico modo per rendere competitive le nostre aziende. Ma da Bruxelles hanno già fatto sapere che non se ne parla. A ottobre vanno presentati progetti credibili su obiettivi fissati altrove, non a Roma, per ottenere le risorse forse nel secondo semestre del prossimo anno, quando molte imprese saranno già fallite. Per queste ragioni, continuiamo a sostenere che la via da battere sia piuttosto l’emissione di bond a lunga scadenza, addirittura a cento anni, per far leva sulla capacità di risparmio degli italiani, senza alcuna forma di imposizione. E poi il governo punti agli investimenti nella giustizia penale e civile: le carriere dei magistrati vanno separate, e senza una giustizia civile più rapida nessuno verrà a investire nel nostro paese”.

 

PUBBLICITÁ

Per l’ex viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, “l’uscita dall’euro non è neanche sul tavolo ma fa parte di una narrazione volutamente macchiettistica della Lega. Il punto vero, che nessuno considera, è che non sappiamo fino a quando e a quali condizioni la sospensione del Patto di stabilità si protrarrà. Com’è noto, il Patto include la regola della riduzione del debito pubblico. Dovremmo allora domandarci fin quando l’Europa manterrà questa condizione particolarmente favorevole: si dice, in modo vago, che a crisi terminata il Patto tornerà operativo ma non è chiaro se si faccia riferimento alla crisi economica o sanitaria”. Secondo il commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni, il Patto di stabilità potrà essere riattivato solo quando saremo tornati al livello del pil pre-crisi. “Sono perfettamente d’accordo con lui, la sua posizione è anche la nostra e ci batteremo per farla avanzare in Europa. Fintantoché il livello del pil non sarà tornato ai livelli precedenti alla comparsa del virus cinese, la riattivazione del Patto di stabilità è fuori discussione. Altrimenti rischiamo di finire in un avvitamento modello Grecia dove ogni sforzo volto alla ripresa economica sarà vanificato da manovre recessive, rese necessarie dall’obiettivo di rientro dal debito”. I paesi “frugali”, con l’introduzione del cosiddetto “freno d’emergenza”, vigileranno anche sugli equilibri macroeconomici dei singoli paesi beneficiari. “Questo meccanismo che coinvolge anche l’Ecofin, e dunque i governi nazionali, mira a far rispettare la regola della riduzione del debito: essendo espressamente previsto nel testo, mi stupisco che un punto così delicato non abbia trovato spazio nei titoli dei giornali. A queste condizioni, l’Italia è destinata a finire sul banco degli imputati”. Nella migliore delle ipotesi, le risorse del Recovery fund arriveranno nel secondo semestre del prossimo anno e solo a patto che l’Italia sia in grado di presentare a ottobre progetti credibili e dettagliati. “Da sempre siamo incapaci di redigere progetti in grado di farci accedere ai fondi europei, si pensi a quelli per la coesione. Siamo oggettivamente indifendibili sul punto. Nei prossimi mesi la Lega dovrà sfidare il governo sulla velocità di decidere e definire progetti poi effettivamente approvati in Europa. Altrimenti finisce come in Campania dove i fondi strutturali inutilizzati sono stati assegnati alla regione per fronteggiare la crisi pandemica, e il governatore De Luca ha pensato bene di impiegare quelle risorse per spese a pioggia. La Lega è il partito della spesa efficiente, contro gli sprechi. Qualcuno sottovaluta la gravità del momento: potranno anche prolungare la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti fino a dicembre ma ciò non eviterà la moria di imprese. Il coronavirus ha avuto un impatto forte su turismo e auto che tuttavia riusciranno a risollevarsi. Il malato più grave resta il settore delle costruzioni: un’eventuale patrimoniale sarebbe il colpo letale”. Ma nessuno parla di patrimoniale. “Il Pd, quando c’è un problema, inventa una nuova tassa, e i Cinque stelle li seguono a ruota”.

PUBBLICITÁ