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l'accordo impossibile

"Emiliano vende poltrone in cambio di silenzi". Parla Laricchia (M5s)

Domenico Di Sanzo

La candidata grillina in Puglia non ci pensa neppure a ritirarsi. "Qui il Pd ha imbarcato la destra peggiore: noi siamo la sola alternativa. Il ministro Boccia mi attacca perché donna. Conte? Non interferirà"

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Impermeabile al nuovo corso del Movimento sempre e comunque al governo, Antonella Laricchia, candidata governatore del M5s in Puglia, sembra uscita da un meetup di una decina di anni fa. Contro tutti. Destra e sinistra. "Qui in questa campagna elettorale c'è una sola novità, e siamo noi". È la retorica della scatoletta di tonno, che a Roma ormai sembra un oggetto di antiquariato: "I pugliesi hanno di fronte una scelta: ed è la scelta tra il passato, il passato remoto e il nuovo". Ascoltando le espressioni di Laricchia, pare quasi che i Cinque Stelle non accusino affatto i loro dieci anni di vita e gli oltre due anni di governo, prima con la Lega e poi con il Pd. Bari è un'altra dimensione. Dove i grillini si atteggiano ancora a giamburrasca anti-sistema. Perché Raffaele Fitto e Michele Emiliano pari sono. E la candidata della corsa solitaria, destinata alla sconfitta, ça va sans dire, con fare donchisciottesco vuole spiegarci in cosa consiste quella che chiama "la continuità" tra le vecchie giunte di centrodestra, sempre guidate da Fitto in un'altra era geologica, e gli ultimi cinque anni di Emiliano: "Noi abbiamo la responsabilità di garantire un'alternativa, una reale opportunità di cambiamento in quei settori che da anni sono gestiti male, dai consorzi di bonifica alle liste d'attesa, passando per i centri per l'impiego: tutti problemi iniziati con Fitto ed ereditati da Vendola ed Emiliano, che non hanno saputo porvi alcun rimedio. Tre esempi di gestione sbagliata da parte di queste figure qui".

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Impermeabile al nuovo corso del Movimento sempre e comunque al governo, Antonella Laricchia, candidata governatore del M5s in Puglia, sembra uscita da un meetup di una decina di anni fa. Contro tutti. Destra e sinistra. "Qui in questa campagna elettorale c'è una sola novità, e siamo noi". È la retorica della scatoletta di tonno, che a Roma ormai sembra un oggetto di antiquariato: "I pugliesi hanno di fronte una scelta: ed è la scelta tra il passato, il passato remoto e il nuovo". Ascoltando le espressioni di Laricchia, pare quasi che i Cinque Stelle non accusino affatto i loro dieci anni di vita e gli oltre due anni di governo, prima con la Lega e poi con il Pd. Bari è un'altra dimensione. Dove i grillini si atteggiano ancora a giamburrasca anti-sistema. Perché Raffaele Fitto e Michele Emiliano pari sono. E la candidata della corsa solitaria, destinata alla sconfitta, ça va sans dire, con fare donchisciottesco vuole spiegarci in cosa consiste quella che chiama "la continuità" tra le vecchie giunte di centrodestra, sempre guidate da Fitto in un'altra era geologica, e gli ultimi cinque anni di Emiliano: "Noi abbiamo la responsabilità di garantire un'alternativa, una reale opportunità di cambiamento in quei settori che da anni sono gestiti male, dai consorzi di bonifica alle liste d'attesa, passando per i centri per l'impiego: tutti problemi iniziati con Fitto ed ereditati da Vendola ed Emiliano, che non hanno saputo porvi alcun rimedio. Tre esempi di gestione sbagliata da parte di queste figure qui".

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C'è una differenza però. L'unico dei tre ex presidenti a usare spesso parole al miele nei confronti dei grillini è Emiliano. Uno che fa di tutto per apparire come un concentrato di grillismo all'interno del Pd. E qui Laricchia reagisce, provando a tracciare un confine tra la sua "squadra" e l'armata dell'ex sindaco di Bari. Facciamo notare come Emiliano stia provando in tutti i modi a far convergere il M5s sotto il suo vasto ombrello, anche attraverso offerte di posti in un'ipotetica futura giunta. La vicepresidenza, assessorati chiave. "Un lavoro" aggiunge Laricchia. "Magari una sistemazione a vita, perché voci ci sono giunte tramite un paio di emissari", continua. La grillina non si ferma nella sua requisitoria contro il pm in aspettativa diventato governatore: "Sono i modi di fare tipici di Michele Emiliano, ma non soltanto nei nostri confronti. Lui ha operato questo corteggiamento anche con numerosi esponenti del centrodestra che in effetti sono con lui". La paura è che i toni para grillini di Emiliano possano sortire l'effetto di un'opa ostile sull'elettorato del Movimento. Infatti Laricchia precisa: "Lui non vuole solo noi, lui vuole tutti".

 

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E via, allora, con l'elenco dei transfughi di ogni sorta imbarcati dal centrosinistra pugliese. "È un trasformista - dice Laricchia - è quello che ha preso tutti, ha preso anche la destra, tantissima destra, come Pippi Mellone". Sbagliamo noi, allora, ad etichettare Emiliano come il più grillino del Pd. Per la candidata dei Cinque Stelle sì. Perché "se fosse stato grillino avrebbe dovuto accettare le nostre proposte di questi anni. Abbiamo suggerito come evitare di perdere i fondi per l'agricoltura, di abolire i vitalizi ai consiglieri regionali, di ridurre le liste d'attesa con l'informatizzazione e una corretta gestione dell'intra moenia. Tutte cose che non ha mai fatto". Il corteggiamento dei pentastellati, quindi, sarebbe solo una sorta di campagna acquisti, secondo la leader pugliese del M5s. "Lui ha offerto solo poltrone in cambio del silenzio". E a questo proposito, Laricchia racconta un aneddoto di cinque anni fa: "Quando, nel 2015, mi offrì l'assessorato all'Ambiente, disse chiaramente che in cambio lui si sarebbe accontentato di un'astensione su tutte le altre materie, e cioè il lavoro, la sanità, gli appalti pubblici". L'enfasi da Vaffa Day è incontenibile. "Ho rifiutato di vendere il mio silenzio in cambio di soldi", spiega la candidata, che precisa: "In cambio di soldi intendo l'indennità di assessore, che prende 2300 euro in più al mese".

 

Le ultime bordate sono riservate al Pd nazionale. Reo, a parere di Laricchia, di aver alimentato negli scorsi giorni le voci su un'imminente ritiro della candidatura del M5s in Puglia. "In quei momenti - riflette - ho pensato alla scorrettezza del Pd e del ministro Francesco Boccia che si sta accanendo contro una giovane donna colpevole semplicemente di essere portatrice di un'opportunità di cambiamento". Bocciato lo schema di alleanza strutturale con i dem: "Nelle regioni e nei comuni non ha senso che il M5s si allei con altre forze politiche, ma non interferisco con le scelte che hanno fatto altrove". Scenario auspicato dal pugliese Giuseppe Conte, che non darà una mano a Laricchia in campagna elettorale. Cosa farà, il premier, durante la campagna elettorale che vede opposte, nella sua terra, le due forze politiche che lo sostengono a Palazzo Chigi? Sul punto, persino l'irreprensibile Laricchia rispolvera il politichese. "Rispetto il ruolo di garanzia di Conte: altrettanto chiaramente lui ha detto che non si inserisce nelle dinamiche territoriali. Il presidente del Consiglio è a garanzia di una maggioranza, quindi è corretto che lui resti fuori".

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